E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

venerdì 14 maggio 2010

16 maggio 2010 : Giornata mondiale delle comunicazioni sociali


L’inquinamento dello spirito

«Ogni giorno, attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula, con la conseguenza che il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono».
L'inquinamento dello spirito è una forma d’inquinamento tipica dei nostri tempi. Tanto diffuso quanto, forse, sottovalutato.
Ci inquietano i danni procurati dalle «polveri sottili» delle nostre città, il fastidio procurato dai miasmi liberati dalle discariche, il rischio dell’esposizione prolungata alle radiazioni elettromagnetiche… Ma quanto ci preoccupano le conseguenze del «male» presentato dai mass media, per molte ore al giorno, spesso in forme seducenti, appaganti, divertenti? Quanti padri e madri seguono i figli nella prolungata visione televisiva, nelle loro navigazioni internettiane, nelle frequentazioni di gruppi «virtuali» o di personaggi sconosciuti? Recenti studi hanno lanciato l’allarme educazione contro la valanga di volgarità, urla, litigi e violenza a cui sono sottoposti ogni giorno milioni di giovanissimi telespettatori (in Italia ci sarebbero oltre 6 milioni di bambini tra i 5 e i 15 anni, che trascorrono dalle 3 alle 4 ore al giorno davanti al piccolo schermo). È urgente cogliere lo spessore morale delle nostre scelte quotidiane, assumendo la consapevolezza dei rischi di tecnologie mai neutre, perché c’è un altro inquinamento, meno percepibile ai sensi, ma altrettanto pericoloso. È l’inquinamento dello spirito, quello che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia».Molti vantano lunghe liste di amici su Internet, e magari non salutano il vicino di pianerottolo o il fratello del piano di sotto. C’è chi sta ore a parlare con una sconosciuta che non vedrà mai, per poi non considerare la vicina di casa.
Di fatto, le attuali tecnologie della comunicazione (personale e di massa) amplificano le possibilità di bene, di incontro e cooperazione, ma anche, purtroppo, l’egoismo individualista e isolazionista, l’anonimato razzista, la sete di guadagno facile, l’aggressività e l’esibizionismo bullista.
I mass media tradizionali tendono a farci sentire sempre come spettatori, «come se il male riguardasse solamente gli altri e certe cose a noi non potessero mai accadere» Le cose sono rapidamente cambiate con la diffusione della telefonia cellulare, prima, e di Internet, poi. Oggi le possibilità di agire in prima persona si moltiplicano: basta pensare alla possibilità di diffondere foto e filmati e di interagire tramite i cosiddetti social network (Facebook, Twitter…).
Tutti possono contribuire al clima morale dei nostri paesi e città: nel bene e nel male. È piuttosto sterile fermarsi al lamento sulla tristezza dell’epoca in cui viviamo, rassegnati al basso livello dei programmi televisivi e alla decadenza delle famiglie. Nel nostro piccolo, possiamo agire in controtendenza. Comunicare il bene ha la forza di «bonificare» un ambiente spiritualmente inquinato. Possiamo diventare " luce che brilla nelle tenebre". Non è affatto indifferente cosa scegliamo di guardare in Tv, di acquistare in edicola, di cliccare su Internet. Ogni piccola scelta può contribuire a premiare l’onestà, a incoraggiare al bene, ad avanzare su una via migliore.


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