E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

venerdì 5 dicembre 2008

UItilizzo delle cellule staminali in chirurgia estetica

Intervista a cura di Rosanna Lambertucci

Prof. Scuderi oggi si legge sempre più spesso dell’utilizzo di terapie cellulari, delle cellule staminali,
nel campo della medicina …questo sarà il futuro anche per quanto riguarda la medicina e chirurgia
estetica?
Si in medicina ormai l’utilizzo delle staminali sta aprendo un nuovo filone si pensi al recente trapianto di
trachea in Spagna effettuato da un medico italiano dove sono state utilizzate le cellule staminali della paziente
coltivate in provetta.
La nuova frontiera della medicina estetica consiste nel crioconservare le cellule della propria pelle, quando
sono ancora giovani e attive, per poterle utilizzare alla comparsa dei primi segni di invecchiamento.
Si tratta di una metodologia che utilizza la naturale capacità dei FIBROBLASTI, le cellule che concorrono al
mantenimento di una pelle sana, compatta ed elastica, di produrre collagene ed elastina.
A causa dell’invecchiamento la vitalità di queste cellule si riduce progressivamente e quindi diminuisce la
disponibilità di collagene ed elastina presente nella cute, con il risultato che la pelle appare più sottile,
monotonica.
Coltivare in vitro i fibroblasti estratti da un piccolo campione di cute prelevato dal paziente permette di
disporre in poco tempo di un elevato numero di cellule attive e vitali.
Come viene prelevato questo campione di pelle dal paziente?
La procedura è semplice e sicura: il medico, in ambulatorio, effettua un piccolissimo prelievo di cute (3mm2)
da dietro l’orecchio e lo invia al laboratorio dove vengono estratti i fibroblasti e conservati in azoto liquido a
-198° gradi (crioconservati) per numerosi anni.
Per i successivi interventi di ringiovanimento cutaneo le cellule crioconservate potranno essere amplificate
innumerevoli volte e una volta arricchite di vitamine, aminoacidi, minerali….ecc… sono pronti per essere
iniettati nelle zone cutanee da trattare.
Attualmente come vengono impiegate queste cellule in medicina estetica?
Oggi vengono utilizzate soprattutto per fare dei filler rivitalizzanti e come riempitivi al posto dell’acido
ialuronico.
Prof. Scuderi diciamo che mettiamo in banca la nostra pelle ..sperando in “tempi migliori”….ma c’è un
età limite superata la quale non si può più effettuare questo prelievo di pelle…e quindi effettuare
questa conservazione?
Non c’è un limite di età, ma sicuramente più si è giovani e meglio è anche perché l’eta migliore va dai 18 ai 22
anni. Sicuramente per le donne il limite fisiologico è dato per ovvi motivi dalla menopausa che rende la pelle
meno elastica.
Anche per quanto riguarda la conservazione di queste cellule, per ora non ci sono studi che riguardano un
limite temporale. Un altro aspetto molto importante di questa tecnica riguarda esclusione del pericolo del
rigetto ridando al volto un aspetto sano e naturale senza modificarne l’espressione.
Si parla anche di impiego di queste cellule per la ricostruzione dei bulbi piliferi…per esempio la cura
della calvizie…e di cellule staminali che si trovano all’interno del grasso aspirato negli interventi di
liposuzione estetica…
Si possono isolare cheratinociti che, una volta espansi e conservati in frigo, ci serviranno per disporre di
lamine di pelle da impiantare, in caso di incidente, sugli stessi individui dai quali precedentemente abbiamo
effettuato il prelievo.
E’ stato dimostrato che è possibile estrarre cellule staminali dal tessuto adiposo aspirato con la liposuzione, in
quantità notevolmente superiore rispetto a quanto ottenibile con il tradizionale metodo di estrazione dal midollo
osseo. Una semplice procedura di chirurgia estetica si trova quindi a rivestire una notevole importanza in
applicazioni cliniche tradizionali e, soprattutto, sperimentali.
Le cellule staminali dell' adulto conservano molte delle proprietà delle cellule indifferenziate dell' embrione,
potendo evolversi sviluppando linee cellulari diverse e potenzialmente utili per la ricostruzione di tessuti vitali
(ad es. muscolo cardiaco) che siano danneggiati. E’stato dimostrato come sia possibile ottenere, partendo da
cellule staminali ricavate con la liposuzione, cellule ossee, muscolari, cartilaginee, nervose e, ovviamente,
anche adipose.
Le linee di ricerca più attive al momento prevedono l' utilizzo di cellule staminali per la ricostituzione del
muscolo cardiaco danneggiato da un infarto, la ricostruzione di tessuto muscolare e/o osseo asportato
chirurgicamente o traumaticamente, la costruzione di nuovi tendini e la creazione di nuovi strati di cartilagine
per le articolazioni invecchiate.

Prof. Nicolo' Scuderi Ordinario Di Chirurgia Plastica Univ. La Sapienza Roma – Pres. Società Italiana Di Chirurgia plastica

Nessun commento: