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lunedì 8 settembre 2008

La scuola della Gelmini:"Meno professori,ma stipendi più alti

Rimane alta la tensione sulla scuola alla vigilia dell'inizio delle lezioni in Lombardia, prima regione a far suonare oggi di nuovo la campanella. Il leader del Pd Walter Veltroni, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani e il segretario del partito Socialista, Riccardo Nencini hanno attaccato nuovamente la «riforma» del maestro unico, nonostante le rassicurazioni del ministro Mariastella Gelmini sul tempo unico che, grazie alla riduzione del numero degli insegnanti, sarà «incrementato del 50\%».

Ministro che ha inviato un messaggio chiaro proprio ai sindacati e alla politica: per la scuola è «finita un'epoca», non è più un «ammortizzatore sociale», non può più essere uno stipendificio, ma deve diventare una leva per le prossime generazioni. Ragazzi a cui non può essere «rubato il futuro» come è accaduto ai giovani della generazione di Mariastella Gelmini.

L'argomento scuola ha trovato spazio anche nell'ambito del Wokshop Ambrosetti a Cernobbio, con un botta e risposta a distanza Gelmini-Epifani: il leader del sindacato ha detto di essere «preoccupato» e ha parlato di una «protesta molto estesa» delle famiglie, allarmate fra l'altro che non si garantisca la scuola fino alle 16,30.

«Mi dispiace la polemica - ha sottolineato il ministro -. Con il maestro unico il tempo pieno aumenterà, non ci sarà una diminuzione del servizio». Lo garantirà il fatto di avere più insegnanti a disposizione visto che «ci sarà un insegnante per classe, un insegnante per lezione». E comunque se a definire la qualità della scuola fossero i soldi spesi, il numero di insegnanti o le ore di lezioni la scuola italiana dovrebbe essere ai primi posti delle classifiche internazionali, cosa che non è: «Spendiamo più di altri, abbiamo più ore di lezione ma nelle classifiche della qualità siamo in fondo. È urgente la riforma e la riqualificazione della scuola». Infine ha detto che intenderà procedere con il confronto con i sindacati ma ha chiesto di finirla con i «veti incrociati» sulle riforme.

Sempre a Cernobbio, Veltroni ha detto di non credere che il «punto da toccare per primo fosse l'unica cosa che funziona bene: la scuola elementare». Secondo il leader del Pd, in tema di scuola occorre avere «un'idea complessiva di rilancio», il primo passo da compiere è quello di «motivare gli insegnanti e dare sicurezza ai ragazzi». Intanto i socialisti hanno annunciato una mobilitazione nazionale contro il maestro unico, a partire dal 15 settembre, primo giorno di scuola in gran parte delle regioni italiane.

Alla vigilia dell'inizio dell'anno scolastico, il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca ha spiegato la «filosofia» della sua «riforma»: «Per troppi anni logiche sindacali e governi compiacenti hanno ribaltato la missione della scuola», che «è fatta per gli studenti non per pagare una cifra spropositata di stipendi che sono pure da fame, così come gli ospedali non sono fatti per gli stipendi dei medici ma per i malati».

«È finita un'epoca: la scuola non sarà mai più un ammortizzatore sociale se lo mettano bene in testa tutti, sindacati compresi se non vogliono risultare impopolari nel paese... I dipendenti della scuola sono più di 1.300.000 e sono troppi. Io voglio una scuola con meno professori, più pagati e in cui viene riconosciuto il merito di tanti bravi che ogni giorno lavorano tra mille difficoltà. Il bilancio del ministero dell'Istruzione è utilizzato, infatti, per il 97\% per pagare stipendi», ha concluso Gelmini.

(Fonte : Il Gazzettino)

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