E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

venerdì 30 ottobre 2009

La notte di halloween Walt Disney

giovedì 22 ottobre 2009

25 ottobre a Venezia


XXIV Venicemarathon

La Venicemarathon si è ormai conquistata un posto di grande rilievo tra le manifestazioni della città.
È un evento sportivo di portata internazionale: attira ogni anno oltre seimila maratoneti provenienti da tutto il mondo.

La maratona si svolge sulla lunghezza olimpica ufficiale (42 km e 195 metri). Il percorso è piatto e in leggera discesa. Si parte da Stra e si corre lungo la splendida Riviera del Brenta, transitando davanti alle magnifiche ville palladiane. I corridori raggiungono Venezia attraverso il lungo "Ponte della Libertà", che collega la città alla terraferma. Dopo aver attraversato il Canal Grande su un ponte di barche lungo 160 m (apprestato per l'occasione), i concorrenti sfilano accanto a Piazza San Marco e si dirigono verso Riva dei Sette Martiri, dove è posto l'arrivo, in panoramica posizione sulla laguna.
Fonte

mercoledì 21 ottobre 2009

Non dire mai :" Mai "

Non dire mai: "IO" dì invece: "Noi".

Non dire mai :"Mio" dì invece: "Nostro".

Non dire mai:"Tocca a lui" dì invece: "Incomincio io".

Non dire mai: "Non posso" dì invece: "Eccomi".

Non dire mai: "Vattene" dì invece :"Vieni! ".

Non dire mai:"Domani" dì invece:"Oggi".

Non dire mai:"Morte" dì invece:"Vita".

Non dire mai :"Mai".

Fonte :Da un incontro di: Famiglia di famiglie vive.

" Come se...."

Sussurro di preghiera
per il gusto pieno
e caldo
della castagna di novembre:
zaffata d'infanzia
e memoria
del piccolo ambulante nel gelo
di Firenze occupata,
come se vendesse illusioni
di caldo all'anima,
a fette, in forma di fumante
pattona.

Castagne bollite
sfregolate zuccherate
che la nonna
inventava
come se un fico
le uscisse dalle mani
dolce e liquoroso.

Illusioni del "come se ..."
tessono intorno
spiccioli di vita
possibile.

Venezia, novembre 1999 Laura Voghera Luzzatto

Le castagne per un benessere autunnale

L'inizio dell'autunno è, senza dubbio, la stagione delle castagne. Questi frutti sono apprezzati moltissimo in cucina tanto da essere utilizzati per numerose specialità gastronomiche; ridotte a purea, farina, creme o usate intere danno vita a dolci e portate prelibate.
Inoltre le castagne sono ricche di proprietà benefiche: hanno, infatti, effetto decongestionante, rigenerante, vitalizzante e nutriente per il corpo.
La loro composizione, oltre all'acqua, rivela la forte presenza di sali minerali e vitamine tanto che moltissime beauty-farm e centri spa le utilizzano come base per trattamenti di benessere e bellezza.
Con le castagne vengono effettuati peeling, gommage, bagni,pediluvi, massaggi alle gambe rinvigorenti, per facilitare la circolazione e il metabolismo, tonificare la pelle e i tessuti connettivi e procurare una piacevole freschezza e leggerezza.
A CASA: IL RIMEDIO DELLA NONNA
Impacco per capelli alla castagna
Per preparare i capelli al primo freddo dell'autunno e rinforzarli contro la caduta, prova almeno una volta a settimana questo rimedio a base di acqua di castagne, Henné e olio di germe di grano. In una pentola piena di acqua fai bollire 100 g di castagne. Lascia raffreddare e togli le castagne; a questo punto aggiungi un bicchiere di olio di germe di grano e un cucchiaio di Henné, mescola il tutto e per completare l'impacco unisci un cucchiaio di caco che rende la maschera molto idratante e perfetta per capelli sfibrati e opacizzati. Applica sui capelli asciutti, inizialmente tamponando con dei dischetti di cotone e, quando sono umidi, versa tutto l'impacco rimasto; massaggia, quindi delicatamente sulla cute e i capelli, lasciando agire per cinque minuti. Sciacqua la testa con acqua tiepida.
Fonte

Per ridere un pò


Una selezione storica di vignette dal tono scanzonato ma ricche di sagacia e strettamente legate al cibo e all'attualità, comparivano sul Codice de La Cucina Italiana, la rivista dedicata ai Ristoratori che la casa editrice ha pubblicato tra gli anni '80 e '90.
Un grande esempio di come la cucina, nelle sue molteplici espressioni, fosse protagonista del vivere quotidiano e ne permeasse la cultura e la storia

lunedì 12 ottobre 2009


I consigli di Fulco Pratesi: pochi sacrifici e un po' di saggezza

In casa, d'inverno, mai più di 20°

Ognuno di noi può dare il suo contributo per abbassare la "febbre" della Terra

Si moltiplicano gli appelli per cercare di rallentare le emissioni di anidride carbonica (CO2) prodotte dalla combustione di sostanze confinate per milioni di anni nel sottosuolo, le quali stanno sempre di più alterando il clima, innalzando la temperatura media terrestre.
In attesa che i Grandi della Terra, che si riuniranno in dicembre a Copenaghen, trovino un accordo per ridurre l’uso di carbone, petrolio e metano, vediamo cosa ognuno di noi può fare per contribuire ad abbassare la febbre di Madre Terra.
In effetti, se ognuno di noi, 60 milioni nel nostro Paese, 6,8 miliardi sul Pianeta, cominciasse a ridurre il proprio impatto, grandi risultati si potrebbero ottenere.
Un primo tema da affrontare è quello dei consumi (quando non proprio sprechi) di energia.
Oramai nelle case, negli uffici, nei negozi e nelle scuole, d’inverno la temperatura è in genere superiore ai 23°C.
E, d’estate, grazie ai condizionatori, si vive in ambienti troppo artificialmente raffreddati.
Il tutto con gravi danni per l’ambiente. Mantenere in inverno le temperature di casa a non più di 20°C (come d’altronde prescrive la legge) e 17-18°C nelle camere da letto e in estate difendersi dal caldo sostituendo il più possibile i condizionatori con ventilatori e finestre chiuse nelle ore più calde, permette di risparmiare una grande quantità di energia, consumata dalle centrali termoelettriche e dalle nostre caldaie, evitando ingenti emissioni di CO2. Quando costretti all’uso dei condizionatori (che consumano molta energia e contribuiscono a riscaldare l’ambiente esterno) è bene tenerli a una temperatura non più di 5°C inferiore a quella esterna.
Teniamo presente che ogni volta che premiamo un bottone per mettere in moto un apparecchio che consumi 1 kilowattora, in quell’ora (dato che gran parte dell’energia elettrica proviene in Italia da centrali che usano carbone, petrolio o metano) scarichiamo nell’atmosfera oltre mezzo chilogrammo di CO2.
Così, se acquistiamo e usiamo un elettrodomestico, sia esso un frigorifero, una lavatrice o una lavastoviglie in classe A+/A++ (più costoso ma molto più efficiente) spenderemo assai meno in bolletta e ridurremo sensibilmente le emissioni di CO2..
Ma per dare una mano al Pianeta sono molti e diversi i comportamenti, in ogni campo, che ognuno di noi può seguire senza troppi sacrifici




