E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

mercoledì 31 dicembre 2008

Arriva la befana !!



lunedì 29 dicembre 2008

La dieta dopo le feste del dott. Pierluigi Rossi


Dieta Molecolare Vegetariana

La dieta ha lo scopo di recuperare una normale attività intestinale dopo i pranzi delle feste natalizie.
In questo periodo l’intestino è l’organo più affaticato dell’organismo ! Va aiutato con una sana e vegetale alimentazione.
I pasti sono cinque :colazione,spuntino della mattina,pranzo,merenda e cena.
Questo ritmo alimentare porta a mangiare ogni tre ore evitando variazione della glicemia con il vantaggio di non avere la spiacevole sensazione della fame.
Mantenere costante la glicemia procura anche un controllo nella secrezione della insulina,ormone responsabile dell’accumulo di grasso corporeo e della fame, quando viene secreta in dosi eccessive.
Le Calorie giornaliere sono attorno a 1.200 e la maggior parte sono concentrate nella prima parte della giornata quando il metabolismo corporeo è più attivo.
La dieta prevede alimenti in prevalenza di origine vegetale,con la presenza dello yoghurt, ricotta ed uovo . Quindi è una dieta ovo-latto-vegetariana,capace di ripristinare una sana e corretta funzionalità intestinale.
Inoltre la dieta apporta ,oltre una generosa dose di fibra alimentare,una quantità eccellente di acqua biologica ,contenuta negli alimenti vegetali crudi.
Una vera e propria “doccia vegetale” dell’intestino ! Appena svegli è consigliata una tazza di tè verde per le sue caratteristiche nutrizionali protettive,anti-ossidanti. Al termine della giornata è consigliaro un infuso di importanti piante carminative,contro il meteorismo intestinale : il finocchio e l’anice verde.
Inoltre la verdura e la frutta apportano dosi adegute di fitonutrienti
anti-ossidanti ,capaci di arginare gli effetti dei radicali liberi dell’ossigeno,molecole tossiche e aggressive contro le cellule ,che si sono formati in dosi preoccupanti con la abbondante alimentazione delle feste. E’ consigliato di non usare il sale,ma le varie erbe e piante aromatiche,quale scelta naturale per ottenere una azione drenante la ritenzione idrica corporea. La scelta delle varie minestre con verdure,cereali,legumi ha lo scopo di introdurre alimenti e liquidi utili per l’intestino.
Una dieta ovo-latto-vegetariana consente di introdurre livelli ottimi di potassio,magnesio e di calcio in grado di contribuire alla eliminazione di volumi idrici accumulato nell’organismo a seguito di eccesso di carboidrati introdotti in particolare con i dolci natalizi.
Lo yoghurt riveste un ruolo primario nella alimentazione dopo le feste perchè ripristina la giusta flora batterica intestinale,alterata con i pranzi natalizzi.
La dieta ha la durata di cinque giorni, il tempo giusto per recuperare il peso corporeo accumulato in questi giorni di festa e di proteggere l’intestino prima della tavola di fine-inizio anno.
Natale e Capodanno sono due feste fondamentali per la nostra tradizione,da celebrare con gioia e solennità a tavola, in libertà gastronomica e calorica. Il periodo di tempo intercorrente tra queste due feste è un intervallo da utilizzare per fare una alimentazione diversa ,“sospesa “ . Questa diversità la si concretizza nella dieta dei cinque giorni.
Il piacere gastronomico nelle feste ,la salute nel piatto nei giorni tra le feste !
Clicca l'icona per scaricare la Dieta Vegetariana 5 Giorni dal 26 al 30 Dicembre

domenica 28 dicembre 2008

Sampietroburgo

Glitter Photos
Glitter Words

TISANA CONTRO IL GONFIORE

• Anice semi gr. 10
• Finocchio semi gr. 40
• Camomilla romana gr. 40
• Passiflora gr. 30
• Biancospino gr. 40
• Valeriana gr. 15
Mettere in una tazza da the’ di acqua bollente un cucchiaino del mix di erbe e far riposare per 4 minuti.
Filtrare e bere dopo il pasto principale.

Fonte

venerdì 26 dicembre 2008

lunedì 22 dicembre 2008

Il lato "buono " della crisi : ci obbliga a darci da fare



di Francesco Alberoni

Di fronte alle difficoltà inattese, e oggi di fronte alla crisi economica possiamo avere due reazioni opposte: o di rifiuto o di adattamento. In Grecia c'è stata una reazione di rifiuto, guerriglia urbana, molotov. Anche in Italia qualcuno aspettava una cosa simile, ma tutto fa pensare invece che sia in atto una forma di adattamento. Il governo si è mosso sul piano finanziario e delle grandi opere, ma in più c'è un gran proliferare di nuove iniziative imprenditoriali e culturali e io ho l'impressione che sia iniziato anche un cambiamento dell'atteggiamento verso lo studio, il lavoro e la professione.

Negli ultimi trent'anni abbiamo avuto un notevole aumento del benessere e, poiché è diminuita la natalità ed è avvenuta una forte immigrazione, numerosi studenti delle scuole medie e dell'università non sentivano più lo studio come qualcosa di vitale per il loro avvenire. Pensavano che in qualche modo avrebbero provveduto i loro genitori. Altri si preparavano a diventare dottori, avvocati, giornalisti, funzionari, trascuravano le materie tecniche e non si preoccupavano di imparare un mestiere, che consideravano ormai territorio degli immigrati. Ma oggi che anche il loro padre, la loro madre, i loro fratelli hanno difficoltà economiche e paura del futuro, come reagiranno? La mia impressione è che essi abbiano già capito e stiano diventando più attenti, duttili, attivi.

La gente non cambia se non è costretta a farlo. Non ci mettiamo a lavorare finché non sentiamo sulla nostra pelle che non ci sono alternative. Non studiamo se non sentiamo che quell'insegnamento è importante. E impariamo solo se l'argomento ci attrae o comprendiamo che ci serve, che è essenziale. Quando troviamo un libro che ci affascina, lo divoriamo. Ci soffermiamo con avidità sulle parti più importanti, ce le ripetiamo mentalmente, e poi torniamo a rileggerle per imprimercele nella mente. Lo studente che ascolta passivamente l'insegnante e poi, tornato a casa, legge e rilegge pigramente la lezione anche dieci volte, non impara nulla. E quel poco che impara lo dimentica nel giro di due giorni. Noi ricordiamo solo ciò che vogliamo ricordare e ci sforziamo di ricordare.

E’ di questo che abbiamo bisogno oggi in Italia. Che la spinta del bisogno, della necessità risvegli la nostra volontà di apprendere, la nostra fantasia, la nostra creatività. In tutti i campi: nello studio, nel lavoro, nelle professioni, nella ricerca, nell'attività imprenditoriale

Fonte: Il Corriere della sera

Senza bisogno di chiedere


..............La squisita esperienza del non dover chiedere, purtroppo, è sempre più rara anche in famiglia e nella coppia. Narcisismo, egoismo, immaturità portano i diritti dell'Io individuale a diventare dominanti, pervadenti se non elefantiaci. E questo porta a minimizzare il piacere del dare, dell'anticipare , del sorprendere, anche, con un pensiero, un gesto affettuoso e gradito, un dono anche piccolissimo, ma "pensato". Egoismo, insensibilità e franca maleducazione portano d'altra parte a non saper apprezzare e ringraziare adeguatamente quando la cortesia viene fatta. Si dà tutto per ovvio o per scontato, senza nemmeno ringraziare con una telefonata o un biglietto affettuoso. Scoraggiando così i pochi che per educazione, per sensibilità personale o squisitezza d'animo amano ancora fare senza essere richiesti. Nella coppia come in famiglia, invece, l'arte di rendere felici ,anticipando il desiderio o il gusto dell'altro, è uno dei più potenti fattori di crescita dell'amore, della soddisfazione, dell'energia che nutre la motivazione a stare sempre meglio insieme. Certo, purché ci sia reciprocità. Un atteggiamento più spontaneo quando si è innamorati, ma che tende a smarrirsi se non viene sostenuto nel tempo anche da quel fattore sempre più negletto che è la buona educazione.
Sul fronte opposto , nel trionfo generale della maleducazione, aumenta la tendenza a non chiedere quando invece sarebbe necessario, opportuno o almeno gentile. Quel semplice: "Posso?", " Ti dispiace se?" ," Ti disturbo in questo momento?". Ed ecco le telefonate a tutte le ore , dando per scontato che uno non abbia nulla da fare se non ascoltare lamentele, chiacchiere inutili, pettegolezzi o futilità varie. Ecco l'autoinvitarsi a cena o a pranzo, dando per scontato che genitori o amici siano sempre felici di aver ospiti. Potrebbero anche esserlo, ma arrivare comunque , almeno ogni tanto, con un fiore o un piccolo pensiero inatteso, anche in famiglia, fa sentire apprezzate mamme e zie che lavorano a volte più di prima quando figli e figlie sono sposati. Per non parlare dell'uso e abuso dei nonni come babysitter affettuosi, preziosi, senza orario e ...gratuiti. Sono sorpresa di quante nonne, pur adorando i nipotini e accudendoli volentieri, siano affaticate e, a volte, frustrate dal vedere che tutto il loro lavoro è dato per scontato ,senza neanche un grazie, un abbraccio autenticamente affettuoso, una telefonata tenera inattesa, un biglietto che dica con un sorriso un moto di gratitudine che nasce dal cuore. E, ancora, ecco il prendere le cose in casa d'altri, fossero pure i genitori o i suoceri, senza chiedere, come se fosse un diritto automatico.
E allora? In tempi difficili, quando tensioni e irritabilità aumentano, gentilezza ed educazione diventano ammortizzatori sociali ancora più preziosi. Non si tratta di vetero formalismi. Nel saper fare , senza essere richiesti, c'è l'essenza dell'empatia e della capacità di sintonizzarsi con i sentimenti degli altri. Caratteristiche tipiche delle persone di rara qualità, che possiamo tuttavia tutti coltivare e migliorare, a livello familiare e professionale. Nel saper chiedere, con garbo e rispetto, e nel ricordarsi di ringraziare, c'è l'atteggiamento complementare che gratifica, premia e motiva chi , con un gesto, uno sguardo o un pensiero ci ha semplificato la vita o aiutati in un'incombenza o un momento difficile. Educare i propri figli a saper vedere quello che viene fatto per loro, a saper apprezzare e ringraziare significa aiutarli a far crescere quei magnifici strumenti di intelligenza emotiva e competenza sociale che si chiamano empatia e buona educazione.
Alessandra Graziottin
Fonte: Il Gazzettino

sabato 20 dicembre 2008

E SE.......

E se Gesù non fosse nato
-perché il Padre non l'avesse più mandato,
-perché Maria e Giuseppe non l'avessero più voluto,
-perché Erode fosse riuscito ad acciuffarlo in tempo,
-perché dal ricco Egitto non fosse tornato,
-perché semplicemente nessuno l'avesse riconosciuto.
Mio Dio, che disastro per noi!
Saremmo rimasti:
-con un Dio lontano,
-anzi con la paura di un Dio potente,
-senza significato della vita e del lavoro,
-incapaci di apprezzare semplicità e vita quotidiana,
-inabili a far famiglia o comunità,
-insensibili a dar solidarietà agli ultimi.
Mio Dio,che disastro anche per il mondo.
Vivere solo di previsioni del tempo,di fluttuazione
del petrolio e delle borse,di saldi e cene è stare alla
superficie. Vivere solo di affollamento di strade, di
mercatini e di informazioni inutili è perdersi in labi-
rinti senza uscite.La novità non è fatta dalla quantità
di cose da possedere,ma dalla qualità di valori da
vivere. Fermiamoci davanti ad un presepe (o meglio
a quella pagina del Vangelo ) e capiremo per quali
vie si arriva al Salvatore portandolo poi dentro la
nostra esistenza.
Un Dio senza porte né campanelli, un Dio senza
scorte di viveri né vestiti, un Dio senza orari e agen-
da di ricevimento; un Dio senza guardie del corpo né
megafoni ci crea certamente problemi, ci spoglia la
vita eppure..... solo di Lui ha bisogno il nostro Natale,
se no esso sarà una scatola bella,ma..... vuota.
" E' apparsa la grazia di Dio,apportatrice di salvez-
za." Solo con Lui sarà NATALE, il resto è inutilità e
stelle cadenti. Il nostro Natale (come la nostra vita)
ha bisogno di un Salvatore (Gesù significa Salvato-
re) : andiamo a Betlemme come i pastori.... e sarà
veramente Buono ,il Natale.
don Marco
Fonte: La Campana

Buon natale a tutti voi

mercoledì 17 dicembre 2008

Sport : nuova frontiera delle donne


Sportive per passione? Ancora una minoranza: solo il 16\%. La maggioranza delle donne italiane è sedentaria: inattiva o quasi. Del gruppo attivo da bambine, poche superano sportivamente il passaggio della pubertà: ben il 70\% delle ragazze abbandona ogni pratica agonistica nell'adolescenza. Per due gruppi di ragioni principali: l'impatto del ciclo sugli allenamenti e sul rendimento atletico, e l'effetto negativo di fattori ambientali. Dalla difficoltà di conciliare studio e sport all'abbandono della scuola, alla mancanza di incoraggiamento e sostegno familiare, alle difficoltà economiche. Se ne è parlato a Roma, nel corso di un Convegno Nazionale promosso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), cui ho partecipato sul tema di sport e salute delle adolescenti.

Sport come lusso o come amico della crescita, anche femminile? Purtroppo ancora oggi la maggioranza dei genitori considera lo sport, specie nelle ragazze, un fattore accessorio della loro crescita o, addirittura, una perdita di tempo rispetto allo studio. Non è così, anzi. Il profilo di rischio, fisico e psicosociale, delle ragazze inattive, che non praticano alcuna attività fisica né sport specifici, è inquietante. Un accurato studio finlandese, appena pubblicato da Kantomaa e collaboratori, ha dimostrato che le adolescenti inattive hanno un rischio raddoppiato di depressione e di disturbi dell'attenzione, specie a scuola: fattori che incidono sul rendimento scolastico, aumentando il rischio di insuccesso, emarginazione, solitudine e abbandono; un rischio addirittura triplicato di disturbi psicosociali, che includono anche la vulnerabilità all'uso di fumo, alcool e droghe; maggiori disturbi psicosomatici, inclusi i disturbi legati al ciclo, e maggior rischio di comportamenti fuori dalle regole, o francamente antisociali, rispetto alle coetanee fisicamente attive. Un'attenzione che dovrebbe indurci ad appassionare allo sport, iniziando dalla scuola dell'obbligo, anche le ragazze più povere e/o immigrate, che altrimenti hanno la massima probabilità di restare fuori dal gioco, inattive ed emarginate, con una significativa amplificazione dei rischi psicosociali, oltre che di quelli legati alla salute. Come? Per esempio, recuperando una pratica attiva dello sport fin dalle elementari (invece di limitarsi alla diffusa fiction con rare eccezioni -delle ore di educazione fisica) e tornando a dare spazio, attenzione e merito ai Giochi della gioventù o iniziative simili, a torto cancellati dai calendari della scuola dell'obbligo. Caro Ministro Gelmini, nella sua riforma includa anche la valorizzazione reale dello sport a scuola!

Essere sportive riduce solo molti rischi psicosociali, o si associa anche, in positivo, a tratti comportamentali e caratteriali che indicano un maggior senso di responsabilità e un maggiore equilibrio esistenziale? Molto dipende dalla motivazione per cui un'adolescente, ma anche un adulto, per la verità, fa sport. La motivazione può essere espressiva: di talenti e abilità, di un ideale dell'Io sportivo, che spesso è presente fin da piccolissimi, di intelligenza motoria, tattica ed emotiva, ma anche di sano gusto della competizione e della vittoria (gusto che ha una solida base neurobiologica). Oppure essere difensiva, rispetto a difficoltà, problemi, ansie e angosce che la giovane donna non riesce ad affrontare sul terreno psicologico. E sono poi queste le ragazze a rischio di costruire un rapporto ossessivo con lo sport, fino alla ben nota triade dell'atleta (donna): disturbi del comportamento alimentare, al limite dell'anoressia; alterazioni del ciclo fino all'amenorrea, ossia al blocco mestruale; e riduzione della densità ossea, fino ad una franca osteoporosi. Ecco che allora comprendere la motivazione conscia e inconscia per cui una ragazza fa sport è essenziale per aiutarla a viverlo nella dimensione espressiva, gioiosa e sana, evitando che questa pratica, ottima in sé, se esasperata diventi negativa per la salute. Aspetto ancora più importante per le atlete impegnate ad altissimi livelli di competizione.........

le sportive hanno stili di vita nettamente più sani, non fumano, raramente usano alcolici, non usano sostanze. Inoltre sono significativamente meno depresse delle coetanee inattive e possiedono una migliore autostima, anche perché più abituate a mettersi alla prova e ad affrontare gli ostacoli: un allenamento a migliorare non solo l'intelligenza motoria, ma soprattutto l'intelligenza emotiva e la capacità di autodisciplina. Un' impronta, uno stile, che le accompagnerà tutta la vita. Non ultimo, hanno un'immagine corporea nettamente migliore rispetto alle coetanee che non fanno sport.Un beneficio solo per le giovani? No, l'essere sportive per tutta la vita porta molti altri benefici. Fino alla menopausa e ad una luminosa vecchiaia, cui le sportive arrivano più in forma e con un minor rischio di osteoporosi e malattie cardiovascolari. E quando purtroppo capitano i problemi, come ad esempio un cancro, le donne fisicamente attive riescono a combatterli con maggior vigore: per esempio, l'incremento dell'attività fisica dopo una diagnosi di tumore del seno riduce del 45\% il rischio di morte in queste pazienti rispetto a quelle inattive. Eppure le italiane restano insensibili a questi vantaggi. Pur essendo fanatiche del naturale, non fanno poi la cosa più naturale del mondo: muoversi! Come fare per invertire questa tendenza? Pensando all'attività fisica con passione, come alla migliore amica della salute, della bellezza e del gusto di vivere.

Alessandra Graziottin

Fonte: Il Gazzettino

martedì 16 dicembre 2008

Sul blog di Laura ho trovato questo post che mi sembra molto interessante........


Un nuovo cassonetto, tutto trasparente, per lasciare abiti, lampadari, un ferro da stiro ed altri oggetti di piccole dimensioni che non servono più, è ora disponibile al Palaplip di via San Donà.

Quegli stessi oggetti gettati nei rifiuti, infatti, potrebbero servire ad altri

Per questo il cassonetto è speciale, oltre che trasparente per vedere con facilità cosa contiene ha le ante apribili, in modo che, chiunque lo voglia, in estrema libertà, può prendere ciò che all'interno più gli aggrada.

Alla Giudecca già è stato attivato un simile contenitore all'interno dell'iniziativa RifiutoConAffetto.
Il cassonetto, poi, è gestito da Mani Tese.

Ci sono altre possibilità per lasciare e scambiare abiti, mobili ed accessori usati con l'associazione Mobili non rifiuti (tel. 041.718139),
i Magazzini solidali (041.5353204) e la bottega Chi cerca trova in via Martiri della Libertà (041.5369739).
Info: stilinfo.ambientario@comune.venezia.it.

fonte: Il Gazzettino

mercoledì 10 dicembre 2008


Il Signore vivente

Gesù Cristo vive oggi, benedice e resta al fianco di quelli che credono in Lui e Gli obbediscono. Nel corso dei secoli, molti hanno riconosciuto l'importanza di Gesù e alcuni hanno esercitato una grande influenza sulla loro generazione.

Blaise Pascal, noto filosofo e fisico francese, ha parlato del bisogno dell'uomo di Gesù dicendo:"Nel cuore di ogni uomo c'è un vuoto che ha la forma di Dio e che solo Dio può riempire per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo".

La D'Avena canta "Buon Natale"

Venezia e l'acqua alta in piazza S.Marco

domenica 7 dicembre 2008

Consigli del Prof. Pierluigi Rossi


UVA URSINA: UN RIMEDIO CONTRO LE CISTITI E LE PROSTATITI
L’uva ursina ha una antica tradizione per guarire le cistiti nella donna e nell’uomo. Il suo principio attivo è
l’arbutina, che libera l’idrochinone, che agisce a livello urinario.
L’uva ursina ha una azione antisettica, calmante lo stimolo continuo della minzione e il dolore. Le preparazioni
di uva ursina possono essere trovate in farmacia o in erboristeria. L’assunzione di uva ursina la si può
associare ad una tisana a base di camomilla, può colorare le urine in bruno-verde (presenza di idrochinone).
L’uso è sconsigliato a persone gastrosensibili, durante la gravidanza, allattamento e in pediatria.
Per la piena azione dell’uva ursina è necessario rendere alcalina l’urina, con una alimentazione ricca di agrumi
(arance, limoni, pompelmo), kiwi, verdure fresche di stagione, acqua minerale con un pH superiore a 6
(controllare etichetta).
Per prevenire cistiti, prostatiti, è saggio controllare nell’esame dell’urina il pH, il valore giusto deve essere
superiore a 6, con valori più bassi il rischio cistite/prostatite è molto alto perché i batteri responsabili crescono
bene in una urina acida (pH inferiore a 6). Oltre al rischio infettivo, l’ urina acida vuol dire che l’intero
organismo produce un eccesso di scorie acide, è un organismo che invecchia e degenera prima.
Dato che l’arbutina si dissolve meglio nell’acqua in ebollizione, è indicato preparare la pianta come decotto. Il
decotto è più attivo dell’infuso, ma ha un sapore più amaro, da correggere con un cucchiaino di miele.

