E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

lunedì 30 marzo 2009

La scuola che sa farsi comunità non sarà più dimenticata

di Francesco Alberoni

Ho un ricordo del primo anno di scuola media. Il mio professore si chiamava Murabito, era una brava persona, preparato, coscienzioso, ma non era popolare. Tutti noi invece correvamo a sentire le lezioni di un altro professore giovane e vivace che ci leggeva l'Eneide. Prima la spiegava, o meglio la rappresentava in italiano, poi recitava dei versi in latino e tutti lo ascoltavamo estasiati. Non era un semplice docente, era un attore, un maestro, un leader. E attorno lui si era formata una comunità affiatata ed entusiasta. Anche le esperienze che ho fatto in seguito mi hanno confermato che gli studenti imparano quando si sentono parte di una comunità in cui studiano cose a cui sono interessati, dove si aiutano reciprocamente, inventano, sperimentano, si divertono. E dove il maestro non è colui che sa tutto e pretende tutto, ma la guida che li stimola, li guida, li corregge, suscita il loro entusiasmo, come avveniva nella scuola di Platone, di Aristotele, di Epicuro, nella bottega rinascimentale del Verrocchio, nel gruppo di Enrico Fermi in Via Panisperna. Una atmosfera che ho sperimentato nei laboratori di psicologia a Milano, di sociologia a Parigi, a Chicago. In compenso però che tristezza, che senso di disagio provi in molti licei, in molti istituti tecnici, in molti corsi universitari dove studenti ed insegnanti non sono realmente interessati allo studio, non comunicano fra loro, attendono solo che la lezione finisca. Non vi percepisci l'avidità di sapere, il gusto di scoprire, la gioia di realizzare insieme una meta. Eppure tutto questo si può ottenere. Lo vedo oggi nell'accademia del Piccolo Teatro, della Scala, nel Centro Sperimentale di Cinematografia. E non dobbiamo pensare che questa comunità di docenti e di allievi si realizzi soltanto ai massimi livelli, nei laboratori più avanzati. No, si può ottenere dovunque, anche in una scuola elementare, in un corso di cucina, in un laboratorio di elettronica, in una scuola di danza, perfino in una palestra di pugilato. È di questo che abbiamo bisogno dappertutto, dalle elementari ai corsi universitari avanzati. Una scuola con un maestro, una comunità di sapere e di vita. Una scuola che gli allievi ricorderanno con piacere e orgoglio perché vi hanno plasmato la loro personalità, hanno imparato a lavorare insieme, a costruire insieme, ad affrontare insieme le difficoltà e a produrre cose belle, di cui essere fieri.

Fonte: Corriere

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