IN CASA
1. In casa, d’inverno non più di 20°C di giorno, 18°C di notte. D’estate, fare ricorso ai ventilatori e tenere le finestre chiuse nelle ore più calde.
2. Acquistare elettrodomestici di classe A+/A++, sono più cari ma consumano molto meno
3. Mettere in azione lavastoviglie e lavatrici solo a pieno carico e non solo per lavare due piatti e una camicia.
4. Spegnere, se non usati, tutti gli stand-by rossi, verdi o gialli che di notte brillano su decoder, televisori, frullatori, computer.
5. Sostituire tutte le lampadine con quelle a basso consumo significa risparmiare in CO2 e ridurre i costi dell’illuminazione di 4-5 volte.
6. Sostituire lo scaldabagno elettrico con uno a gas meglio se integrato con un pannello solare termico consente di risparmiare energia e soldi in bolletta.
7. Preferire la doccia al bagno riduce di 3-4 volte i consumi di acqua. Una doccia non dovrebbe durare più di 5 minuti.
8. Ogni volta che ci cambiamo una camicia o la biancheria non consumiamo solo acqua, ma detersivo ed energia per lavarla, e altra energia è spesso necessaria per stirarla. È importante pertanto, per prevenire l’inquinamento soprattutto delle acque, fare un uso parsimonioso dei detersivi preferendo quelli ecologici e biodegradabili. Inoltre il consumo della lavatrice varia, inoltre, a seconda dei programmi, e dunque delle temperature, scelti dal momento che la maggior parte dell'energia consumata da questi elettrodomestici serve proprio a riscaldare l'acqua. In tal senso impostando lavaggi a più bassa temperatura si possono ridurre i consumi. E ancora stendere i panni in modo accurato aiuta a ridurre le operazioni di stiratura, mentre le asciugatrici elettriche consuma servono solo a consumare energia.
9. Un fornello o un forno a gas fanno risparmiare molta energia rispetto a quelli elettrici.
10. Preferire un televisore LCD (a cristalli liquidi) invece che al plasma, perché a parità di dimensioni dello schermo consuma circa la metà.


ALIMENTAZIONE
1. Per cuocere, dal punto di vista del risparmio energetico, preferire la pentola a pressione o il forno a microonde che riducono sensibilmente i tempi di cottura dei cibi. Anche con le normali pentole è possibile, attraverso un buon uso del coperchio, ridurre i consumi energetici.
2. È importante acquistare prodotti di stagione. Per esempio la produzione in serra di 1 kg di pomodori rilascia 3,5 kg di CO2 equivalente, rispetto a meno di 0,05 kg della stessa quantità di pomodori prodotti in campo, una differenza di ben 70 volte.
3. Scegliere prodotti di origine locale: il trasporto aereo dei prodotti alimentari da un capo all'altro del pianeta (per esempio di fragole, mele, pomodori, asparagi, zucchine…) genera circa 1.700 volte più emissioni di CO2 che un trasporto in camion per 50 km.
4. In tutti i casi preferire sempre i prodotti biologici, sono più cari ma più buoni e più sani, la loro coltivazione non prevede il ricorso a sostanze chimiche dannose e aiuta anche la natura.
5. L’acqua di rubinetto costa centinaia di volte di meno di quella in bottiglia, è migliore e più controllata e non inquina con la plastica, i trasporti, le etichette. Se l’acqua di rubinetto dovesse avere un lieve odore di cloro, basta tenerla in una caraffa aperta per pochi minuti.
6. Consumare carne il meno possibile. Gli allevamenti animali, con i gas emessi, la distruzione delle foreste per produrre i mangimi e il consumo di acqua, causano un inquinamento superiore a quello di tutti i mezzi di trasporto (aereo, nave, camion, treno) del mondo. A una bistecca di 250 grammi è associata l’emissione di 3,4 kg di CO2. 1 kg di patate è invece responsabile di soli 0,06 kg di CO2.
7. Se non si vuole diventare vegetariani, preferire almeno carne di pollame o coniglio che producono 4 volte meno CO2 della carne di manzo e sono più salutari
8. Tra il pesce, preferire quello azzurro (sgombro, acciughe, sarde, ecc.) più sano ed economico ed evitare quello di specie in pericolo di estinzione (tonno rosso, pesce spada, squali)


TRASPORTI
1. L’automobile è un mezzo di trasporto molto inquinante. Negli spostamenti quotidiani prediligere l’uso del mezzo pubblico (autobus e treno) o se non si può rinunciare all’auto cercare di non viaggiare da soli: Fa bene all’umore e riduce la quota individuale di emissioni.
2. Le biciclette non emettono gas a effetto serra né sostanze inquinanti e sono dunque il mezzo di trasporto più ecologico (secondo solo all’andare a piedi!). Sostituire un breve tratto in macchina (circa 6 km, per esempio, il viaggio andata e ritorno dal posto di lavoro) con uno in bicicletta, permette di evitare circa 240 kg di CO2 l'anno.
3. Ricordare che il consumo di carburante dipende dalla velocità di guida: per esempio quando si guida alla velocità di 90 km l’ora invece di 110 km si diminuiscono del 20% i consumi di carburante.
4. In città, nelle soste lunghe, spegnere sempre il motore. Ciò significa un gran risparmio in termini di costi e d’inquinamento.
5. Un auto elettrica inquina molto meno di una a benzina o diesel. Tenere comunque conto che nessun motore (neppure quelli elettrici) può essere considerato a emissioni zero a meno che la ricarica delle batterie non avvenga con energia realmente rinnovabile (energia solare, eolica).
6. Cambiare l’auto il meno possibile. Mediamente per produrre un’automobile occorrono oltre 20.000 kilowattora di energia elettrica e vengono emesse circa 10.000 kg di CO2 le stesse emissioni che un’automobile di media cilindrata produce percorrendo circa 60.000 km.
7. Ricordare che non tutti gli scooter sono uguali per consumi ed emissioni: si va da quelli che percorrono oltre 35 km con 1 litro (ed emettono meno di 70 grammi di CO2 per km) a quelli che percorrono meno di 20 km con 1 litro (ed emettono oltre 120 grammi di CO2 per km).
8. Per distanze brevi, la cosa migliore è andare a piedi, un modo che oltretutto aiuta anche a rimanere in forma.
9. Limitare al massimo gli spostamenti in aereo che possono arrivare a superare i 250 g di CO2 per km per passeggero trasportato. Percorrere 500 km in aereo comporta l’emissione di 125 kg di CO2, equivalente a fare quasi 300 volte il bucato in lavatrice.


RIFIUTI E IGIENE DOMESTICA
1. Ovunque possibile praticare la raccolta differenziata, separando metalli, carta, vetro e scarti di cucina.
2. Preferire la carta riciclata che, nel corso del suo ciclo di vita presenta, impatti più bassi rispetto all'utilizzo di carta da cellulosa pura. L'utilizzo di carta riciclata permette non solo di ridurre l'impiego di materie prime (di cellulosa e, quindi, di legno) ma anche di risparmiare energia e acqua nei processi produttivi.
3. Evitare il più possibile l'utilizzo di prodotti "usa e getta" (es. piatti, bicchieri e posate), soprattutto se in materiali plastici che sono derivati dal petrolio, che necessitano di grandi quantità di energia per essere realizzati e, solitamente, hanno cicli produttivi estremamente inquinanti.
4. Fare la spesa portando da casa borse di tela ecologiche e carrelli. Rifiutare sempre sacchetti di plastica, anche quelli piccoli e generalmente inutili
5. Prediligere prodotti con imballaggio ridotto. Gli imballaggi sono una componente dominante della quantità totale di rifiuti che produciamo; in quest'ottica l’uso di prodotti sfusi o alla spina (in cui i consumatori si recano nei punti vendita muniti di un contenitore che poi riempiranno grazie al sistema dei dispenser) punta a ridurre rispettivamente i contenitori necessari o a permetterne il riutilizzo.
6. Non farsi incantare da falsi concetti di igiene ed evitare il più possibile di usare insetticidi e acaricidi, disinfettanti, igienizzanti chimici spesso inutili se non dannosi
7. Per le zanzare, usare zanzariere, repellenti naturali e un po’ di tolleranza. Ne guadagneranno la salute e l’ambiente.

