E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

lunedì 23 marzo 2009

Cultura e voglia di far bene: i pregi dei tempi di crisi


È in corso una svolta nelle famiglie e nelle scuole


Con la crisi sono diminuiti tutti i consumi, meno quelli culturali che sono aumentati. Perché? Per capirlo partiamo da un fatto apparentemente lontano. Negli ultimi anni le donne compravano e cambiavano con facilità vestiti e scarpe senza saperne valutare il reale valore. Oggi li fanno riparare, allargare, restringere, accorciare con l'aiuto delle sarte che di colpo sono ricomparse. Un segno che tornano a capire cos'è un vestito, come si fa a conoscere i tessuti, a distinguerne la qualità. Lo stesso fenomeno si verifica in altri settori. Alcuni si fanno il pane o i dolci in casa con ingredienti sani, altri hanno ripreso attività artigianali abbandonate, altri hanno iniziato attività agricole altamente qualificate, altri hanno imparato a riparare mobili, elettrodomestici, automobili, apparecchiature elettroniche. E ci provano gusto. Moltissime persone fanno corsi specializzati in tutti i campi, dall’uso del computer alla cucina, al restauro. Più in generale possiamo dire che abbiamo rincominciato a studiare, a mettere a frutto le nostre capacità, ad utilizzare in modo più razionale le risorse. Il risultato è un aumento del sapere collettivo e una crescita della produttività del sistema Paese. Ed è in corso una rivoluzione anche nel sistema educativo, dalla famiglia alla scuola. Negli ultimi trent’anni ha dominato una pedagogia che si sarebbe dovuta chiamare deregulation . Eliminazione di tutte le regole, ciascuno faccia come vuole, come gli pare. Genitori ed insegnanti dovevano stare zitti perché venivano considerati superati. La deregulation economica ha portato alle colossali truffe finanziarie e alla crisi mondiale. Quella culturale alla catastrofe educativa. Negli ultimi anni gli studenti non studiavano, sbeffeggiavano i professori, ingannavano i genitori e nessuno se la sentiva di dire che era sbagliato.
Ma è gia incominciato il cambiamento. Gli adulti, accanto al saper pratico, tecnico, riscoprono la cultura, l’arte, i libri, i musei. Gli insegnanti, stanchi della ignoranza dei loro allievi, vogliono svolgere il loro ruolo e ritrovano il piacere dell’insegnamento. I genitori si domandano se non hanno sbagliato ad essere tanto tolleranti, e gli studenti si rendono conto che la scuola non è solo una sala giochi, ma che vi si possono imparare cose importanti.
Più in generale sta aumentando il desiderio di conoscere e il gusto di fare sempre meglio. È in questo modo che, globalmente, cresce la spesa per la cultura.
www.corriere.it/alberoni

Nessun commento: