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sabato 13 giugno 2009

E l’Arena fa l’identikit agli spettatori: amano l’Aida e spendono 400 milioni


La lirica è un elemento fondante della nostra identità nazionale, ma ha anche delle ricadute concrete sul territorio, come evidenzia il "caso Verona", dove una corposa indagine eseguita per la Fondazione Arena dal professor Dario Olivieri, ordinario di statistica all’Università scaligera, ha evidenziato come questa attività rappresenti, insieme alla Fiera, il principale introito per l’hinterland veronese. Lo spettatore areniano tipo è naturalmente appassionato di lirica, maschio, abbastanza facoltoso, ha un’età fra i 48 e i 55, è in prevalenza italiano, e sceglie alberghi a 4 o 5 stelle. In genere è molto soddisfatto del livello artistico degli spettacoli e invece poco contento dei servizi del contesto cittadino, spesso giudicato troppo costoso. L’analisi ha preso in considerazione comportamenti e giudizi espressi in un questionario distribuito a un campione di oltre 20 mila spettatori. Ottimo il giudizio sul booking in internet (usato dalla maggioranza degli spettatori), come pure per l’accoglienza del personale all’interno dell’anfiteatro. Molto meno lusinghiero il giudizio per i servizi igienici e per la ristorazione. Le opere predilette vedono al top “Aida”, seguita a ruota da “Carmen” e “Rigoletto”, mentre leggermente inferiore è il gradimento per “Nabucco” (le opere in cartellone lo scorso anno). Mediamente uno spettatore che si ferma due notti o tre, insieme a familiari, spende circa 500 euro per il soggiorno.
Complessivamente, il festival operistico porta un introito globale di circa 400 milioni di euro per un reddito netto di 160 milioni di euro. Dalla ricerca sul 2008 è emerso anche che i giovani tra i 18 e i 30 anni si stanno avvicinando alla lirica con crescente interesse. Infatti hanno inciso per un 11% sull’affluenza.
I dati sull’insieme delle provenienze evidenziano un 10% di veronesi, un 42% di italiani provenienti dal Nord, un 20% di spagnoli, un 16% di tedeschi, con percentuali minori dal sud Italia e da Francia e Inghilterra e altri paesi. La percentuale di coloro che si fermano in città è calata dal 52% del ’95 all’attuale 40%.
Paola Bozzini

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