E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

domenica 22 febbraio 2009

venerdì 20 febbraio 2009

Le maschere a Venezia

Un mascherer

L'arte dei "maschereri"

L'utilizzo delle maschere da parte dei veneziani e delle migliaia di forestieri che arrivavano a Venezia per vivere il famoso carnevale, già allora attrazione turistica, ha fatto nascere la domanda di maschere.

È così sorta la figura dei "maschereri", artigiani iscritti all'Arte dei Dipintori che si industriavano a creare maschere in cartapesta o in tela cerata per soddisfare le esigenze dei diversi committenti.

Giovanni Grevenbroch, Mascare (baute)

I mascheramenti più in voga

Il travestimento veneziano per eccellenza è la bauta, indossata da uomini e donne: una mantellina nera abbinata sempre ad un cappello a tricorno nero e a una larva, maschera bianca che celava il viso.

Con la bauta era garantito il totale anonimato ed il suo utilizzo era molto diffuso, dato che consentiva anche di bere e di mangiare.

Giovanni Grevenbroch, Mascara (la moretta)

Altra maschera utilizzata dalle donne era la moretta, ovale di velluto nero che restava sul volto della dama grazie ad un bottoncino stretto tra i denti.
Diffuso anche il domino, un lunghissimo mantello con cappuccio che copriva il volto.

L'uso delle maschere era talmente diffuso che chi non poteva permettersi gli abiti sfarzosi del Carnevale, li noleggiava dalla "revendigola", come racconta Goldoni nella commedia "Massere" e si dedicava agli svaghi sul "liston.. Ghe xe un mondo de baronaggia, che no se pol caminar. Truffaldini, purichinelli, gnaghe..." (Le donne gelose, atto I°)


Giovanni Grevenbroch, Pantalone

La commedia dell'arte

È in teatro che la maschera trova la sua consacrazione ufficiale, e alcuni personaggi della commedia dell'arte diventano veri e propri stereotipi che ben si attagliavano alla società veneziana.

Ecco allora Pantalone, vecchio mercante solitamente ricco, il saccente dottor Balanzone, di origini bolognesi, il servo furbo Brighella e quello sciocco Arlecchino, accomunati dalla comune origine bergamasca, e infine la scaltra Colombina, servetta maliziosa.

Giovanni Grevenbroch, Mezzano


Non di area veneta-lombarda ma sempre molto amato è Pulcinella, maschera napoletana, il buffone scansafatiche.

Maschere oggi

Le maschere oggi

La città, durante gli ultimi giorni di Carnevale, pullula di persone in maschera che allegramente invadono calli e campielli cercando di divertirsi e di farsi notare.

In quei giorni può capitare di veder sfilare di tutto, dalle statiche e fredde dame del Settecento corteggiate da algidi cicisbei, ai più ingegnosi e personalizzati costumi moderni, frutto di inventiva e creatività.

Piazza San Marco e i principali campi della città si offrono come straordinario palcoscenico a chi vuole diventare, per qualche ora o tutt'al più qualche giorno all'anno, protagonista di un'altra vita.

giovedì 19 febbraio 2009

Mina -Cocciante Questione di feeling

La ricerca scientifica - Lavorare a maglia può ritardare l'invecchiamento


Lavorare a maglia, altro che roba da nonnine. Sferruzzare contrasta l'invecchiamento del cervello, rafforzando la memoria. Lo sostiene uno studio americano, che sarà presentato al congresso dell'American Academy of Neurology. I ricercatori della Mayo Clinic, nel Minnesota, 'promuovono' anche la lettura e i giochi al pc: per contrastare la demenza, l'importante è avere un hobby. Ma non vale la tv. Anzi, sottolinea l'equipe, trascorrere ore e ore davanti allo schermo può accelerare l'erosione dei ricordi e il declino delle capacità cognitive.
Lo studio ha coinvolto circa 200 persone, fra i 70 e gli 89 anni, con lievi problemi di memoria, confrontandoli a un gruppo privo di disabilità. A tutti è stato chiesto di illustrare le attività quotidiane svolte negli ultimi anni, passatempi compresi, e di 'misurare' quanto fossero stati mentalmente attivi fra i 50 e i 60. Quelli che, arrivati alla mezza età, si tenevano occupati leggendo, giocando al computer o anche lavorando a maglia, 'vantavano il 40% di rischi in meno di cali di memoria. Piu' avanti negli anni, le stesse attività riducono del 30-50% il pericolo di non riuscire a trattenere i ricordi.
Per mantenere il cervello in forma e contrastare gli effetti dell'invecchiamento, sottolineano dunque i ricercatori, basta tenersi allenati e non c'è bisogno di misurarsi con complesse formule matematiche: anche sferruzzare tiene la mente 'sveglia'.
Lavorare a maglia, in inglese knitting, è diventato di gran moda anche fra attori famosi come Russel Crowe o attrici come Uma Thurman (nella foto) e Sara Jessica Parker, star di Sex and the city.
Fonte: Il Gazzettino