DECOTTO DI UVA URSINA
• Un cucchiaino di foglie in polvere (2 grammi) in una tazza di acqua fredda
Portare alla ebollizione e lasciar bollire per 15 minuti. Filtrare e bere 3-4 tazze al giorno.
Aggiungere nel decotto una puntina di bicarbonato di sodio per alcalinizzare le urine e un cucchiaino di miele
di arancio

ALIMENTAZIONE E INFLUENZA


ASPIRINA NATURALE
Temperatura corporea elevata, sudorazione intensa con perdita di acqua e minerali, riduzione dell’appetito,
dolore osteo-articolare e muscolare sono sintomi sempre presenti durante l’influenza.
Possono essere controllati con una alimentazione composta con cibi di origine vegetale contenenti:
Minerali
• Vitamine
• molecole ad azione anti-ossidante contro i radicali liberi dell’ossigeno
• dosi generose di acido acetilsalicilico
La presenza dell’acido acetilsalicilico, quale componente naturale di vari alimenti vegetali, contribuisce al
controllo della temperatura corporea, svolgendo la stessa azione dell’aspirina, composta anch’essa di acido
acetilsalicilico. Gli alimenti non contengono solo principi nutritivi apportatori di energia, di Calorie, ma anche
molte molecole naturali dotate di funzioni assai utili all’organismo umano durante un periodo influenzale.
LE SPEZIE E L’ INFLUENZA
Le spezie sono gli alimenti contenenti le più alte concentrazioni di salicilati. Sono ottenute da radici, corteccia,
frutti, bacche di piante. Provengono da paesi dal clima caldo, torrido dove le popolazioni ne fanno un largo
uso.
Durante l’influenza febbrile il corpo umano è come se vivesse in un ambiente con il clima caldo e torrido.
Cosicchè le spezie possono essere di valido aiuto al malato influenzale, come sono utili a chi vive in un clima
torrido.
Il curry è una miscela di spezie in polvere di composizione molto variabile. Comprende quasi sempre pepe
nero, comino, coriandolo e cannella ed eventualmente noce moscata, chiodi di garofano, zenzero e
peperoncino. La natura delle spezie utilizzate e le loro proporzioni danno ai diversi curry sapori molto
differenti, dal dolce al piccante. Il curry è la spezia con il più alto contenuto di acido acetilsalicilico. Ottimo
piatto molto indicato è riso con curry e carne bianca di pollo. Il curry può essere utilizzato in piatti di carne,
pollame, frutti di mare, uova e formaggi, minestre, salse e insalate.
La paprika o il peperoncino in polvere occupa il secondo posto per il suo contenuto di acido acetilsalicilico, da
utilizzarsi per migliorare il gusto e l’appetibilità di piatti di carni, pesci, formaggi, salse e condimenti.
Mangiare più speziato è un consiglio nutrizionale da attuare durante le febbre influenzale. Le spezie sono
dotate di precise azioni fisiologiche, oltre a stimolare l’appetito, favoriscono una maggiore secrezione di acido
cloridrico nella cavità gastrica. Ciò rende più rapida la digestione delle proteine, che devono essere introdotte
con una maggiore dose durante la febbre.
Le spezie esercitano una azione vasodilatatrice cutanea favorendo così la liberazione del calore corporeo
attraverso la sudorazione, necessaria per il riportare la temperatura corporea a valori normali. Senza la
sudorazione la temperatura corporea salirebbe a valori incompatibili con la vita.
Contengono,inoltre, generose dosi di caroteni, potassio, magnesio e sodio, minerali che vengono persi
durante la sudorazione e che quindi devono essere maggiormente introdotti durante le febbre.
Tra le erbe aromatiche il timo è la più ricca di acetilsalicilico, seguito dal rosmarino.
Il timo può essere usato per insaporire brodi, minestre, piatti di carne e di verdure.
Le arance oltre al loro alto contenuto in vitamina C, di acido citrico e minerali sono ricche di acido
acetilsalicilico, assicurando così una doppia azione protettiva utile durante l’influenza. Questi stessi alimenti
non sono indicati nelle persone con allergia all’acido acetilsalicilico.
TABELLA DEGLI ALIMENTI CONTENENTI ACIDO ACETILSALICILICO
(dose di salicilati espressa in mg in 100 grammi di alimento)
ASPIRINA NATURALE
CURRY…………………………………218
PAPRIKA……………………………… 203
TIMO………………………………… 183
ROSMARINO………………………… 68
ORIGANO……………………………… 66
SALSA WORCESTERSHIRE………….64
CUMINO……………………………….. 45
CANNELLA…………………………… 42,6
MOSTARDA…………………………… 26
ANICE………………………………….. 22,8
PEPE CAYENNE………………………. 17,6
CARDAMONO………………………… 7,7
TE TETLEY ………….………………. 5,5
MIRTILLI………………………………. 5,1
TE BUSHELLS ………….……………… 4,7
DATTERI………………………………. 4,5
BASILICO……………………………… 3,4
ALBICOCCA…………………………… 2,5
ARANCE……………………………….. 2,4
SALSA DI POMODORO………………. 2,4
ANANAS……………………………… 2,1
INDIVIA……………………………… 1,9
UVA……………………………………. 1,8
FRAGOLE……………………………… 1,3
OLIVE VERDI………………………….. 1,3
RADICCHIO ROSSO…………………… 1,2
PEPE ROSSO CHILI……………………. 1,2
CICORIA……………………………….. 1


INFUSO DI TIMO
Il timo è una pianta che emana un odore aromatico forte e gradevole, contiene principi attivi utili durante la
febbre influenzale come il timolo, acido ursolico, acido acetilsalicilico, flavonoidi.
Può essere assunto come pianta aromatica oppure come infuso da preparare in casa propria.
Prendere 2,5 – 5 grammi di timo ogni 100 ml di acqua, bollire 2-3 secondi, tenere in infusione 10 minuti.
Si consiglia una tazza pro dose, 3-4 volte al giorno tra i pasti o dopo i pasti.
Per le affezioni dell’albero respiratorio usare l’essenza di timo per inalazione, suffimigi.
Il timo può svolgere una azione farmacodinamica come antisettico delle vie respiratorie, espettorante
fluidificante delle secrezioni bronchiali. Data la buona presenza di salicilati svolge una azione simile
all’aspirina, ovviamente in rapporto alla sua specifica concentrazione. Non è consigliato in chi soffre di allergia
all’acido acetilsalicilico.


DECOTTO PER LA INFLUENZA
Due chiodi di garofano ed una piccola porzione di corteccia di cannella in una tazza di acqua.
Portare ad ebollizione e far bollire per tre minuti.
Lasciare poi in infusione per 20-30 minuti a fuoco spento e con il recipiente coperto.
Filtrare e aggiungere il succo di un limone ed un cucchiaino di miele

Prof Pier Luigi Rossi
Medico Specialista in Scienza della Alimentazione
Ospedale San Donato Arezzo
Direttore Scuola di Alimentazione Consapevole
info@pierluigirossi.it

influenza in arrivo


Rosanna Lambertucci
Ha intervistato
Il Prof. FABRIZIO PREGLIASCO
Urologo, Univesità di Milano

