Abbi cura di questo giorno,
perchè esso è la vita
L'essenza della vita. Nel suo breve corso giacciono tutte
le realta' e le verita' dell'esistenza la felicita' della crescita
lo splendore dell'azione,la gloria del vigore
Perchè ieri non è che un sogno
e domani è solo una visione
vissuto a fondo
fa di ogni ieri un sogno di felicita'
e di ogni domani una visione di speranza.
Abbi ben cura,quindi
di questo giorno.
sabato 2 agosto 2008
La mia vita è un tesoro (C. Reinbolt)
La mia vita è un tesoro,ma io troppo spesso lo dimentico!
Una mano tesa,un sorriso che viene offerto,
una parola sincera,un'attenzione,uno sguardo.....
Ho tanto amore da donare: ecco il mio tesoro!
La mia vita è un tesoro,ma io troppo spesso lo dimentico!
La bontà che illumina i volti,la pace del cuore che rassicura,
il perdono che allontana l'odio,
il rispetto più forte di qualsiasi pregiudizio.......
Ho tanto amore da donare: ecco il mio tesoro!
La mia vita è un tesoro ,ma io troppo spesso lo dimentico!
La pazienza e la dolcezza,la tenerezza e l'affetto,la verità e il coraggio,
la giustizia e la condivisione....
Ho tanto amore da donare: ecco il mio tesoro!
Il tesoro che fa della mia vita una bellissima canzone!
Una mano tesa,un sorriso che viene offerto,
una parola sincera,un'attenzione,uno sguardo.....
Ho tanto amore da donare: ecco il mio tesoro!
La mia vita è un tesoro,ma io troppo spesso lo dimentico!
La bontà che illumina i volti,la pace del cuore che rassicura,
il perdono che allontana l'odio,
il rispetto più forte di qualsiasi pregiudizio.......
Ho tanto amore da donare: ecco il mio tesoro!
La mia vita è un tesoro ,ma io troppo spesso lo dimentico!
La pazienza e la dolcezza,la tenerezza e l'affetto,la verità e il coraggio,
la giustizia e la condivisione....
Ho tanto amore da donare: ecco il mio tesoro!
Il tesoro che fa della mia vita una bellissima canzone!
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riflessioni
Trova il tempo ( Saggezza irlandese )
Trova il tempo per lavorare:è il prezzo per riuscire.
Trova il tempo per riflettere: è la fonte della forza.
Trova il tempo per giocare:è il segreto della grandezza.
Trova il tempo per leggere: è la base del sapere.
Trova il tempo per essere gentile: è la strada della felicità.
Trova il tempo per sognare: è il sentiero che porta alle stelle.
Trova il tempo per amare: è la gioia vera della vita.
Trova il tempo per essere felice:è il sentiero della libertà.
Trova il tempo per pregare: è la musica dell'anima.
Trova il tempo per riflettere: è la fonte della forza.
Trova il tempo per giocare:è il segreto della grandezza.
Trova il tempo per leggere: è la base del sapere.
Trova il tempo per essere gentile: è la strada della felicità.
Trova il tempo per sognare: è il sentiero che porta alle stelle.
Trova il tempo per amare: è la gioia vera della vita.
Trova il tempo per essere felice:è il sentiero della libertà.
Trova il tempo per pregare: è la musica dell'anima.
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riflessioni
In ferie con la libro-terapia

Un libro per amico? Non solo. Un libro anche come terapia, da mettere in valigia perché la vacanza sia più rigenerante, per l'anima e non solo per il corpo. I libri sono spartiti misteriosi: ognuno può trovarvi la musica su cui accordare il proprio cuore. Possono aiutarci, e molto, ad ogni età, perché fanno vibrare le nostre corde più profonde. Per i bambini, si sa, le amate e universali fiabe hanno una capacità straordinaria: dar voce a sentimenti, emozioni, desideri, paure, che il piccolo non riesce ad esprimere a parole. Attraverso la rilettura, o il riascolto se il bambino è fortunato da avere un adulto che ami leggergli le fiabe il piccolo rivive nel suo immaginario il sogno di quella storia.
