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venerdì 20 febbraio 2009

Le maschere a Venezia

Un mascherer

L'arte dei "maschereri"

L'utilizzo delle maschere da parte dei veneziani e delle migliaia di forestieri che arrivavano a Venezia per vivere il famoso carnevale, già allora attrazione turistica, ha fatto nascere la domanda di maschere.

È così sorta la figura dei "maschereri", artigiani iscritti all'Arte dei Dipintori che si industriavano a creare maschere in cartapesta o in tela cerata per soddisfare le esigenze dei diversi committenti.

Giovanni Grevenbroch, Mascare (baute)

I mascheramenti più in voga

Il travestimento veneziano per eccellenza è la bauta, indossata da uomini e donne: una mantellina nera abbinata sempre ad un cappello a tricorno nero e a una larva, maschera bianca che celava il viso.

Con la bauta era garantito il totale anonimato ed il suo utilizzo era molto diffuso, dato che consentiva anche di bere e di mangiare.

Giovanni Grevenbroch, Mascara (la moretta)

Altra maschera utilizzata dalle donne era la moretta, ovale di velluto nero che restava sul volto della dama grazie ad un bottoncino stretto tra i denti.
Diffuso anche il domino, un lunghissimo mantello con cappuccio che copriva il volto.

L'uso delle maschere era talmente diffuso che chi non poteva permettersi gli abiti sfarzosi del Carnevale, li noleggiava dalla "revendigola", come racconta Goldoni nella commedia "Massere" e si dedicava agli svaghi sul "liston.. Ghe xe un mondo de baronaggia, che no se pol caminar. Truffaldini, purichinelli, gnaghe..." (Le donne gelose, atto I°)


Giovanni Grevenbroch, Pantalone

La commedia dell'arte

È in teatro che la maschera trova la sua consacrazione ufficiale, e alcuni personaggi della commedia dell'arte diventano veri e propri stereotipi che ben si attagliavano alla società veneziana.

Ecco allora Pantalone, vecchio mercante solitamente ricco, il saccente dottor Balanzone, di origini bolognesi, il servo furbo Brighella e quello sciocco Arlecchino, accomunati dalla comune origine bergamasca, e infine la scaltra Colombina, servetta maliziosa.

Giovanni Grevenbroch, Mezzano


Non di area veneta-lombarda ma sempre molto amato è Pulcinella, maschera napoletana, il buffone scansafatiche.

Maschere oggi

Le maschere oggi

La città, durante gli ultimi giorni di Carnevale, pullula di persone in maschera che allegramente invadono calli e campielli cercando di divertirsi e di farsi notare.

In quei giorni può capitare di veder sfilare di tutto, dalle statiche e fredde dame del Settecento corteggiate da algidi cicisbei, ai più ingegnosi e personalizzati costumi moderni, frutto di inventiva e creatività.

Piazza San Marco e i principali campi della città si offrono come straordinario palcoscenico a chi vuole diventare, per qualche ora o tutt'al più qualche giorno all'anno, protagonista di un'altra vita.

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