Quest'anno si prevede l'arrivo dell'influenza "australiana" che, a quanto pare, sarà particolarmente
aggressiva…. Come mai si dice che quest'anno l'influenza sarà più cattiva del solito?
Perché ci sono tre nuovi virus che vedono “scoperta” la maggior parte della popolazione. Questo renderà molti
più soggetti suscettibili al virus, vi saranno molti più casi. Non si tratterà proprio una “pandemia”, ma sarà
comunque una stagione particolarmente intensa. È una diffusione alla quale non siamo più abituati perché
negli ultimi tre o quattro anni circolavano virus che erano sempre gli stessi, si mescolavano fra di loro e quindi
gran parte della popolazione se la scampava.
Gli ultimi anni siamo stati su valori di 2 milioni, 2 milioni e mezzo, di casi, quest'anno ci sono le condizioni
potenziali per arrivare a cinque milioni, che è comunque da considerarsi una stagione “media”. Niente di
“mostruoso” dal punto di vista dell'intensità complessiva però occorrerà tener sotto controllo tutti gli effetti di
danno per i soggetti più a rischio. Per gli adulti si tratterà per lo più di fastidi, mentre per i soggetti più fragili, e
in particolarmente gli anziani con problemi cardiaci o respiratori, anche di possibilità di decesso o, comunque,
complicanze non da poco.
Quali saranno i sintomi di questa influenza?
La vera influenza si riconosce per tre caratteristiche:
• febbre alta con esordio brusco
• dolori muscolari, articolari
• sintomi respiratori, in particolare tosse molto secca.
Se non ci sono queste tre caratteristiche e un soggetto si sente male accusando sintomi differenti è probabile
che sia affetto da altri virus “parainfluenzali”. L'impatto complessivo sulla popolazione di questi virus paralleli è
legato anche a queste forme, anche se volgarmente si dice “mi sono fatto l'influenza”.
Questa influenza colpisce anche l’intestino?
No, quella intestinale non è vera influenza. Si tratta, per lo più, di coronavirus o enterovirus, i quali hanno sì
una via di trasmissione simile, ma non sono la stessa cosa. La vera influenza è però quella che preoccupa di
più a livello medico, perché causa complicanze maggiori.
Spesso, ai primi sintomi influenzali, diventiamo tutti dei medici provetti, nel senso che andiamo in
farmacia e da soli ci prescriviamo i farmaci da prendere…..
Purtroppo è una cattiva abitudine che abbiamo un po’ tutti. Certamente in Farmacia si trovano degli ottimi
prodotti da banco – che non hanno bisogno della prescrizione – che servono, lo ricordo sempre, non per far
sparire il raffreddore ma per alleviare i sintomi, nel senso che ci fanno sopportare meglio gli stati febbrili, il mal
di testa, il dolore alle ossa ecc.
Quelli che sono importanti da prendere sono i farmaci antivirali da utilizzare entro 48 ore dall’insorgenza
dell’influenza per evitare la replicazione del virus e contemporaneamente ridurre la sua diffusione e il contagio
ad altre persone.
Un altro errore invece che facciamo è quello di prendere gli antibiotici. C’è una campagna del MINISTERO
DELLA SALUTE contro l’abuso di antibiotici. Noi italiani purtroppo ne consumiamo troppi. L’uso degli
antibiotici, infatti, risulta inutile se non dannoso perché nel caso dell’influenza o raffreddore non si tratta di
malattie virali e non batteriche. La cura antibiotica ha un senso solo se si verificano complicanze di origine
batterica come broncopolmoniti o polmoniti.
Si puo’ prevenire l’influenza? Il vaccino e’ utile o no?
L’unica arma di prevenzione e’ il vaccino che io consiglio di fare alle persone a rischio o che ha familiari a
rischio: per esempio genitori di bambini piccoli, chi ha nonni anziani in casa….
La stagione invernale complessivamente costringe a letto circa una decina di milioni di casi, la maggior parte
per pochi giorni. Questa confusione fra malattie stagionali e influenza può aggravare il pregiudizio negativo
che si ha nei confronti dei vaccini. Perché è logico che un soggetto vaccinato si possa ammalare per altri
virus, come un banale raffreddore, ad esempio, ma eviterà quasi sicuramente le complicazioni che l'influenza
vera e propria potrebbe arrecargli.

Alleanza tra le banche degli occhi

Per aiutare i bambini a vedere,nasce il coordinamento fra i quindici centri attivi in tutta la penisola

Un coordinamento tra Banche degli occhi per permettere ai bambini fino a 12 anni di tornare a vedere. L'accordo è stato siglato al Ministero della Salute ed è il primo protocollo nazionale che impegna 15 banche degli occhi e vede Mestre, con la Fondazione Banca degli occhi, capofila di questa iniziativa.

Questo lo scopo del progetto "Una cornea per un bambino", promosso dalla Società Italiana Banche degli Occhi (SIBO), di cui è presidente Diego Ponzin direttore medico di Banca degli occhi del Veneto, in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti.L'attività di donazione delle cornee è in netto aumento e vede anche per quest'anno la Banca degli occhi di Mestre in prima fila. I donatori di cornea sono passati a livello nazionale dai 5985 del 2007 ai 6.056 del 2008, mentre i trapianti effettuati alla fine dell'anno saranno 4526 trapianti contro i 4196 dell'anno scorso.

Le patologie dell'occhio colpiscono anche pazienti in età pediatrica, in alcuni rari casi anche bambini di età inferiore ad un anno sono stati sottoposti a trapianto, ma non sempre sono a disposizione i tessuti che possano andare bene per i bambini.«Oltre alla più difficile esecuzione chirurgica e al dopo intervento nel caso di pazienti molto giovani, il trapianto di cornea in età pediatrica può essere quasi sempre considerato un intervento da eseguire con urgenza - spiega il presidente di SIBO, Diego Ponzin - se il paziente ha meno di 5-6 anni, infatti, il trapianto di cornea serve ad assicurare lo sviluppo di una normale funzione visiva dell'occhio che, in caso contrario, può rimanere ambliope (cosiddetta sindrome dell'occhio pigro). In ogni caso, il veloce ripristino della funzione visiva è essenziale per un corretto sviluppo psico-fisico dei bambini».

Uno studio effettuato da SIBO su 3.200 trapianti di cornea eseguiti in Italia da gennaio 2007 a giugno 2008 (circa il 40\% del totale dei trapianti eseguiti in Italia nello stesso periodo) dimostra che il fabbisogno di tessuti corneali per riceventi di età uguale o inferiore a 12 anni potrebbe essere di 1 - 2 cornee ogni mese.

«La firma dei responsabili delle 15 banche degli occhi italiane sancisce l'impegno a rintracciare in tutto il territorio nazionale il tessuto migliore e più adatto - ha confermato il Direttore del Centro Nazionale Trapianti, Alessandro Nanni Costa - L'accordo permetterà inoltre la realizzazione da parte di SIBO di un data base per registrare, in forma anonima, le informazioni relative al tessuto e agli interventi, in modo da produrre un report annuale sull'utilizzo dei tessuti in età pediatrica».

Il compito di una banca degli occhi è raccogliere, selezionare, conservare e distribuire cornee idonee e altri tessuti oculari, per chirurgia elettiva o interventi urgenti. Le banche degli occhi devono distribuire i tessuti secondo principi etici (coloro che erogano servizi sanitari hanno il dovere di accertarsi che essi siano di buona qualità e disponibili per tutti coloro che ne hanno bisogno).

Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Onlus, nata da una idea di Giovanni Rama e dell'imprenditore Piergiorgio Coin, è il centro di riferimento regionale per i trapianti di cornea del Veneto ed è la maggior banca d'Italia. Oggi è presieduta dall'ing. Giovanni Mazzacurati. É stata la prima banca italiana iscritta nell'elenco delle Banche di Tessuti certificate dal Centro Nazionale Trapianti. É in grado inoltre di distribuire alle 234 strutture che si rivolgono, lembi di cellule staminali corneali ricostruiti in vitro per la cura di patologie oculari non curabili con il solo trapianto di cornea.

Daniela Boresi

Impariamo a credere in noi stessi di Vera Slepoj

L'angoscia è il risultato emotivo delle nostre paure, sentimento antagonista del nostro equilibrio psicologico, fa parte della declinazione emotiva e di uno stato diffuso dell'insicurezza e dell'instabilità di una situazione che l'individuo ritiene di non poter controllare.

