E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

giovedì 12 febbraio 2009


Il Dalai Lama a Venezia, sulle orme di Marco Polo. Il Comune offre la cittadinanza
Venezia, ancora una volta, gioca il ruolo di ponte ideale fra l'Europa e l'Oriente: martedì 10 febbraio Sua Santità il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatso ha partecipato a tre cerimonie in suo onore, organizzate in segno di amicizia e fratellanza: una festa di benvenuto a Palazzo Sant'Angelo con il Comitato d'Onore, il conferimento della cittadinanza onoraria, la consegna della bandiera ufficiale del Veneto da parte del presidente del Consiglio regionale del Veneto, Marino Finozzi. La città che ha dato i natali a Marco Polo, ha una testimonianza speciale: nella storica Biblioteca Marciana in Piazza San Marco sono infatti conservati il celebre mappamondo di Fra' Mauro (del 1460) e il testamento di Marco Polo. Il celebre viaggiatore veneziano, già nella seconda metà del XIII secolo, testimonia nel "Milione" l'esistenza del "Tebet" come stato autonomo, con lingua, moneta e tradizioni proprie. E anche il mappamondo di Fra' Mauro (del 1460), un dipinto a colori e oro su pergamena, incollato su legno, raffigura il "Tebet" come nazione dell'epoca. Si tratta di una vera e propria "summa" delle conoscenze geografiche del Medioevo e probabilmente annovera tra le sue fonti un mappamondo cinese, portato da Marco Polo. Dettagli curiosi: è orientato col sud in alto, ha otto rose dei venti e tre sono i continenti rappresentati: Europa, Africa e Asia.
Il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatzo ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Venezia nel corso di una seduta straordinaria del Consiglio comunale. Nel rivolgergli il benvenuto della città, il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, ha ricordato che il Tibet non è soltanto la terra avvolta in un'aura quasi mitica, oggetto di nostalgia di tanti intellettuali dell'Occidente, ma ancor di più un Paese che da sempre lotta per l'indipendenza, contro paesi vicini o potenze coloniali; una lotta che si è fatta più dura e più aspra dopo l'invasione cinese del 1950, nonostante le rivolte popolari e il sostegno alla causa tibetana della più larga parte dell'opinione pubblica mondiale: il conferimento della cittadinanza onoraria è l'appoggio che Venezia dà a questa lotta per l'indipendenza. Ma il Tibet - ha aggiunto il sindaco - è ancora di più di questa secolare testimonianza di volontà di libertà e di autodeterminazione. Rappresenta una grande tradizione spirituale, cui il Dalai Lama appartiene e di cui è guida, che può essere comparata alle più alte testimonianze della spiritualità dell'Occidente, e dalla quale l'Italia ha molto da imparare. Cacciari si è soffermato su una parola sanscrito-tibetana, cara alla religione buddhista, traducibile con "pietà": non un vago buon sentimento, un "buon cuore a buon mercato", bensì il prodotto di una meditazione, di uno studio, di un'ascesi, frutto di una lotta contro le illusioni. E la prima illusione - ha aggiunto - è il nostro io, l'egoismo che ci domina, errore fondamentale da cui dobbiamo liberarci. La pietà - ha continuato il sindaco - abolisce la differenza tra sè e gli altri, respinge tutto ciò che l'egoismo fa apparire buono. A questi principi obbedirono anche uomini politici, ha ricordato: e citando un antico re, ha sottolineato che "si esalta la propria religione solo portando rispetto alle altre; chi denigra le altre religioni offende la propria", ha salutato il Dalai Lama come maestro di questi insegnamenti, anche oltre la straordinaria intelligenza e determinazione con cui porta avanti la battaglia per l'indipendenza del suo popolo e del suo Paese.

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