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martedì 6 gennaio 2009

Contro la recessione sfruttiamo le nostre attitudini



E poi tramutiamo in un affare ciò che ci piace

Che cosa dobbiamo fare noi italiani per superare la crisi economica? C' e una ricetta, una regola da seguire? Probabilmente ne esistono molte, e me ne viene in mente una che vale tanto per il singolo individuo come per un Paese. Sfruttare al massimo la tua vocazione, fare ciò che sai fare meglio, fare quello che più ti piace. Ogni individuo ha delle attitudini, una vocazione particolare. C' è chi sa comporre musica, chi ha una mentalità scientifica. Chi sa far ridere, chi recitare, chi narrare, chi dipingere, chi ha un talento sportivo e chi invece ne ha uno matematico. Se ciascuno di loro fa ciò per cui e più portato, lo fa bene, senza fatica e si diverte. Ma anche un popolo ha delle capacita particolari. Noi italiani ne abbiamo molte. A prima vista ci sembrano delle sciocchezze. Ne volete un esempio? A noi piace mangiare, siamo dei buongustai, ci piace cucinare in casa e poi mangiare tutti insieme a tavola. Parliamo di cibo come di sport. E la tavola deve essere apparecchiata. Perfino le donne single se l' apparecchiano. I genitori vogliono che i bambini vi mangino seduti insieme a loro. Gli inglesi e molti americani non ci pensano nemmeno. Non cucinano, ciascuno mangia quando ne ha voglia. Apre il frigorifero afferra qualcosa e lo ingurgita così com' e, anche freddo gelato. Il risultato è che gli italiani sono famosi in tutto il mondo per i loro prodotti gastronomici, per la loro cucina e per i loro ristoranti. Passiamo alla casa. Gli italiani ci tengono alla casa, adorano i pavimenti in cotto o in ceramiche di Vietri o di Sassuolo Appena possono comperano dei mobili belli. Orgogliosi della loro casa invitano gli amici a vederla, a mangiare da loro a pranzo e a cena. Gli inglesi, i tedeschi, gli spagnoli non lo fanno. Risultato: noi esportiamo piastrelle e mobili in tutto il mondo. Poi siamo vanitosi, amiamo vestire bene e ci scambiamo i complimenti: «Bello questo cappotto, stupendo questo vestito. Ma dove hai trovato queste scarpe?, Deliziosi i tuoi nuovi occhiali, che meraviglia il tuo bracciale!». Un inglese, un tedesco, uno svedese, un americano si vergognerebbero di tanta frivolezza. Risultato: la moda italiana domina incontrastata. E poiché per produrre tutti questi oggetti ci vogliono delle macchine, noi ce le inventiamo e poi le esportiamo in tutto il mondo. Conclusioni: per superare la crisi seguiamo il nostro gusto e tramutiamo in un affare ciò che ci piace.

Fonte www.corriere.it/alberoni

Alberoni Francesco

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