L'angoscia arriva così, repentinamente e non prevede l'ausilio della razionalità né tantomeno della ragionevolezza, angoscia e perdita proprio del controllo razionale. Continua qui

Fonte: Il gazzettino



Ponte della libertà



Montato il gard-rail mobile. Così non resteremo più imbottigliati sul collegamento translagunare
Ecco il guard-rail mobile. Quello che ci salverà in caso di incidenti sul Ponte della Libertà. E' stato montato in questi giorni da Veneto Strade. Funziona così: il guard-rail è stato tagliato e imbullonato. Se c'è l'incidente si tolgono i bulloni e, con una manovella, si fanno scendere le ruote. Una volta poggiato sulle ruote, il guard-rail funziona come una porta che si apre e si chiude. Vuol dire, in sostanza, che in caso di incidente, basta aprire il guard-rail immediatamente prima dell'incidente e automaticamente si trasforma la corsia opposta - normalmente a doppio senso - del ponte della Libertà, in una strada a doppio senso alternato. I varchi, cioè i guard-rail tagliati e rimontati sono posizionati ogni 500 metri, proprio per consentire un intervento flessibile. E' una rivoluzione per il ponte della Libertà, da sempre cruccio soprattutto dei pendolari che finiscono imbottigliati e senza via di fuga, se c'è l'incidente. Adesso invece il ponte può restare bloccato solo in un caso e cioè se l'incidente è doppio, cioè su entrambe le corsie, in andata e in ritorno.

Ma siccome l'altro grosso problema è quello dell'informazione, ecco che il Comune sta per intervenire piazzando cinque pannelli a messaggio variabile che saranno installati prima del ponte e avvertiranno gli automobilisti in caso di incidenti.

Fonte: il Gazzettino


sabato 6 dicembre 2008

Da Verona gli auguri di Natale in chiave pop

Domani al teatro Filarmonico il concertone benefico che Raidue proporrà il 24 dicembre con un importante cast di stelle internazionali

«Ho qualche linea di febbre, un po' di tosse, ma oggi sono qui e nulla mi impedirà di presentare domenica alle 19 al Teatro Filarmonico di Verona il Concerto di Natale. In tanti anni d'attività quest'appuntamento di Natale è quello che più mi emoziona. Lo condurrò anche in barella».

È una Mara Venier spumeggiante, nonostante un forte raffreddore che preoccupa gli organizzatori dell'evento veronese e soprattutto Rai 2 che lo deve mandare in onda come evento clou della sera della vigilia, quella che ieri a Verona in municipio ha presentato la sedicesima edizione del Concerto di Natale che, per la seconda volta consecutiva, dopo essere nato in Vaticano, sviluppato a Montecarlo, approda a Verona. E con lei a presentare l'evento c'erano Lola Ponce e Angelique Kidjo, cantante del Benin da anni impegnata a fianco dell'Unicef e dei Salesiani. L'evento benefico, destinato quest'anno a raccogliere fondi per i ragazzi di strada di Haiti ed in particolare per il progetto " Haiti chiama" dell'Opera missionaria Don Bosco, è organizzato dalla Prime Time Promotions, in collaborazione con il Comune, la Camera di commercio e la Provincia di Verona, la Regione Veneto, la Fondazione Arena di Verona. «Siamo felici di essere ancora una volta a Verona a collaborare con la Prime Time per quest'iniziativa dice don Donato Lacedonio, portavoce dell'Opera Don Bosco - Con loro abbiamo già organizzato quest'anno il concerto di Torino a fine giugno e la corsa dei Santi a Roma a novembre, entrambi destinati alla beneficenza per Haiti». «Oggi Haiti è il Paese più povero di tutta l'America con 5 haitiani su 10 che sono sotto la soglia della povertà. Il 54\% della popolazione sopravvive con meno di 1 dollaro al giorno e il reddito procapite è di 480 dollari all'anno spiega don Esteban Ortiz, responsabile per il Centro America dell'Opera Don Bosco - Ad Haiti i nostri missionari stanno portando avanti un lavoro con i ragazzi di strada della capitale Port au Prince, un'opera iniziata nel 1998». La presenza dei Salesiani di Don Bosco ad Haiti risale al 1936. Oggi vi sono 10 comunità Salesiane per un totale di 65 missionari che lavorano soprattutto con i giovani nella formazione integrale della persona e nell'abilitazione al lavoro. «Il 70\% della popolazione non ha lavoro stabile - riprende don Esteban - A Port au Prince vivono 5 mila ragazzi nelle strade, rubando, vendendo qualcosa. Noi abbiamo lanciato il progetto Lakay, che in creolo significa casa. Si parte da un approccio educativo nella strada stessa, arrivando a raggiungere 2000 ragazzi. Poi, li invitiamo a partecipare ai nostri incontri nel cortile, Lacu in creolo, del nostro centro dove possono andare e uscire liberamente. Oggi il Lacu è frequentato da 800 ragazzi. E di questi, 180 si fermano anche a vivere nella casa». Nel centro si insegna meccanica, falegnameria, informatica e ogni anno 60 ragazzi escono dalla casa dei Salesiani con un'abilitazione al lavoro. Il concerto dello scorso anno, finalizzato ad una raccolta di fondi per un centro d'accoglienza per i ragazzi in fuga dal Darfur, ha visto la raccolta di 436.640 euro. «Quei soldi hanno permesso la costruzione di due dormitori per 400 ragazzi, già attivi, e ora la realizzazione di laboratori e la dotazione di una cassetta di attrezzi di lavoro per ognuno di questi ragazzi», chiarisce don Lacedonio.

«Non possiamo che essere felici di ospitare a Verona quest'evento e la Fondazione Arena di Verona non poteva mancare all'appuntamento avverte il sovrintendente dell'Arena, Francesco Girondini. L'orchestra areniana ha in corso una sperimentazione, che ha già visto sette serate in Arena con Luciano Ligabue, con artisti del pop e quindi la sua partecipazione alla serata è obbligatoria». Il concerto vedrà Mara Venier condurre un grande cast di cantanti, a partire da Lola Ponce e Giò di Tonno che presenteranno la canzone di Disney della Bella Addormentata e la nuova Come stai?, per arrivare, solo per dirne alcuni, a Giusy Ferreri, Zach Ashton, Gigi D'Alessio, Anna Tatangelo, Irene Grandi, Loreena McKennitt, Andrea Mingardi, il tenore Piero Mazzocchetti, la Pfm, i Neri Per Caso, Katia Ricciarelli e Dionne Warwick. «Lo faccio da sempre questo concerto dice Renato Serio, direttore d'orchestra - ma ogni volta è un'emozione. E anche se i brani sono spesso gli stessi, si assiste sempre a delle nascite curiose, per esempio Angelique proporrà un'interpretazione africana di Only Night». «Mi auguro che ci sia tanta gente per passare una bellissima serata. Come sempre sarà una festa e vi assicuro che, anche se sappiamo che è registrata, siamo entrati, lo scorso anno, veramente come se fosse la vigilia di Natale. Che devo dire: grazie Verona».