L'identificazione è immediata. E nella soluzione positiva il bambino scopre e ritrova quello straordinario strumento di fiducia nella vita che è la speranza: il credere con il cuore che anche i momenti difficili passeranno, che attraverso le difficoltà si diventa più forti, e che alla fine il bene trionferà. In un mondo sempre più disperato, nutrire (anche) con buone fiabe la fiducia nella vita è essenziale. Ed è un atto etico. L'antidoto più forte a quella seduzione suicida che poi travolge tanti nostri ragazzi nell'adolescenza. Anche i genitori affannati durante l'anno dovrebbero trovare, almeno in vacanza, il gusto e il tempo di leggere delle fiabe ai loro figli piccoli: come un tempo dedicato a se stessi, oltre che al bambino. Perché attraverso la scelta di una fiaba, più amata di altre, il bambino dà all'adulto la chiave per capire meglio il suo cuore, le sue paure, i suoi segreti, i suoi sogni. Il Gatto con gli stivali dà voce al bisogno di autonomia del bambino, ma anche alla sua capacità di reagire ad un situazione percepita di abbandono o comunque di minore attenzione, trovando una soluzione positiva e un po' magica a problemi difficili. Cappuccetto rosso invita all'attenzione e all'autoprotezione, perché i lupi, si sa, stanno dappertutto. Hansel e Gretel possono esprimere la sofferenza di bambini inseriti in nuove famiglie, più o meno allargate, in cui non si trovano benissimo, dopo la separazione dei genitori Per non parlare delle molte corde che sa suonare l'amatissimo Harry Potter.Per gli adolescenti, purtroppo, la lettura è oggi in caduta libera: colpa delle famiglie teledipendenti, nelle cui case i libri sono scomparsi, di una scuola che non sa trasmettere il piacere della lettura come terra del sogno e del sublime, e di biblioteche pubbliche che, con qualche eccezione, non sanno portare i ragazzi a (ri)assaporare il piacere di leggere, segnalando dei romanzi giusti, per appassionare. O raccolte di racconti, per coinvolgere stuzzicando l'attenzione su temi e orizzonti di versi. Un buon libro potrebbe invece aiutare moltissimo un ragazzo: perché un racconto che ci appassioni fa da specchio ai nostri desideri. Aiuta a riflettere, dando un'eco universale a sofferenze e preoccupazioni che credevamo solo personali. Fa uscire dalla solitudine nel momento in cui un protagonista parla come se noi stessi avessimo scritto quel testo. La lettura di un buon libro fa risentire sapori, odori, orizzonti di vita e luoghi d'altri tempi. Consente un'immedesimazione che può portarci fuori dal tempo, con un gusto profondo, come mi succedeva nei pomeriggi d'estate divorando i libri della biblioteca dei nonni. Il primo nome di un tumore (Epitelioma, si chiama, epitelioma), l'ho incontrato a dodici anni, nel racconto di Pirandello L'uomo dal fiore in bocca. E quel misto di attrazione, di passione, di voglia di vita e angoscia di morte che la donna sentiva per il protagonista ha attivato certamente riflessioni profonde che si sono poi continuate fino ad una netta scelta professionale. Un libro è maieutico, quando ci rende più chiare aspirazioni essenziali, ideali, percorsi di vita che vorremmo rifare, nel modo coinvolgente e profondo con cui solo un racconto o un romanzo può fare. Per un ragazzo, è un regalo strepitoso, quando dal magma di emozioni confuse anche un libro aiuta a sentire più chiaro il destino, e più forte il futuro che merita vivere. Fino a riuscire a sentire: So pensare, so digiunare, so aspettare come diceva Siddharta, nell'intramontabile libro omonimo, scritto da Hermann Hesse. Quanti, giovani e meno giovani, sanno vivere oggi questi tre strumenti principe per un'esistenza consapevole?
Certo, un libro può anche, semplicemente, consolare, divertire, rilassare, emozionare in modo struggente. E regalarci modi diversi di rapportarci al mondo, e anche alle vacanze. Per chi si concede una pausa in montagna, per esempio, è un ottimo compagno di viaggio l'eccellente raccolta di Racconti di montagna, a cura di Davide Longo (Einaudi). Dice il curatore:Le storie che cercavo dovevano essere toccate dalla montagna, più che abitarla. I loro protagonisti dovevano vivere l'esperienza della rarefazione cui la montagna obbliga l'uomo: rarefazione dell'aria, dei suoni, degli incontri, ma soprattutto del tempo. Perché la montagna ci obbliga in primo luogo a prendere atto di questa feroce verità: il tempo esiste, è il centro della nostra vita, ma non è fatto a nostra immagine e somiglianza. Ed ecco racconti che ci portano dal monte Fuji agli Urali, dal Kilimangiaro alle montagne delle nostre Alpi, a mangiare (in senso metaforico), la carne dell'orso: Il sapore di essere forti e liberi, liberi anche di sbagliare e padroni del proprio destino, come scrive Primo Levi nel suo struggente racconto Ferro, incluso in questa raccolta. Che si conclude con l'ispirata Ascesa al Monte Ventoso del Petrarca. Così, tranquillamente seduti con lo sguardo sui monti, si può viaggiare nell'arte, nella bellezza di parole ed emozioni, nella letteratura, e dentro la propria anima, per riscoprire emozioni dimenticate. Perché, diceva Marcel Proust, un lettore non legge i miei libri, legge se stessoUn bel libro ci consente anche un viaggio nel tempo e nello spazio, in cui cambia il contesto storico e anche questo, in sé, è appassionante, come nello splendido Memorie di Adriano, di Marguerite Yourcenar ma le emozioni sono universali. E anche l'invecchiare può ritrovare tutta la sua dolcezza penso a Ogni passione spenta, di Vita Sackville West - inquietudine o malinconia.In questa pausa estiva, regaliamoci una passeggiata dal libraio: uno shopping a basso costo e dal potenziale immenso, di piaceri sottili e di emozioni, che ci fanno ridere o sognare, abitando mondi diversi, e intanto ci alleggeriscono il cuore.
Alessandra Graziottin
www.alessandragraziottin.it
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Il corpo e lo spirito
I Figli
I vostri figli non sono vostri figli.
Sono figli e figlie del desiderio ardente
che la Vita ha per se stessa.
Essi vengono per mezzo di voi,
ma non da voi.
E benché siano con voi,
non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore
ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri.
Potete dar alloggio ai loro corpi,
ma non alle loro anime,
poiché le anime
dimorano nella casa del domani,
che voi non potete visitare
nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere come loro:
non cercate però di renderli come voi.
La vita, infatti, non torna indietro
né indugia sul passato.
Voi siete gli archi
dai quali i vostri figli
come frecce viventi son lanciati.
L’arciere vede il bersaglio
sul sentiero dell’infinito
e vi piega con la sua potenza
perché le sue frecce
volino veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia
dalla mano dell’Arciere;
poiché come egli ama la freccia che vola
così ama pure l’arco che è ben saldo
Gibran
Sono figli e figlie del desiderio ardente
che la Vita ha per se stessa.
Essi vengono per mezzo di voi,
ma non da voi.
E benché siano con voi,
non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore
ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i loro pensieri.
Potete dar alloggio ai loro corpi,
ma non alle loro anime,
poiché le anime
dimorano nella casa del domani,
che voi non potete visitare
nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di essere come loro:
non cercate però di renderli come voi.
La vita, infatti, non torna indietro
né indugia sul passato.
Voi siete gli archi
dai quali i vostri figli
come frecce viventi son lanciati.
L’arciere vede il bersaglio
sul sentiero dell’infinito
e vi piega con la sua potenza
perché le sue frecce
volino veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con gioia
dalla mano dell’Arciere;
poiché come egli ama la freccia che vola
così ama pure l’arco che è ben saldo
Gibran
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poesia
Il "bancomat parlante",un aiuto per i non vedenti
Grande novità nei bancomat milanesi, infatti da oggi le persone non vedenti e ipovedenti potranno prelevare autonomamente dei soldi anche ad un passo dal Duomo: è stato infatti inaugurato stamani alla filiale di via Santa Margherita del Monte dei Paschi di Siena un 'bancomat che parla' appositamente attrezzato.
A collaborare all'iniziativa col Gruppo Montepaschi è L'Unione italiana ciechi.
L'utilizzo dello sportello è semplice: l'utente dovrà prima collegare una cuffia all'apposita presa jack nel pannello del bancomat e poi dovrà farsi guidare da una guida vocale che lo accompagnerà attraverso menù e sottomenù per procedere al prelievo.
Questa mattina Franco Lisi, un non vedente, è stato il primo a provare il nuovo sportello: ''Sono soddisfatto - ha detto Lisi - E' una procedura semplice e lineare. E' importante per noi ciechi sapere di poterci muovere autonomamente''.
Otto sportelli su dieci del Gruppo Montepaschi in Lombardia sono già abilitati a questo genere di operazioni (in tutta Italia sono il 75%) e il direttore della filiale Michele Catarsi, presente all'inaugurazione, tiene a precisare che per la Mps un'iniziativa del genere è un punto d'onore: 'Siamo da sempre attenti a questi temi - spiega Catarsi -, basti pensare che da 7 anni abbiamo aperto uno sportello per sordomuti.
Contiamo di abilitare entro l'anno il 100% dei nostri sportelli in Italia''.
Fonte: Il Giornale
A collaborare all'iniziativa col Gruppo Montepaschi è L'Unione italiana ciechi.
L'utilizzo dello sportello è semplice: l'utente dovrà prima collegare una cuffia all'apposita presa jack nel pannello del bancomat e poi dovrà farsi guidare da una guida vocale che lo accompagnerà attraverso menù e sottomenù per procedere al prelievo.
Questa mattina Franco Lisi, un non vedente, è stato il primo a provare il nuovo sportello: ''Sono soddisfatto - ha detto Lisi - E' una procedura semplice e lineare. E' importante per noi ciechi sapere di poterci muovere autonomamente''.
Otto sportelli su dieci del Gruppo Montepaschi in Lombardia sono già abilitati a questo genere di operazioni (in tutta Italia sono il 75%) e il direttore della filiale Michele Catarsi, presente all'inaugurazione, tiene a precisare che per la Mps un'iniziativa del genere è un punto d'onore: 'Siamo da sempre attenti a questi temi - spiega Catarsi -, basti pensare che da 7 anni abbiamo aperto uno sportello per sordomuti.
Contiamo di abilitare entro l'anno il 100% dei nostri sportelli in Italia''.
Fonte: Il Giornale
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segnalazioni
lunedì 7 luglio 2008
Anche l'abito fa lo studente

Divisa a scuola sì o no? Sì, per una serie di buone ragioni. Proposta da Gabriella Giammarco (Pdl) e considerata con attenzione dal ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, questa possibilità ha suscitato molteplici commenti, non tutti favorevoli, anzi. L'obiezione più forte: la divisa non basterebbe a risolvere i problemi della scuola di oggi. Ovvio: del resto, nessuno che sia sano di mente chiederebbe ad una scelta formale di risolvere problemi strutturali. Tuttavia la forma può aiutare la sostanza. Innanzitutto, quando si parla di divisa si fa una scelta di appartenenza, di attribuzione di ruolo, di riconoscimento. Le divise sono diffusissime nella nostra società: non solo nei corpi militari, ma anche nell'ambiente medico e paramedico, nella magistratura, negli alberghi, soprattutto di livello, nelle cucine dei ristoranti, nei supermercati.