martedì 17 febbraio 2009

La scienza non può dire cosa è bene e cosa è male

di Francesco Alberoni

La vicenda di Eluana è un episodio dell'unico vero grande conflitto del nostro tempo: il conflitto sui valori. La scienza produce una vertiginosa trasformazione del mondo e dell'uomo e ogni progresso apre nuovi dilemmi. La scoperta dell'energia atomica ha reso possibile una guerra termonucleare. Gli uomini hanno scelto di non farla. Negli anni Sessanta i contraccettivi hanno consentito alle donne di evitare una gravidanza indesiderata.

Le donne li hanno usati anche quando le tradizionali leggi morali lo proibivano. Poi si sono diffuse numerose droghe ma, in questo campo è prevalsa la proibizione. Fra non molti anni i genitori potranno decidere il corredo genetico dei figli, la neuroscienza consentirà di modificare idee, sentimenti e passioni agendo sui processi fisicochimici del cervello. E ogni volta si porrà il quesito: farlo o non farlo? E' bene o è male? Ma la scienza non può dire cosa è bene e cosa è male. Può parlarti di fatti, di processi, dirti cosa puoi fare ma non può dirti assolutamente nulla su cosa e giusto fare, cosa devi fare, sui valori. L'universo scientifico non ha categorie morali.

Certo il singolo scienziato può avere criteri etici ma li ha in quanto uomo non in quanto scienziato. Lo scienziato atomico ti dice quali effetti devastanti ha una guerra atomica. Ma se farla o non farla la scienza non te lo sa dire. Chi ci dice allora cosa e bene e cosa e male? In alcuni casi la religione, in altri l'ideologia politica, in altri la civiltà in cui sei stato allevato. Ma oggi tutti e tre questi fattori sono indeboliti e sotto accusa. Prevale la tesi che siano validi tutti i punti di vista. Ma una società in cui tutti i giudizi hanno lo stesso peso non può decidere, non può fare leggi, cade in preda al disordine.

Però, oltre una certa soglia di disordine, si crea un disagio intollerabile e gli uomini alla fine scoprono in se stessi cosa è bene e cosa è male, e si raccolgono in movimenti collettivi che si scontrano finché non prevale una delle due alternative. E' gia successo: pensiamo ai movimenti a favore e contro la contraccezione, gli OGM, le droghe, l'aborto, il divorzio, la vivisezione, la clonazione umana, l'eutanasia. Col progredire della scienza e della tecnica questi scontri sono destinati a diventare sempre più violenti. Non solo in Italia dove c'è la Chiesa o nei paesi Paesi islamici, ma dappertutto. E ci saranno partiti politici in cui i valori diventeranno più importanti dei tradizionali temi economici.

