E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

lunedì 15 febbraio 2010

La cartolina di Don Marco del 7 febbr. u.s.

Caro S. Agostino,
terminava così il filmato a te dedicato:
“L’impero romano crollò dopo pochi anni ma i libri di Agostino sono ancora
letti (sono 117 opere e solo “La città di Dio” comprende 31 volumi)”.
Nato in Tunisia visse 76 anni e morì nel terzo mese di assedio da
parte dei Vandali della città di Ippona, della quale era vescovo. Il suo
corpo e i suoi scritti furono fortunatamente portati in Sardegna e secoli
dopo, un re longobardo comprò la salma che era stata rubata dai saraceni
e la portò a Pavia, nella basilica di S. Pietro in Ciel d’ Oro, dove
tuttora riposa.
Caro Agostino, tu fosti il più grande pensatore della Chiesa latina. La
tua giovinezza tormentata ti portò a restare umile, innamorato della vita,
misericordioso, cercatore onesto sempre. Capace di grandi discorsi
in un latino perfetto e melodioso da buon retore (difensore delle cause
dell’ Imperatore), in verità eri insegnante ai giovani, nel 387 sei passato
alla fede cattolica aiutato in ciò dall’ esempio di S. Ambrogio e dalla fede
di tua madre S. Monica. Sei diventato vescovo per acclamazione e
sei rimasto ad Ippona 33 anni ad insegnare e scrivere contro i manichei,
i donatisti, i pelagiani ( eresie filosofiche e cristiane). Tra i tuoi libri,
commoventi sono “Le Confessioni” dove racconti con sincerità le
tue esperienze sbagliate, fuse col messaggio cristiano.
Rileggiamo alcune pagine dei tuoi scritti, ma prima un grazie ad Alessandro
Preziosi e Monica Guerritore per il filmato da loro interpretato in
RAI e un grazie alle tante migliaia di frati e suore che anche oggi vivono
nella Chiesa la regola agostiniana.
“Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato!
Tu eri dentro di me e io stavo fuori: lì ti cercavo, gettandomi deforme
sulle belle forme delle creature fatte da Te. Tu eri con me ma io
non ero con Te: mi tenevano lontano quelle creature che, se non esistessero
in Te, non avrebbero esistenza. Tu mi hai chiamato, hai gridato,
hai vinto la mia sordità. Tu hai balenato, hai sfolgorato, hai dissipato
la mia cecità. Hai diffuso il tuo profumo, io l’ho respirato e ora anelo a
te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di Te. Mi hai toccato e ora ardo
del desiderio della tua pace”. (dalle Confessioni)
“Ama e fai ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu
parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che
tu perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’ amore perché da
questa radice non può procedere se non il bene.” (dal Commento alla
lettera di S. Giovanni)
“Qui e lassù si cantano le lodi di Dio, ma qui da gente angustiata, lassù
da gente libera da ogni turbamento; qui da gente che avanza verso la
morte, lassù da gente viva per l’eternità; qui nella speranza, lassù nel
reale possesso; qui in via, lassù nella patria. Cantiamolo dunque adesso,
fratelli miei l’alleluia, non per esprimere il gaudio del riposo, ma per
procurarci un sollievo nella fatica. Come sogliono cantare i viandanti,
canta ma cammina.” (dai Sermoni)
Agostino, sei stato tanto amato per le tue doti di intelligenza e di cuore;
piaci anche per la tua sincerità del tipo “O Signore, fammi casto ma
non subito!”, e per la tua attenzione anche alle bellezze terrene: “La
terra è di una bellezza straordinaria ma ha il suo artefice. Contemplo il
mare, mi stupisco ed ammiro: cerco l’Autore!”.
Buona ricerca, allora, anche a ciascuno di noi.

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