Fulco Pratesi
12 ottobre 2009 ( Corriere della sera)

venerdì 9 ottobre 2009


Genitori «fermi», figli leader

Una ricerca mette in relazione un’educazione «severa» dei figli con la loro futura collocazione sociale


Uno stile educativo fermo e autorevole nei confronti dei figli aumenta le probabilità che questi primeggino da adulti, assumendo posizioni di leadership. Sono i risultati di uno studio condotto in Minnesota analizzando coppie di gemelli e che è il frutto del crescente interesse accademico nei confronti di come e perché si diventi figure-guida nella società. La ricerca confermerebbe l’ipotesi che le prime esperienze di vita siano determinanti per la futura collocazione sociale.

LO STUDIO - La chiave, secondo la ricerca, pubblicata su The Leadership Quarterly, sta nella capacità dei genitori di avere polso fermo, ma anche capacità di non far mancare mai sostegno e incoraggiamento e nel fissare dei ben precisi limiti nei comportamenti. I bambini allevati in questo modo, statisticamente, sono diventati più spesso dei leader sul lavoro e nelle loro comunità. A patto però che abbiano avuto modo, a loro volta, di provare a «toccare» i confini prestabiliti e anche di provare a forzarli, perché una simile esperienza permette di imparare a capire come funzionano le regole, quali sono le loro ragioni e a raggiungere i propri obiettivi senza violarle. «Non significa che tutti i bambini di genitori autorevoli diventeranno leader, ma solo che è più probabile», ha specificato Maria Rotundo, della Rotma School of Management, coautrice dello studio

Fonte: Il Corriere della sera

mercoledì 7 ottobre 2009

Ricordando il Patrono d'Italia e d'Europa

Il Cantico delle Creature

La preghiera di San Francesco di Assisi

Cantico delle Creature di San Francesco

Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.

Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si', mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.

Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infrmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato s' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.

Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.

venerdì 2 ottobre 2009

Incentivi per l'acquisto di biciclette

logo Stilinfo mobilità sostenibile

Dal 25 settembre ripartono gli incentivi per l'acquisto di biciclette, biciclette con pedalata assistita e ciclomotori ecologici

Dal 25 settembre si riaprono gli incentivi per l'acquisto di veicoli ecologici a due ruote.

Qualunque cittadino dotato di Codice Fiscale può acquistare una bicicletta con un incentivo pari al 30% del suo costo fino a un massimo di 200 Euro o una bicicletta a pedalata assistita con un incentivo pari al 30% del suo costo fino a un massimo di 450 Euro.

Possono essere acquistate soltanto le biciclette dei costruttori certificati dall'ANCMA (Associazione Nazionale Cicli Motocicli e Accessori) o dalla CEI-CIVES (Commissione Italiana Veicoli Elettrici Strada) presso i rivenditori autorizzati. Le informazioni sui Costruttori e rivenditori sono reperibili nella sezione dedicata del sito http://www.incentivibiciclette.minambiente.it/Default.aspx.


Per usufruire dello sconto non è necessaria nessun'altra formalità se non quella di fornire al rivenditore i propri dati anagrafici e copia del proprio documento d'identità.

Tutte le informazioni, l'elenco dei rivenditori autorizzati, i modelli ed i prezzi presso si posono richiedere presso lo Sportello Stilinfo.

martedì 29 settembre 2009

Salmo 90

lunedì 28 settembre 2009

Nasce in Riviera del Brenta la scarpa su misura I piedi delle signore vip saranno passati allo scanner


In Riviera del Brenta 14mila addetti producono oltre 21 milioni di paia di scarpe all'anno. Soprattutto calzature con tacchi a spillo, spesso molto alti. Bene, ora queste scarpe d’elite potranno essere personalizzate. Una donna ad esempio potrà d’ora in avanti entrare in una boutique della scarpa e scegliere un modello. La novità è che un macchinario passerà letteralmente i suoi piedi ai raggi X, usando una metafora, dopodichè l’intera documentazione verrà inviata ad una delle tante aziende che operano in Riviera. Dopo pochi giorni alla signora verranno consegnate due scarpe perfette, letteralmente fatte su misura.
«In un momento di riflessione come quello attuale - hanno sottolineato Marcellino Doni e Mauro Tescaro, presidente e direttore del Politecnico Calzaturiero alla presentazione dell'atteso progetto “Dal piede digitale alla scarpa” - gli imprenditori rivieraschi hanno dimostrato di essere molto attenti all'innovazione di prodotto e di accesso tecnologico. Attenti a riflettere anche su nuovi modelli di business che possano offrire opportunità di sviluppo alle nostre aziende. Il progetto, primo ed unico in Italia, è in sostanza un ritorno quasi romantico agli inizi della carriera di tanti imprenditori: realizzare la “scarpa su misura”. Un tempo, seduti davanti al “banchetto” e adesso usando nuove tecnologie».
Industriali ed allievi della scuola per tecnici e designer hanno potuto osservare ammirati lo scanner infoot ed i software che consentiranno di effettuare numerose operazioni: trovare la forma più simile al piede digitale, modificarla per adattarla e sviluppare sulla stessa i modelli della collezione.
Al termine della presentazione - l'incontro è stato promosso dall'Acrib e dal Politecnico, in collaborazione con la società Torielli - sono state illustrate le attrezzature per la digitalizzazione e i software. Dal 28 settembre al 2 ottobre le Aziende del Distretto Veneto Calzaturiero parteciperanno ad incontri di approfondimento personalizzati per sperimentare la nuova metodologia e le performance delle tecnologie disponibili.
Silvano Bressanin ( Gazzettino)

Puliamo il mondo


News
Grande successo di Puliamo il Mondo 27/09/09 Oggi 700 mila volontari in oltre 1700 comuni hanno ripulito strade, parchi, aree verdi da tonnellate di rifiuti di ogni genere e hanno reso l'Italia più pulita e vivibile. [...]
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mercoledì 16 settembre 2009

I vestiti come le automobili: l’usato per lo sconto sul nuovo


L’idea anticrisi di un commerciante con negozio di abbigliamento in centro a Padova. «Le tariffe? Cento euro per un abito»

Il commerciante ritira i capi usati dei clienti, in cambio di buoni acquisto per comprare la merce nuova. «Perché gli armadi sono pie­ni e la gente ha sempre meno soldi in tasca», dice lui. Così ecco la pensata. «Vendo gli ul­timi arrivi e intanto raccolgo gli abiti che non si usano più. Era da un po’ che ci pensavo, ora è giunto il momento».
Da qualche giorno in vetri­na fa dunque bella mostra un cartello, che sembra mutuato da una concessionaria di au­tomobili. «Il tuo usato da scontare sul nuovo», vi si leg­ge.
«Anche pantaloni con i buchi o abiti viziati, macchiati, rovi­nati », spiega. L’importan­te è che sia merce di seconda mano. Già indossata. «Abbia­mo battezzato l’iniziativa “operazione usato”», dice. «E in Italia siamo i primi a mettere in pratica una cosa del genere», Il commerciante ha acquistato un ca­pannone fuori città, dove ver­rà depositato il vestiario rac­colto che sarà poi venduto ad una ditta tessile di Prato per mezzo euro al quintale. L’operazione è stata studia­ta nei dettagli. Tanto che per ogni tipo di capo usato, che sarà consegnato in negozio, è previsto un buono sconto di valore differente. «Un abi­to di seconda mano vale 100 euro – spiega il signor Alber­to - . E la stessa cifra sarà asse­gnata per un cappotto di se­conda mano». Chi porterà in­vece una giacca o un giacco­ne potrà beneficiare di un bo­nus da 50 euro; chi invece la­scerà un impermeabile addi­rittura 80. I pantaloni infine valgono 30 euro, le camicie e le maglie 20. «E’ un’iniziativa un po’ rischiosa - confida il signor Alberto- , anche per­ché noi non contiamo su nes­sun contributo statale. Ma siamo disposti ad andare avanti finché vedremo che le cose funzionano».
Sarà interessante vedere quale sarà la reazione dei clienti all’iniziativa !
Fonte: Il corriere del Veneto

lunedì 7 settembre 2009

Più attenzione per le nostre stanche ossa


Serve fare la densitometria ossea computerizzata (Moc), ossia l’esame per documentare appunto la densità delle nostre ossa? Sì, anche se molti medici tendono a posticipare l’età in cui fare questo esame a ben oltre la menopausa, dicendo che tutto sommato non serve o serve poco farla a cinquant’anni, e che quindi è meglio risparmiare i soldi. Errore. Uno studio corposo pubblicato sulla rivista scientifica “Osteoporosis” da R.J. Barr e collaboratori dell’Università di Aberdeen, ha analizzato ben 4800 donne tra i 45 e i 54 anni.
Dunque in un’età in cui la menopausa non è ancora necessariamente arrivata ma se ne avvertono i primi sintomi. Queste signore hanno iniziato lo studio nove anni fa: la metà ha fatto la Moc, l’altra metà no. Dopo nove anni ecco il risultato fondamentale: quelle che avevano fatto la MOC in quell’età ancora giovane, e scoperto che avevano l’osteopenia (situazione di iniziale riassorbimento osseo) o l’osteoporosi (riassorbimento che aumenta il rischio di frattura ossea), avevano iniziato la terapia ormonale sostitutiva con gli estrogeni, tanto vituperata in Italia, nel 52,4% contro il 44% dei controlli, quindi il 7,9% in più. Perché gli estrogeni? Perché sono i più potenti amici di un osso giovane, elastico, funzionante vitale. Se si considera che in Italia fa terapia ormonale solo il 3% delle donne, c’è da pensare…. Inoltre, il 36,6% delle donne studiate con MOC contro il 21,6% delle donne di controllo (15% in più) aveva fatto uso di vitamina D, Calcio, o “calcio addensanti” (alendronato, etidronato, raloxifene). Con un risultato pratico, di salute, notevolissimo: una riduzione di ben il 25,9% delle fratture ossee di ogni tipo. Quindi una MOC ai primi segni di menopausa è preziosa per capire se si è a rischio di maggiore perdita ossea, sia per responsabilizzare donne e medici curanti sull’opportunità di terapie adeguate, sia per ridurre i costi spaventosi, quantizzabili e non quantizzabili, che una o più fratture comportano per la donna colpita, la sua famiglia e la società. Costi di esami, ospedalizzazione, cure, riabilitazione, assistenza domiciliare, tempo dedicato dai familiari. Ma anche costi non quantizzabili, eppure pesantissimi, emotivi e affettivi: il dolore, la disabilità, la perdita di autonomia e, spesso, di dignità, in ospedalizzazioni lunghe in cui la malata diventa un corpo oggetto di cure e non una persona sofferente. Costi fatti di solitudine, di senso di impotenza, di analgesia inadeguata, di sconforto, di tristezza, di abbandono.
Ci vuole proprio una MOC per capire se l’osso si sta riassorbendo troppo velocemente indebolendosi in modo irreversibile? Per confermarlo, sì. Anche se certamente alcuni segnali di rischio possono aiutare a individuare le donne che hanno bisogno di diagnosi e aiuto più precoci. Questo perché l’osteoporosi è un nemico insidiosissimo della salute delle donne, specie dopo la menopausa, per una ragione fondamentale spesso trascurata: è silenziosa. E quando dà segno si sé, per il dolore da microfratture, per una frattura conclamata, o perché gli impianti dentari falliscono, per il riassorbimento marcato dell’osso alveolare, su cui sono letteralmente “piantati”, spesso è troppo tardi.
Come capire se una donna è vulnerabile a questo invecchiamento osseo patologico? Abbiamo molti segnali: il primo è la familiarità. Una mamma, una nonna sofferenti per l’osteoporosi, o fratturatesi per questo, sono un segnale di attenzione. Il secondo è la storia estrogenica personale. Sì, perché, come si diceva, gli estrogeni sono il miglior amico del nostro tessuto osseo: garantiscono che nuovo calcio si depositi nell’osso - che è un tessuto molto dinamico, contrariamente a quanto si pensi- e limitano il suo riassorbimento. Quando una donna ha avuto la prima mestruazione tardi, lunghi periodi di blocco mestruale (la cosiddetta “amenorrea disfunzionale”), da dieta eccessiva, da forte stress psicofisico, da lutto, ma anche per terapie mediche, o ha avuto una menopausa precoce, spontanea o provocata, è già ad alto rischio di più rapida perdita ossea (il cosiddetto “bilancio negativo del calcio”) a meno che non assuma terapie estrogeniche, in assoluto le più potenti amiche dell’osso, come tutti gli studi sull’argomento hanno confermato nell’arco di questi decenni, senza eccezioni. Il che, in medicina, è cosa rara… Il terzo fattore di rischio è l’alimentazione: una dieta povera di calcio espone già in età fertile a perdere osso, anche marcatamente. Oggi soprattutto, con la moda delle intolleranze alimentari, migliaia di donne giovani e meno giovani non toccano più né latte né latticini. Attenzione: bisogna allora sostituire il calcio tolto dall’alimentazione con almeno 1.000 mg di calcio al dì, per tutto l’anno e per tutta la vita, se la restrizione dei latticini persiste (per esempio, per carenza di lattasi, l’enzima che ci consente di digerire il latte). Altrimenti un’osteoporosi precoce e grave è garantita. Il quarto è la mancanza di movimento fisico quotidiano, sia in età fertile, sia quando si facciano le terapie per curare la stessa osteopenia o osteoporosi.
L’esempio che faccio alle mie pazienti è semplice: “Prescrivendole gli estrogeni (ed eventualmente il testosterone), calcio, vitamina D, magnesio, e calcio addensanti, le fornisco tutti gli ingredienti per fare la torta che si chiama osso. Ma se lei non li impasta tutti i giorni, ossia non li attiva con il movimento fisico, avrà sì, ingredienti perfetti, ma la torta-osso non verrà mai fuori. Anzi, succederà una cosa poco nota: il calcio si deposita sì sul collagene dell’osso un po’ di più, rispetto a chi non assume queste terapie, ma in modo casuale e non “biomeccanicamente adeguato”, come succede se invece la donna cammina e fa sport. Risultato: l’osso diventa più rigido, meno elastico, e può fratturarsi di più in caso di sollecitazioni meccaniche brusche come il semplice inciampare”.
Morale: con l’allungarsi della vita, la frattura da osteoporosi, con l’obbligo di periodi prolungati a letto e le frequenti trombosi che ne derivano, è causa gravissima di disabilità, di dolore, di solitudine e di morte. Ognuno di noi deve adottare stili di vita sani, tra cui alimentazione adeguata e movimento fisico quotidiano. Ma certamente sono necessari quegli esami diagnostici precoci, come la MOC, che ci consentono di riconoscere che un’osteopenia o un’osteoporosi sono già iniziate, prima che compaiano le fratture e il dolore. Per vedere subito quel semaforo rosso che può portarci a migliorare le nostre abitudini di vita, ma anche a fare quelle terapie amiche del nostro futuro, come le terapie ormonali dopo la menopausa, che, oltretutto, costano molto meno di qualsiasi altra terapia per l’osteoporosi. E che sono tanto più preziose quanto più sono iniziate subito dopo la scomparsa del ciclo e a dosi personalizzate.
Attenzione, tuttavia: fare una MOC non serve, se poi non si cambiano le strategie di prevenzione per garantire la salute dell’osso. Ecco perché l’assunzione quotidiana di responsabilità verso la propria vita è necessaria per allungare l’aspettativa di salute, costruendo oggi le basi per un domani sereno in dignità e autonomia, di corpo e di cuore.
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