Fonte: Il corriere

giovedì 12 febbraio 2009


Il Dalai Lama a Venezia, sulle orme di Marco Polo. Il Comune offre la cittadinanza
Venezia, ancora una volta, gioca il ruolo di ponte ideale fra l'Europa e l'Oriente: martedì 10 febbraio Sua Santità il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso ha partecipato a tre cerimonie in suo onore, organizzate in segno di amicizia e fratellanza: una festa di benvenuto a Palazzo Sant'Angelo con il Comitato d'Onore, il conferimento della cittadinanza onoraria, la consegna della bandiera ufficiale del Veneto da parte del presidente del Consiglio regionale del Veneto, Marino Finozzi. La città che ha dato i natali a Marco Polo, ha una testimonianza speciale: nella storica Biblioteca Marciana in Piazza San Marco sono infatti conservati il celebre mappamondo di Fra' Mauro (del 1460) e il testamento di Marco Polo. Il celebre viaggiatore veneziano, già nella seconda metà del XIII secolo, testimonia nel "Milione" l'esistenza del "Tebet" come stato autonomo, con lingua, moneta e tradizioni proprie. E anche il mappamondo di Fra' Mauro (del 1460), un dipinto a colori e oro su pergamena, incollato su legno, raffigura il "Tebet" come nazione dell'epoca. Si tratta di una vera e propria "summa" delle conoscenze geografiche del Medioevo e probabilmente annovera tra le sue fonti un mappamondo cinese, portato da Marco Polo. Dettagli curiosi: è orientato col sud in alto, ha otto rose dei venti e tre sono i continenti rappresentati: Europa, Africa e Asia.
Il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatzo ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Venezia nel corso di una seduta straordinaria del Consiglio comunale. Nel rivolgergli il benvenuto della città, il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha ricordato che il Tibet non è soltanto la terra avvolta in un'aura quasi mitica, oggetto di nostalgia di tanti intellettuali dell'Occidente, ma ancor di più un Paese che da sempre lotta per l'indipendenza, contro paesi vicini o potenze coloniali; una lotta che si è fatta più dura e più aspra dopo l'invasione cinese del 1950, nonostante le rivolte popolari e il sostegno alla causa tibetana della più larga parte dell'opinione pubblica mondiale: il conferimento della cittadinanza onoraria è l'appoggio che Venezia dà a questa lotta per l'indipendenza. Ma il Tibet - ha aggiunto il sindaco - è ancora di più di questa secolare testimonianza di volontà di libertà e di autodeterminazione. Rappresenta una grande tradizione spirituale, cui il Dalai Lama appartiene e di cui è guida, che può essere comparata alle più alte testimonianze della spiritualità dell'Occidente, e dalla quale l'Italia ha molto da imparare. Cacciari si è soffermato su una parola sanscrito-tibetana, cara alla religione buddhista, traducibile con "pietà": non un vago buon sentimento, un "buon cuore a buon mercato", bensì il prodotto di una meditazione, di uno studio, di un'ascesi, frutto di una lotta contro le illusioni. E la prima illusione - ha aggiunto - è il nostro io, l'egoismo che ci domina, errore fondamentale da cui dobbiamo liberarci. La pietà - ha continuato il sindaco - abolisce la differenza tra sè e gli altri, respinge tutto ciò che l'egoismo fa apparire buono. A questi principi obbedirono anche uomini politici, ha ricordato: e citando un antico re, ha sottolineato che "si esalta la propria religione solo portando rispetto alle altre; chi denigra le altre religioni offende la propria", ha salutato il Dalai Lama come maestro di questi insegnamenti, anche oltre la straordinaria intelligenza e determinazione con cui porta avanti la battaglia per l'indipendenza del suo popolo e del suo Paese.

"M'illumino di meno", giornata del risparmio energetico

Una lampadina con il mondo disegnato sul vetro, logo dell'iniziativa

13 febbraio


Anche nel 2009 il Comune di Venezia, da qualche anno impegnato nei progetti per la promozione del risparmio energetico e la diffusione delle energie rinnovabili, parteciperà all'iniziativa "M'illumino di meno" lanciata per la quinta volta consecutiva dalla trasmissione radiofonica "Caterpillar" di Radiodue Rai, in programma venerdì 13 febbraio.

Il 13 febbraio sarà una giornata di mobilitazione internazionale a favore del risparmio e dell'efficienza energetica, intesa come una delle soluzioni per limitare l'impatto sull'ambiente riducendo gli sprechi; l'invito rivolto a tutti è quello di spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili nella fascia oraria 18 - 19.30.

Il Comune di Venezia aderirà alla manifestazione, assieme a tutte le Municipalità, spegnendo le luci dalle ore 18 per qualche minuto, a Venezia in Piazza S. Marco, a Mestre in Piazza Ferretto, a Chirignago in Piazza San Giorgio, a Marghera in Piazza Mercato, a Favaro Veneto in Piazza Pastrello, unendosi così alle migliaia di altre piazza in Italia e nel mondo che parteciperanno all'evento.