Sono in divisa, di fatto, i manager e gli avvocati, tanto per citare due categorie di ampia rappresentatività, seppure con una maggiore discrezionalità nel colore delle cravatte o delle camicie. E lo sono gli sportivi di ogni squadra e disciplina. Nessuno lo vive come una limitazione della libertà personale, un insulto alla propria intelligenza o un'espressione di statalismo arcaico. Non sono in divisa i creativi di ogni professione: ma anche questo è un dichiarare un'appartenenza ideale, e ha una sua logica e un suo senso.Perché stupirsi tanto all'idea che anche i bambini possano utilizzare la divisa e viverla in modo positivo? Anche per i bambini e gli adolescenti può essere importante riconoscersi da un vestiario condiviso, soprattutto se questo si associ all'orgoglio di frequentare una scuola di qualità, come succede all'estero, dove le divise hanno attraversato intatte e rispettate i furori sessantottini, le ribellioni autonomiste successive, la voglia di differenza e di anarchia, e più in generale la tendenza a ridurre drasticamente il senso di disciplina a scuola. I bambini italiani sono diversi? Non tanto. Basti pensare ai boy-scouts, che anche in Italia godono di ottima reputazione e hanno una loro amatissima divisa che nessuno si sognerebbe di barattare per un abbigliamento variegato. Per non parlare della soddisfazione con cui i bambini indossano la divisa della squadra preferita o di quella in cui giocano. Semmai, i più resistenti all'idea della divisa sono alcuni genitori, che vedono per l'appunto in questa scelta una limitazione del senso di libertà dei figli. Pretesa di libertà che tuttavia ha oggi superato ogni limite, confondendosi con la maleducazione dilagante, figlia dell'assenza di regole e di disciplina e della conseguente anarchia comportamentale; con l'indifferenza ai sentimenti e ai bisogni degli altri; con un narcisismo esibizionista di cui i genitori sono spesso i primi compiaciuti registi. Ricominciare da una scelta formale, può essere il primo segnale dell'urgenza di riscoprire altri e più sostanziali valori della scuola ormai vituperati e dimenticati. Certo, oggi non si pensa più al vecchio grembiule nero. Piuttosto, ad una divisa sul modello anglosassone, molto sobria: camicetta, gonna e giacca per le bambine e ragazze, pantaloni, giacca, camicia e cravatta per i maschi. Oppure jeans, camicia e giacca, purché con lo stesso stile e gli stessi colori. I vantaggi: il primo, un po' di sana uguaglianza. Così da limitare drasticamente la corsa attuale al vestito griffato anche per i piccolissimi, almeno a scuola. Scelta eccessiva per un bambino e che umilia tutti quelli che non se lo possono permettere. Il secondo: un po' di decoro. Uso apposta questa parola desueta, che indica l'ornare, l'abbellire: perché una bella divisa, uguale per tutti, contrasta nettamente con la tendenza alla sciatteria e al disordine, ma anche all'esibizionismo ammiccante, che in alcune scuole, soprattutto nell'adolescenza, è ormai a livelli sconfortanti. Chiaro: in parallelo dovremmo rioccuparci, e molto di più, del ruolo educativo della scuola, con una rinnovata dignità, formale e sostanziale. Eliminando i telefonini dalle classi una volta per tutte; esigendo una disciplina degna del nome, dagli insegnanti e dagli allievi, perché non è possibile apprendere nel caos. Esigendo il rispetto della casa dove si costruisce il futuro dei nostri figli, quale dovrebbe essere la scuola. Rispetto che include la pulizia dei muri e il divieto di imbrattarli, perché facendolo si insulta e abbruttisce lo spazio comune. Per concentrarsi soprattutto sull'apprendere e sull'allenare il cervello, strumento formidabile oggi sottoutilizzato, specialmente a scuola.Una divisa da scegliere o meno a discrezione dell'istituto scolastico e d'accordo con i genitori, come salomonicamente ha suggerito il ministro Gelmini. Una scelta comunque da considerare con attenzione, soprattutto se diventerà il fiore all'occhiello di una riscoperta dignità della nostra vituperatissima scuola.
Alessandra Graziottin
Fonte : Il Gazzettino
www.alessandragraziottin.it
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riflessioni
martedì 1 luglio 2008
A una ragazza,a un ragazzo

Forse l'hai già capito: non è facile crescere, ancor meno diventare adulti.
Essere grandi significa avere più libertà, più mezzi economici, ma anche molte più responsabilità.
Il tuo compito, la tua meta in fondo al viaggio, è diventare migliore dei tuoi genitori.
Alza la fronte. Non farti imbrogliare da chi vorrebbe comprare il tuo consenso con denaro o adulazioni, non ti far bastare ciò che sono disposti a darti. Il tempo ti dirà che le idee sono tanto più preziose quanto più sono diverse.
Alza la fronte e non porre limiti alla tua ambizione: essi sono fatti per essere superati attraverso passione e capacità. Non è vero che nella vita bisogna accettarsi, piuttosto è fondamentale sapere che ti puoi migliorare, qualsiasi sia la stagione che stai attraversando.
Sforzati di trovare il coraggio per dare spazio alla tua creatività, confida nel tuo talento cercandolo ogni giorno e ogni notte dentro di te.
Raschia il barile delle tue capacità, scopri ogni cunicolo della tua anima ma non donarla mai tutta, riservane sempre una briciola per ogni tua prossima passione.
L'esistenza non è una corsa di cento metri, ma una maratona meravigliosa e per arrivare alla fine occorre merito, non furbizia; voglia di essere disponibili a meravigliarsi, non infruttuose ricette alchemiche: "un uomo libero agisce sempre in buona fede e non ricorre all'astuzia", diceva Spinoza.
Non dare retta a chi ti indica le scorciatoie, prova ad osare strade difficili, evita tutto ciò che è comodo e diffida di chi te lo propone. Fa' crescere dentro di te rabbia e sete per l'inquietudine.
Non buttarti via, impara a dannarti senza perderti.
Alza la fronte e tieni dritta la schiena: nemmeno gli anni la curveranno, soltanto l'ignavia.
Ama la tua libertà e difendila da tutto e da tutti; adora la tua autonomia, riparala dal canto delle sirene ricattatrici: le dipendenze non fanno crescere, aiutano soltanto a smarrire il senso del viaggio.
Non farti atterrire dall'urto delle tue emozioni, contamina con l'eco di quel rombo magnifico chi, accanto a te, ha abbassato lo sguardo.
Impara che hai diritto a pensare che nella vita si possa e si debba tentare e sbagliare, e che nessuno ti deve poter giudicare per gli errori che commetterai, ma semmai per le omissioni che ammetterai a te stesso.
La riga la si tira alla fine, non certo a vent'anni, e, quando ti verrà di guardare alla vita come ad una straordinaria vallata percorsa, avrai finalmente capito che la sera cui sei giunto conosce segreti che il lontano mattino nemmeno poteva immaginare; ma dovrai anche sapere che ciò che di buono è stato l'ha costruito la tua anima, così come anche ciò che le tue forze non sono state capaci di compiere.
Prefazione di Paolo Crepet al suo libro " I figli non crescono più"
La forza della vita in una favola di Esopo

Quanto è difficile amare la vita!
C’è sempre un intoppo, un contrattempo, un dubbio ad offuscare i momenti spensierati, al punto che la felicità si individua e si riconosce solo dopo che si è perduta.
Siamo proprio noi i nostri peggiori nemici quando ci denigriamo, quando indugiamo in atteggiamenti sconvenienti, quando diamo voce alla nostra ansia trasmettendo agli altri inquietudine e disamore.
Il vecchio e la morte
Una volta un vecchio, avendo raccolto la legna e trasportandola, percorreva molta strada.
Per la fatica del cammino, avendo poggiato il carico, invocava la morte.
Essendogli apparsa la Morte e avendogli domandato per quale motivo la invocava, il
vecchio disse: “Affinché mi porti il carico"
La favola insegna che ogni uomo è amante della vita, anche se è sfortunato.
La morte sembra allora la panacea di tutti i mali e la invochiamo, forse solo scaramanticamente per tenerla lontana.
E’ una sensazione che ben conosce un vecchio immortalato da Esopo mentre prega prima ed elude poi la propria dipartita.