Massimo Rossignati

Fonte: Il gazzettino

Regolamento sulle piste da sci


Sii prudente, sei responsabile. Rispetta le 12 regole di comportamento FIS

  1. Gli utenti delle piste devono comportarsi in modo da non mettere in pericolo e non recare pregiudizio agli altri.
  2. Qualsiasi utente delle piste deve adattare la sua velocità e il suo comportamento alle proprie capacità personali e anche alle condizioni delle piste, del tempo, allo stato della neve e alla densità del traffico.
  3. La persona che si trova a monte e nella posizione di poter scegliere una traiettoria: deve quindi sceglierla in modo tale da preservare la sicurezza di qualsiasi persona che si trova a valle.
  4. Il sorpasso può essere effettuato tanto a monte quanto a valle, sulla destra o sulla sinistra, ma sempre a una distanza tale da consentire le evoluzioni dello sciatore sorpassato.
  5. Dopo una sosta o all'incrocio delle piste, qualsiasi utente deve assicurarsi, a monte e a valle, che può inoltrarsi sulla pista senza pericolo per gli altri e per se stesso.
  6. Ogni utente deve evitare di fare una sosta nei passaggi stretti o senza visibilità; in caso di caduta, deve lasciare la pista il più presto possibile.
  7. Chi è costretto a salire o scendere per una pista a piedi deve usare il bordo della pista, facendo attenzione che nè lui, nè il suo materiale rappresentino un pericolo per gli altri.
  8. L'utente deve tenere presenti le informazioni sulle condizioni del tempo, delle piste e della neve. Deve rispettare la palinatura e la segnaletica.
  9. Qualsiasi persona testimone o attore di un incidente deve prestare assistenza dando l'allarme, in caso di bisogno e a richiesta dei volontari del pronto soccorso, deve mettersi a loro disposizione.
  10. A richiesta degli agenti addetti al controllo delle piste, ogni sciatore è tenuto a fornire le proprie generalità presentando un documento di riconoscimento, allorchè venga coinvolto in un incidente o ne sia testimone.
  11. E' buona norma che ognuno non curvi sul bordo della pista, ma lasci sempre uno spazio sufficiente per agevolare il suo sorpasso.
  12. Bisogna prestare attenzione alle traiettorie degli sciatori in considerazione del tipo di sci utilizzato, smowboard, telemark, fun caving ecc.
  • Il più grande pericolo dello sciatore-scalatore, sono le valanghe. E' molto difficile valutare pendii innevati circa la loro pericolosità., pertanto occorre molta esperienza. Prima di avventurarsi in un'escursione sciistica, è assolutamente necessario informarsi sulla momentanea situazione di pericolo di valanghe, poiché infortuni di questo genere hanno quasi sempre esito tragico. In caso di pericolo di valanghe, non si deve sciare fuori pista.
Alcuni consigli per chi scia fuori pista
  • Non allontanatevi, per nessuna ragione, dalle piste preparate e marcate, sia nel bosco che in altre zone alpine.
  • Non compromettete in nessun caso, né voi né altri sciatori, sciando in maniera incontrollata.
  • Attenetevi sempre alle indicazioni del personale degli impianti di risalita e seguite i cartelli indicatori.
  • Prestate il primo soccorso in caso di incidente, informate immediatamente dell'accaduto un addetto all'impianto di risalita o il servizio-soccorso-piste.
Fonte:http://www.altemontagne.it/

In montagna tutto pronto per l'assalto alle piste

In Veneto e Friuli i monti sommersi dalla neve

Condizioni ideali per sciare, ma occhio alle valanghe. Un ponte di Sant'Ambrogio così non se lo ricordavano da anni, sulle montagne del Nordest, letteralmente sommerse dalla neve. Ieri sono caduti gli ultimi fiocchi, ma non si segnalano difficoltà nella viabilità. L'unico problema è quello del pericolo valanghe, che tiene ancora chiusi i passi Falzarego (dove comunque si arriva da Cortina), Valparola, Gardena, Fedaia e Rolle. Il rischio è marcato in Veneto dove, secondo le analisi dell'Arpav, sono possibili distacchi spontanei di valanghe a lastroni. Il manto nevoso supera i due metri oltre i duemila metri di quota: aperti tutti gli impianti.
Un ponte di Sant'Ambrogio così non se lo ricordavano da anni, sulle Dolomiti e in Carnia, letteralmente sommerse dalla neve. Ieri sono caduti gli ultimi fiocchi, ma non si segnalano difficoltà nella viabilità. L'unico problema è quello del pericolo valanghe, che tiene ancora chiusi i passi Falzarego (dove comunque si arriva da Cortina), Valparola, Gardena, Fedaia e Rolle. Il rischio è marcato (grado 3 su scala di 5) in Veneto dove, secondo le analisi dell'Arpav, sono possibili distacchi spontanei di valanghe a lastroni. Il manto nevoso supera i due metri oltre i duemila metri di quota, il che ha consentito a tutti i comprensori di aprire in un solo colpo praticamente tutti gli impianti di risalita e i relativi collegamenti. E da oggi dovrebbe tornare il sole, con l'Arpav che da prevede bel tempo fino a martedì.

Aperte buona parte delle piste sulCivetta, che a Col dei Baldi festeggia addirittura i due metri e mezzo di neve fresca. Funziona da ieri anche il collegamento con Selva di Cadore, mentre quello tra Zoldo e Alleghe lo era da tempo. Stessa situazione ideale anche aFalcade, dove proprio ieri la gigantista azzurra Karen Putzer ha inaugurato la nuova e lunga pista che dal Col Margherita scende fino al passo San Pellegrino. Ma non è questa l'unica novità del comprensorio delle Tre Valli. Sul versante Trentino, infatti, da oggi funziona anche la nuovissima cabinovia che da Moena Ronchi sale diretta verso l'Alpe di Lusia. Per restare in Agordino, funzionano tutte le seggiovie e le funivie diArabba, dove sono attesi anche i molti sciatori del Sella Ronda. Si scia anche sulla Marmolada.

Impianti e alberghi in buona parte aperti pure a Cortina d'Ampezzo, che quest'anno festeggia finalmente il collegamento tra la ski area delle 5 Torri e il Falzarego. Le abbondanti nevicate hanno consentito di aprire le piste anche delle stazioni "minori", da Auronzo a Misurina, da San Vito di Cadore a Monte Croce Comelico. Stessa situazione in Alto Adige. La ski area diPlan de Corones è tutta aperta, come pure anche a Sesto Pusteria, dove per la prima volta aprono anche gli impianti della Croda Rossa.

Numerosi gli impianti e le piste aperte anche aSan Martino di Castrozza, in val di Fiemme e a Obereggen, in val di Fassa e naturalmente in Val Badia e in Val Gardena. Tanto per dare un'idea della situazione ideale che si è determinata per gli amanti dello sci, basti dire che su 1200 chilometri di piste comprese nel Dolomiti Superski, oggi ne sono aperti addirittura 1050. La situazione è naturalmente in divenire, al punto che tra oggi e domani potrebbero essere aperti altri impianti e piste. Il problema maggiore, paradossalmente, è proprio quello della grande quantità di neve caduta e del pericolo di slavine, ancora altissimo.

Una situazione però ideale per gli operatori, che ha consentito anche a delle piccole stazioni prealpine, come il Nevegal a Belluno e il Monte Avena, sopra Feltre, di aprire finalmente gli impianti prima del Natale. Sull'altopiano diAsiago, oltre a 10 impianti di risalita su 17, sono aperti tutti e 7 i centri del fondo, con 325 chilometri di piste.Festeggiano la nevicata anche in Friuli, dove anche qui gli unici problemi sono dovuti proprio alla grande quantità di neve, che rende difficile la preparazione di alcune piste. Un manto nevoso che permetterà anche agli amanti del fondo di sfogarsi sui dieci chilometri dell'Arena Paruzzi diTarvisio, sui sette chilometri della Alta Saisera a Malborghetto-Valbruna, sui quattro di Valbruna e i quattro della piana di Camporosso. Per gli impianti di risalita aprono la parte alta della Di Prampero (fino alla stazione intermedia della telecabina), i campetti campo-scuola di Tarvisio e la pista tripla di Tschopfen (sempre a Tarvisio). A Sella Nevea sarà aperta la pista Canin (tre chilometri per i principianti e due e mezzo per l'agonismo); oltre ad alcune sciovie.