Per saperne di più visita il sito della trasmissione radiofonica Caterpillar, in onda su di Radio 2

lunedì 9 febbraio 2009

Radio online Musica

Clicca qui

http://www.leradio.com/player/ascolta.html

C'è la crisi, non per il caffè


Tutti pazzi per il caffè? Così sembra, quando si osservi la crescita internazionale, veloce ed entusiasta, dell’uso di questa bevanda, nell’italianissima versione del caffè espresso o del cappuccino, in netta controtendenza rispetto alla contrazione generale dei consumi anche alimentari.
Aumentano i caffè come luogo di incontro alla moda, ma anche i consumi domestici in cui il caffè condiviso sta ritrovando una nuova stagione del gusto. Solo una moda? Non solo. Le passioni piccole o grandi, quando diventano trasversali, interessando tutti gli strati sociali, e multiculturali (il caffè italiano sta conquistando anche la Cina e l’India) soddisfano evidentemente bisogni specifici. Quali? Innanzitutto, il gusto di assaporare un caffè nasce dalla felice sinergia tra gratificazione fisica, per l’effetto eccitante e stimolante sulla performance cerebrale e sul tono fisico, ed emotiva. E’ questa combinazione che rinforza l’abitudine grazie all’attivazione del meccanismo di ricompensa. Tendiamo infatti a ripetere quei comportamenti che ci danno una gratificazione fisica e/o emotiva, soprattutto se potenziata da una pausa di benessere condivisa, ancora più gradita e necessaria in contesti urbani e professionali dai tempi accelerati e concitati. A questi fattori biopsichici si aggiunge il potente effetto amplificante culturale, quando un comportamento è associato a stili di vita privilegiati, a momenti di pausa, a liturgie sociali gratificanti, a luoghi alla moda.
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domenica 8 febbraio 2009

Amare ed essere amabili

Scrivere d’amore, e per giunta suggerirlo come nutrimento, ci fa sentire un po’ ovvii, banali e tutto sommato
scontati. E’ come affermare che respirare fa bene ed è necessario.
Lo sanno tutti! Però è anche vero che non tutti sanno respirare correttamente o conoscono gli effetti profondi e
complessi che una respirazione condotta in un certo modo può produrre.
E’ forse così anche per l’amore.
Tutti i trattati di psicologia hanno ampiamente dimostrato che questo nutrimento è fondamentale ancor prima
della nascita.
Certamente tutti desideriamo essere amati, senza distinzione; se tutti ci amassero ne saremmo ben lieti. Però
noi non sempre sentiamo di amare tutti incondizionatamente.
Quanto all’essere amabili, ci soccorre il detto “chi non mi ama non mi merita”.
Solo che se si vuole che l’amore diventi un nutrimento e possa a buon titolo entrare nella nostra dieta,
bisognerà cercare di riflettere meglio sull’amare e sull’essere amabili.
Amare non è sempre facile: richiede applicazione e disciplina, come l’arte più raffinata. Amare l’altro significa
accettarlo come è e non come vorremmo che fosse; significa saperlo ascoltare e vedere con una grande
apertura interiore, senza pregiudizi e preclusioni; significa aiutarlo a sviluppare le sue doti, ma non ignorare i
suoi difetti; significa porsi come obiettivo il bene dell’altro facendo in tal modo di questo nutrimento uno
straordinario corroborante per lo spirito.
Veniamo ora all’essere amabili: troppo spesso noi ci permettiamo, con le persone che ci sono più care, ci
permettiamo trascuratezze e atteggiamenti sgradevoli con la scusa “di essere in famiglia” o dando per
scontato che l’amore, una volta dato, non è indispensabile saperlo conservare.
Noi dobbiamo invece alimentare negli altri, e soprattutto nei nostri cari, il desiderio e il piacere di amarci.
Fonte

venerdì 6 febbraio 2009


gelatine allo zenzero e mandorle

Ricetta per preparare le gelatine allo zenzero e mandorle, un dolce raffinato e leggero per festeggiare San Valentino anche se siete a dieta o se avete problemi di salute e dovete prestare attenzione all’alimentazione. Mica i dolci sono sempre al cioccolato e sempre calorici!

Ingredienti per le gelatine allo zenzero e mandorle (dosi per 4 persone
  • 300 ml di latte di soia
  • 24 gr di gelatina in fogli
  • 20 gr di zucchero di canna
  • 8 gr di zenzero fresco
  • 120 gr di mandorle pelate
  • 40 gr di pistacchi
  • Sale

Preparazione

Mettete le mandorle nel robot da cucina e tritatele a più riprese aggiungendo un po’ di acqua alla volta fino ad avere circa 100 gr di crema finissima. Nel frattempo mettete la gelatina in acqua fredda per almeno 10 minuti.

Lavate lo zenzero asciugatelo e poi schiacciatelo un pò. Mettete il latte di soia in un pentolino e aggiungete lo zenzero e un pizzico di sale, poi unite lo zucchero di canna e fatelo sciogliere a fuoco basso mescolando spesso. Dopo circa 5 minuti eliminate lo zenzero.

Mettete la gelatina in un pentolino con 100 ml di acqua e fatela sciogliere per circa 1 minuto. Poi toglietela dal fuoco e incorporatela al latte e poi unite anche la crema di mandorle, cuocete per un minuto.

Prendete una teglia abbastanza grande e rivesti tela con la carta da forno, versate il composto di gelatine e distribuitelo in modo uniforme. Mettete in frigorifero per almeno 2 ore.

Con gli stampini per i biscotti, ricavate dei dolcetti e metteteli in un piatto da portata, cospargete le gelatine con i pistacchi tritati e servite.

Buon Carnevale a tutti!

Ricetta fritole del Carnevale veneziano

Fritole veneziane

Tipici dolci carnevaleschi di Venezia la cui storia risale al rinascimento. La ricetta la troviamo citata dal cuoco “segreto” (personale) di Pio V, Bartolomeo Scappi, nel suo trattato culinario “Opera” pubblicato nel XVI secolo. Lo storico Marangoni ha affermato che le fritole, nel ‘700 divennero “dolce nazionale dello Stato Veneto”. La fritola, quindi, detendeva lo “scettro” dell’arte dolciaria popolare veneziana. Venivano vendute anche per strada nelle diverse calle in piccole baracche specialmente a Carnevale.

Ingredienti per le fritole veneziane:

  • 15gr di lievito di birra
  • 200gr di farina
  • 50gr di uva passa
  • 50gr di pinoli
  • 50gr di frutta candita
  • 100gr di zucchero
  • 1 bicchierino di grappa o di rum
  • zucchero a velo.
  • Preparazione:in una ciotola sciogliete il lievito con un pò d’acqua tiepida e con lo zucchero, aggiungete il liquore, la farina e un pò d’acqua se necessario. Amalgamate il tutto, coprite la pasta con un telo e fatela riposare in un posto caldo per circa un’ora e fino a quando non è raddoppiata. Trascorso il tempo unite alla pasta la frutta candita tagliata a pezzetti, l’uva passa e i pinoli. Friggete le zeppoline versandole a cucchiaiate in abbondante olio ben caldo. Asciugatele sulla carta assorbente da cucina, spolveratele con lo zucchero a velo e servite ancora calde.

    Vino consigliato: dolce fruttato tipo Prosecco servito fresco.



    Dal 1 febbraio i turisti potranno prenotare i servizi pubblici on-line con "Venice Connected

    Prenotare la propria vacanza a Venezia dal 1 febbraio 2009 diventerà più facile, "a portata di clic", grazie al progetto "Venice Connected". Collegandosi a www.veniceconnected.com/it si potranno comprare direttamente on-line e a prezzo scontato i servizi pubblici della città:

    • i trasporti per Venezia e le isole
    • i trasporti da e per l'aeroporto via acqua
    • i trasporti da e per l'aeroporto via terra
    • il pedaggio nelle zone a traffico limitato ZTL degli autobus turistici
    • il parcheggio al Garage comunale (a Piazzale Roma)
    • i Musei Civici
    • i servizi igienici
    • i matrimoni nella sede del Municipio.

    Le tariffe muteranno, come da delibera, dal 1 febbraio.
    Per godere delle riduzioni, i biglietti andranno prenotati on-line almeno con 15 giorni di anticipo. Questo significa che dal 16 febbraio in poi scatterà la nuova tariffazione differenziata di Venice Connected. Il costo dei servizi pubblici varierà a seconda dei periodi di bassa, media e alta stagione, che saranno contrassegnati rispettivamente da giorni verdi, blu e rossi nel calendario disponibile sul sito. In questo modo non solo chi prenoterà on-line pagherà di meno, ma potrà anche conoscere anticipatamente "il grado di sostenibilità" della Città e conseguentemente scegliere se programmare la propria visita in momenti meno affollati.

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    Mercato delle maschere e dei costumi veneziani

    Particolare della locandina

    In Campo Santo Stefano a Venezia dal 14 al 24 febbraio 2009


    A Venezia l'antica arte dei maschereri è stata riscoperta alla fine degli anni '70 da alcuni appassionati che hanno ripreso e riproposto le antiche tecniche di produzione delle maschere in cartapesta.

    Le maschere esposte nella 25. edizione del "Mercato delle maschere e dei costumi veneziani" sono state realizzate a mano senza l'ausilio di alcuna macchina.

    L'evento è organizzato dalla Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, Associazione provinciale di Venezia.

    fonte