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riflessioni
domenica 29 giugno 2008
Uno strumento utile per non giocarsi la sicurerzza

Microsoft® lavora da sempre a stretto contatto con i genitori per offrire un ambiente più sicuro e protetto per i loro figli. L’ obiettivo è quello di fornire a tutti i genitori gli strumenti necessari a scegliere i giochi, sia online che offline, più adatti alla propria famiglia, a controllare l’accesso dei figli alle attività interattive online, a monitorare il tempo che trascorrono alla console e in generale ad essere tranquilli e a proprio agio con la nostra tecnologia.
Ha così realizzato e messo in rete la Guida " Gioca sicuro ,non giocarti la sicurezza"
(scaricabile gratuitamente all'indirizzo http://giocasicuro.msn.it),che mira,da una parte,a dare a tutti i genitori le informazioni necessarie a comprendere il gioco interattivo e, dall'altra, ad aiutare a decidere quali siano i giochi più adatti per i propri figli. http://giocasicuro.msn.it
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segnalazioni
Amori spenti

Entrando in chiesa, spesso mi tornate alla memoria: così belli, così commossi, così luminosi tra fiori e luci nel giorno del matrimonio. Conservo ancora il vostro libretto di nozze che parla di Nido d'amore. Ora è già arrivato il freddo inverno.
Io mi domando: "Ma io che cosa ho fatto, dopo quel giorno per voi? E Tu, Signore - scusa - che cosa hai fatto? Hai dato un bel progetto: non è bene che l'uomo sia solo - I due saranno una sola carne!"
Vi siete sposati con amore, ma ora vi vivete accanto senza felicità. Avete sognato insieme spese e progetti; sono rimasti solo i sacrifici e la noia.
E' sparita la trasparenza dei primi tempi, che vi rendeva felici come bambini; quando dormivate abbracciati e nessuno poteva vivere senza l'altro. Qualcosa si è lacerato dentro di voi. Avete tentato di ritornare indietro, di parlarvi, di perdonarvi ma ognuno è stato capace di dire: per tua colpa, non per mia colpa. E ora siete rassegnati e confusi. Non credete più ai vostri ricordi d'amore e agli insegnamenti del Corso Fidanzati. Sentite di aver fallito, ma non c'è una via d'uscita?
Gesù Eucaristico, parla Tu al loro cuore:
"Cari amori spenti, non vi è venuto il sospetto che io sono qui proprio per rispondere ai problemi che nascono dalla vita? Dovete scoprire questa mia presenza. Fermatevi, costringetevi a sostare, imponetevi un silenzio anche dalle amarezze o dalle ragioni personali. Rientrate in voi stessi e mettetevi in ascolto di me.
Io sono qui a disposizione perché mi troviate.
Io sono silenzio: non riempitevi di troppe parole.
Io sono fedeltà: non dimenticate quell' amore e quel sì detto un giorno con me.
Io sono perdono: ditevelo anche voi (Oggi sarai con me...)
Io sono presente (mi chiamano la Divina Presenza): non disertate la casa, la cena, il talamo.
Io tornavo da risorto a dire a quei freddi amici: Pace - a chiamare per nome : Maria, Tommaso - a dire: proviamo a rigettare le reti o a rileggere le Scritture.
Nella mia Resurrezione sempre si può ripartire.
Non capite che non tutto è perduto, che potete ritrovarvi, dopo il buio, per un nuovo mattino di luce?
E sarete ancora capaci di amore, di pazienza, di perdono; di prendere la vita come compito, come responsabilità, come spazio di penitenza; e se non fuggirete per paura, troverete il gusto di portare la Croce dietro di me come il cireneo. E là, dove tutto era perduto, lacerato, fatto a pezzi, può ricominciare qualcosa.
Se io, Gesù, non fossi in grado di darvi questo, non sarei qui nell'Eucaristia. Non mi sono fermato ad alimentare devozioni ma per dare vita, per farla rifiorire dove si è spenta, per infondere un senso nuovo là dove tutto era diventato insignificante, per riaccendere con la mia luce amori creduti da voi spenti perché forte come la morte è l'amore: qui l'amore è firma di Dio.
Venite ad imparare a dire con me: Ti voglio tanto bene che mi lascio mangiare da te. Io lo faccio sempre perché amare è consegnarsi, perdersi per nutrire l'altro.
Le difficoltà siano come il vento: alimentino il grande fuoco.
Troppi ritengono che amore significhi essere amati anziché amare; e non ritirare mai l'amore promesso, per questo sarai fedele: L'ho promesso al Signore, ti amerò. E Dio ti aiuterà.
P.S.: Cerca chi può aiutare il vostro amore, non le tue ragioni. Se è la vostra relazione che è andata in crisi, cerca chi è esperto in relazioni e non chi è esperto in spartizioni o serenità individualiste. Nella rottura non c'è mai un vincitore: si rimane a piedi entrambi. Quante sofferenze difficili dopo le rotture facili!
Venite a imparare l'amore presente e discreto davanti all' Eucaristia!"
Tu che togli il peccato,
Tu che lasci la pace,
Tu che sei versato per noi, vieni!
Fonte www.santabertilla.it Una cartolina domenicale di Don Marco
sabato 28 giugno 2008
Con un cellulare parlante i ciechi possono leggere tutto

Grazie a un potente sofware che costa poche centinaia di euro.
La novità è stata presentata in Trentino.
La tecnologia sembra non avere più confini: quello che ieri sembrava utopia il giorno dopo lo ritrovi, piacevole, ma anche, per certi versi, sconvolgente realtà. Non si può spiegare altrimenti l'ultimo ritrovato per non vedenti della società americana Kurzweil che con la Federazione dell'Associazione dei Ciechi Usa ha messo a punto un potentissimo software che permette di trasformare in voce i testi fotografati con la telecamera del telefonino. Finalmente anche le persone cieche potranno leggere in autonomia ciò che loro serve in ufficio, al supermercato, a scuola, al ristorante. Questo nuovo telefonino è stato presentato ieri, grazie alla Tiflosystem di Piombino Dese, guidata dall'imprenditore non vedente Davide Cervellin, a Sarnonico di Trento, nell'ambito di un convegno dedicato alle nuove tecnologie per non vedenti.
«Oggi è davvero una giornata speciale - ha commentato Davide Cervellin - e io stesso non so quanto sia complice Sant'Antonio; certo è che quasi non volevo credere a me stesso quando, semplicemente maneggiando il mio telefonino su cui era stato installato un potente software di riconoscimento dei caratteri a stampa con sintesi vocale, ho potuto leggere la corrispondenza senza alcuna difficoltà. E poi, data la sbalorditiva mia nuova condizione, non mi è parso vero recarmi al ristorante e quasi provar più piacere a scorrere in autonomia il menu per scegliere le pietanze che a gustarmi un'ottima tagliata al rosmarino innaffiata da un buon bicchiere di Ruchè del Monferrato».
Per le persone non vedenti si tratta davvero di una rivoluzione: con il telefonino e questo speciale software si può finalmente leggere ciò che i loro occhi non vedono e breve ormai sarà il tempo che con il telefonino ci si potrà tranquillamente spostare senza più l'angoscia di cercare qualcuno che per accompagnare le persone non vedenti.
La Kurzweil è stata la prima società nel mondo che ha realizzato sistemi di riconoscimento ottico con riproduzione in voce avendo avuto fin dall'inizio un collaudatore d'eccezione, Steve Wonder, per il quale avevano messo a punto anche dei sintetizzatori musicali. Da allora davvero tanta strada è stata fatta e con poche centinaia di euro è possibile acquistare il software che oggi permette a qualche migliaio di ciechi in Italia di leggere in autonomia. Tiflosystem da sempre è stata accanto alla Kurzweil per la distribuzione dei suoi prodotti in Italia, curandone la traduzione in lingua italiana, l'assistenza tecnica e i servizi di istruzione e formazione.
Vasco Mason
Fonte Il Gazzettino
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