Situazione migliore a Forni di Sopra, dove oggi saranno attivati tutti gli impianti (16 chilometri di discesa e 13 di fondo). Bene pure a Ravascletto dove apre tutto a eccezione della seggiovia Cima Tamai e della sciovia Ardenis; sabato sarà aperto pure l'anello di fondo; entro domenica ogni pista sarà aperta in tutti le sue parti. Info 0433.66033. Nel comprensorio delloZoncolan, a Sauris, ieri ha nevicato tutto il giorno; lo spessore va dai 50 centimetri al metro ed è compatto (informazioni allo 0433.866784). Stesse condizioni aPiancavallo dove, fino a ieri, i chilometri aperti erano sei. In generale, fa sapere Promotur, il programma dell'apertura dei poli sciistici (dati in tempo reale si possono leggere sul sito www.promotour.org) è indicativo e suscettibile di variazioni, anche senza preavviso.

Ugo Pollesel

Fonte: Il Gazzettino

venerdì 5 dicembre 2008


Il mago di Natale

Gianni Rodari

S'io fossi il mago di Natale

farei spuntare un albero di Natale

in ogni casa, in ogni appartamento

dalle piastrelle del pavimento,

ma non l'alberello finto,

di plastica, dipinto

che vendono adesso all'Upim:

un vero abete, un pino di montagna,

con un po' di vento vero

impigliato tra i rami,

che mandi profumo di resina

in tutte le camere,

e sui rami i magici frutti: regali per tutti.

Poi con la mia bacchetta me ne andrei

a fare magie

per tutte le vie.

In via Nazionale

farei crescere un albero di Natale

carico di bambole

d'ogni qualità,

che chiudono gli occhi

e chiamano papà,

camminano da sole,

ballano il rock an'roll

e fanno le capriole.

Chi le vuole, le prende:

gratis, s'intende.

In piazza San Cosimato

faccio crescere l'albero

del cioccolato;

in via del Tritone

l'albero del panettone

in viale Buozzi

l'albero dei maritozzi,

e in largo di Santa Susanna

quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?

La magia è appena cominciata:

dobbiamo scegliere il posto

all'albero dei trenini:

va bene piazza Mazzini?

Quello degli aeroplani

lo faccio in via dei Campani.

Ogni strada avrà un albero speciale

e il giorno di Natale

i bimbi faranno

il giro di Roma

a prendersi quel che vorranno.

Per ogni giocattolo

colto dal suo ramo

ne spunterà un altro

dello stesso modello

o anche più bello.

Per i grandi invece ci sarà

magari in via Condotti

l'albero delle scarpe e dei cappotti.

Tutto questo farei se fossi un mago.

Però non lo sono

che posso fare?

Non ho che auguri da regalare:

di auguri ne ho tanti,

scegliete quelli che volete,

prendeteli tutti quanti.

UItilizzo delle cellule staminali in chirurgia estetica

Intervista a cura di Rosanna Lambertucci

Prof. Scuderi oggi si legge sempre più spesso dell’utilizzo di terapie cellulari, delle cellule staminali,
nel campo della medicina …questo sarà il futuro anche per quanto riguarda la medicina e chirurgia
estetica?
Si in medicina ormai l’utilizzo delle staminali sta aprendo un nuovo filone si pensi al recente trapianto di
trachea in Spagna effettuato da un medico italiano dove sono state utilizzate le cellule staminali della paziente
coltivate in provetta.
La nuova frontiera della medicina estetica consiste nel crioconservare le cellule della propria pelle, quando
sono ancora giovani e attive, per poterle utilizzare alla comparsa dei primi segni di invecchiamento.
Si tratta di una metodologia che utilizza la naturale capacità dei FIBROBLASTI, le cellule che concorrono al
mantenimento di una pelle sana, compatta ed elastica, di produrre collagene ed elastina.
A causa dell’invecchiamento la vitalità di queste cellule si riduce progressivamente e quindi diminuisce la
disponibilità di collagene ed elastina presente nella cute, con il risultato che la pelle appare più sottile,
monotonica.
Coltivare in vitro i fibroblasti estratti da un piccolo campione di cute prelevato dal paziente permette di
disporre in poco tempo di un elevato numero di cellule attive e vitali.
Come viene prelevato questo campione di pelle dal paziente?
La procedura è semplice e sicura: il medico, in ambulatorio, effettua un piccolissimo prelievo di cute (3mm2)
da dietro l’orecchio e lo invia al laboratorio dove vengono estratti i fibroblasti e conservati in azoto liquido a
-198° gradi (crioconservati) per numerosi anni.
Per i successivi interventi di ringiovanimento cutaneo le cellule crioconservate potranno essere amplificate
innumerevoli volte e una volta arricchite di vitamine, aminoacidi, minerali….ecc… sono pronti per essere
iniettati nelle zone cutanee da trattare.
Attualmente come vengono impiegate queste cellule in medicina estetica?
Oggi vengono utilizzate soprattutto per fare dei filler rivitalizzanti e come riempitivi al posto dell’acido
ialuronico.
Prof. Scuderi diciamo che mettiamo in banca la nostra pelle ..sperando in “tempi migliori”….ma c’è un
età limite superata la quale non si può più effettuare questo prelievo di pelle…e quindi effettuare
questa conservazione?
Non c’è un limite di età, ma sicuramente più si è giovani e meglio è anche perché l’eta migliore va dai 18 ai 22
anni. Sicuramente per le donne il limite fisiologico è dato per ovvi motivi dalla menopausa che rende la pelle
meno elastica.
Anche per quanto riguarda la conservazione di queste cellule, per ora non ci sono studi che riguardano un
limite temporale. Un altro aspetto molto importante di questa tecnica riguarda esclusione del pericolo del
rigetto ridando al volto un aspetto sano e naturale senza modificarne l’espressione.
Si parla anche di impiego di queste cellule per la ricostruzione dei bulbi piliferi…per esempio la cura
della calvizie…e di cellule staminali che si trovano all’interno del grasso aspirato negli interventi di
liposuzione estetica…
Si possono isolare cheratinociti che, una volta espansi e conservati in frigo, ci serviranno per disporre di
lamine di pelle da impiantare, in caso di incidente, sugli stessi individui dai quali precedentemente abbiamo
effettuato il prelievo.
E’ stato dimostrato che è possibile estrarre cellule staminali dal tessuto adiposo aspirato con la liposuzione, in
quantità notevolmente superiore rispetto a quanto ottenibile con il tradizionale metodo di estrazione dal midollo
osseo. Una semplice procedura di chirurgia estetica si trova quindi a rivestire una notevole importanza in
applicazioni cliniche tradizionali e, soprattutto, sperimentali.
Le cellule staminali dell' adulto conservano molte delle proprietà delle cellule indifferenziate dell' embrione,
potendo evolversi sviluppando linee cellulari diverse e potenzialmente utili per la ricostruzione di tessuti vitali
(ad es. muscolo cardiaco) che siano danneggiati. E’stato dimostrato come sia possibile ottenere, partendo da
cellule staminali ricavate con la liposuzione, cellule ossee, muscolari, cartilaginee, nervose e, ovviamente,
anche adipose.
Le linee di ricerca più attive al momento prevedono l' utilizzo di cellule staminali per la ricostituzione del
muscolo cardiaco danneggiato da un infarto, la ricostruzione di tessuto muscolare e/o osseo asportato
chirurgicamente o traumaticamente, la costruzione di nuovi tendini e la creazione di nuovi strati di cartilagine
per le articolazioni invecchiate.

Prof. Nicolo' Scuderi Ordinario Di Chirurgia Plastica Univ. La Sapienza Roma – Pres. Società Italiana Di Chirurgia plastica