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domenica 12 settembre 2010

Scoprire Venezia

Donne celebri della Serenissima: Caterina Cornaro
Il primo esempio di donna veneziana colta, aperta al mondo e che tra l'altro contribuì al predominio della Serenissima nel Mediterraneo ed in Europa fu Caterina Cornaro (1454-1510). Figlia del veneziano Marco Corner (italianizzato in Cornaro) e di Fiorenza Crispo, apparteneva a una delle famiglie più ricche ed influenti della Serenissima. Venne educata in monastero a Padova fino all'età di 14 anni. Fu prescelta tra le donne più in vista della Serenissima come sposa del re di Cipro e di Armenia Giacomo II di Lusignano detto il Bastardo (1438-1473) che fu arcivescovo di Nicosia nel 1456 e, dal 1460 al 1473, re di Cipro.
Nel 1468 Giacomo II di Cipro sposò per procura Caterina Cornaro; solo nel 1472 Caterina venne condotta a Famagosta, sull'isola di Cipro, dove furono celebrate nozze sontuose. Un anno dopo il re morì a causa di una strana malattia dovuta ad uno strapazzo di caccia, poco prima della nascita del suo erede Giacomo III, che a sua volta morì l'anno successivo di febbri malariche. Questo fece sì che l'intera eredità dei Lusignano passasse nelle mani della Regina Caterina.
Subito dopo la morte di Giacomo II, a Famagosta scoppiò una sommossa fomentata da più parti per sostituire a Caterina l'erede "legittima" Carlotta (1444-1487), figlia di Giovanni II di Lusignano (1418-1458), sorellastra di Giacomo II e maritata a Ludovico di Savoia.
A questo punto Venezia intervenne dirigendo la politica di Caterina, che governò su Cipro assistita da un Consiglio di Reggenza, dallo zio Andrea Corner e da due cugini. Cipro cadde quindi sotto l'influenza della Serenissima.
Decisi nel volersi liberare dal dominio veneziano, nella notte del 13 novembre 1473, dei nobili catalani appoggiati dal vescovo di Nicosia, penetravano nel Palazzo Reale e nella stanza stessa della Regina assassinando lo zio Andrea, il cugino Marco Bembo, il medico ed un domestico. Venezia rispose inviando dieci galee agli ordini del Provveditore Vettor Soranzo. Le truppe da sbarco catturarono i nobili dissidenti al soldo del re di Napoli e del Duca di Savoia.
Alla morte del figlio Giacomo III, nel 1474, il suo posto fu preso dalla stessa Caterina, che regnò dal 1474 al 1489. Le fu attribuito dal Senato veneto l'appellativo di "Figlia adottiva della Repubblica" onore mai tributato a nessuna donna prima di lei.
Nell'ottobre 1488 fu scoperta un'altra congiura, ordita ancora dai nobili catalani. Venezia represse di nuovo la ribellione e decise di richiamare Caterina costringendola ad abdicare a favore della Repubblica. A seguito del suo rifiuto, fu minacciata che nel caso di disobbedienza sarebbe stata spogliata di tutti i privilegi e sarebbe stata trattata come ribelle. Il 26 febbraio 1489 avvenne l'atto ufficiale dell'abdicazione di Caterina in favore della Serenissima. Il 18 marzo, vestita di nero, la regina lasciò per sempre l'isola.
Venezia accolse la sua figlia in maniera trionfale. Sedette sul Bucintoro accanto al doge Agostino Barbarigo e fu nominata domina Aceli (signora di Asolo), conservando tuttavia anche negli atti ufficiali il titolo e il rango di regina. Sul territorio di Asolo, Caterina aveva gli stessi poteri del doge. Unici limiti: non poteva far subire ai sudditi nessun onere o angheria e non poteva ospitare chi non fosse gradito al doge. Da allora ogni anno a Venezia si ricorda con la Regata Storica l'accoglienza riservata dalla Serenissima alla Regina di Cipro.
Caterina richiamò alla sua corte artisti e letterati, tra cui Giorgione, Lorenzo Lotto, Pietro Bembo, (che qui ambientò Gli Asolani). Nel 1509, all'avanzare delle truppe imperiali di Massimiliano I d'Asburgo, si rifugiò a Venezia. Ritornata nel suo castello e tra gli asolani che tanto l'amavano, fuggì di nuovo quando le truppe tedesche si affacciarono alle porte di Altivole.
Caterina Cornaro morì il 10 luglio 1510 e venne tumulata nella Chiesa dei Santi Apostoli. Tale fu la folla che volle partecipare al rito funebre che i Provveditori fecero costruire un ponte di barche da Rialto a Santa Sofia per permettere un migliore deflusso. La salma rimase solo pochi anni nella chiesa dei Santi Apostoli perché, a causa della costruzione della nuova chiesa, nel 1575 venne trasferita nella Chiesa di San Salvador, dove tuttora riposa.ù
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