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domenica 19 aprile 2009

Il nostro pane quotidiano di Vera Slepoj


Tra i bisogni primari il cibo è il grande interprete della parte inesorabilmente vitale della nostra vita, il primo indissolubile legame che quando nasciamo stabiliamo con il mondo esterno, dal corpo della madre che nutre a tutto l’universo dei sapori e odori che spesso ci fa trovare persino le tracce del percorso della nostra crescita. Mangiare come dormire, assieme ad altre attività fondamentali e necessarie, è un indicatore dei nostri atteggiamenti, sentimenti, allarga o restringe le nostre pulsioni; come mangiamo è un po’ come siamo, gaudenti e goderecci o parchi e tiranni, esagerati o asettici, nel cibo mettiamo tutto ciò che siamo dentro e fuori con il mondo degli altri vicino o lontano. Il cibo riguarda anche il gusto, la capacità di percepire il sapore, di selezionare e indirizzare il piacere verso la memoria dei nostri primi passi nella vita sociale.
Una madre che nutre fa sì che il suo bimbo si senta accolto, protetto, indirizzato verso un’idea positiva di se stesso, non a caso nel mondo della psicanalisi, da Anna Freud a Melanie Klein, il seno buono e cattivo, determinano un’idea affettiva di un tipo anzichè un altro. Cibo come scelta, come radice delle nostre origini e delle nostre appartenenze; e poi mangiare, un’azione naturale che fa sì che ci si possa riconoscere in comportamenti di accettazione e rifiuto dove mangiare non è divorare, nè mangiare come vergogna.
Un bambino cresce anche dentro gli atteggiamenti che riceve nelle sue pulsioni e nei suoi bisogni primari e vitali, ad esempio come nutrirsi, determina una via possibile e armonica verso istinti e desideri. L’ossessione del cibo, ad esempio, può essere presente in molti genitori che obbligano i bambini a diete fuorvianti o ad alimentazioni esagerate, determinando gli atteggiamenti affettivi del loro futuro. Bambini grassi che divorano tutto il deserto di affetti che non hanno, una desolante e solitaria compensazione o bambini magri, esigenti, paurosi ad avere quel chilo in più già da piccoli, sono quelli che non vogliono crescere, che non hanno il coraggio di essere se stessi e non sono liberi dal mondo che li circonda.
Mangiare è anche curiosità, conoscenza, cultura, appartenenza, socialità, tutti comportamenti che nel nostro mangiare determinano l’essere, fino a stabilire come stiamo, come ci sentiamo, come possiamo ammalarci ulteriormente fino a rischiare la vita nell’anoressia o nella bulimia o nella povertà di tutti quei bambini dagli occhi grandi, mentre il corpo muore.
Il cibo è anche cambiamento, coraggio di riconoscere nelle scelte alimentari le scelte esistenziali, come mangiare troppo, sempre, o mangiare carne di animali che potremmo risparmiare: agnelli, cavalli, capretti, maialini e via dicendo. Difficile il rapporto del cibo e delle sue vittime, nato come storia antica che non si è rinnovata, che richiederebbe un’analisi seria sul nostro essere carnivori senza ossessioni, ma nemmeno disattenti di fronte a una modernità che non dovrebbe non farci riflettere su come mangiamo la sofferenza dei nostri amici animali. Il cibo può essere virtuoso, ma anche rituale ed è fondamento della nostra giornata, scompensata spesso da una quotidianità ossessionata dal tempo che ci fa rinunciare ai riti familiari e più arcaici, ma fondamentali della nostra esistenza: il cibo della mattina, nella nascita del giorno, il cibo del mezzodì, quello del pomeriggio, della cena, quei riti che accompagnano i gesti della nostra vita biologica, ma anche il cibo delle feste, non per ingurgitare, ostentare, rinunciare, rifiutare, ma per celebrare la storia di ognuno di noi dove fin dall’infanzia attraverso i cibi e chi li dà, chi li somministra, chi li prepara, diventa il luogo e l’interprete dell’accoglienza reale e inconfutabile del nostro stare nel mondo.
Mangiamo, ma pensiamo anche alla nostra storia, diamo al cibo il posto che deve avere e guardiamoci attorno pensando sempre a tutto ciò che sprechiamo e che altri quel cibo buttato, non amato, vituperato, non vedranno mai.
Vera Slepoj
Fonte:Il Gazzettino

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