lunedì 16 marzo 2009
Arrivano i pollini, allarme per un veneto su tre
È quasi sempre dall’infinitesimamente piccolo che ci si devono attendere i pericoli maggiori.
Virus o batteri, ad esempio, ma anche i pollini fanno la loro parte. Ogni primavera, ad esempio, mettono in ginocchio un veneto su tre e azzerano più giornate di lavoro di una epidemia influenzale, tengono a casa i bambini due volte di più di tutte le altre patologie messe insieme.
Parlare di allergia sembra quasi una banalità. E invece non c’è patologia stagionale che "rubi" più giorni al mondo del lavoro, che abbia un costo così elevato in termini di farmaci da banco e che crei fastidiosi sintomi alla popolazione senza alcuna distinzione di età. Inoltre, evento quest’ultimo non certo trascurabile, che rappresenti anche un rischio concreto per i malati più deboli.
E a Nordest, dove nella Pianura Padana l’aria ristagna, l’inquinamento è elevato e la situazione è ancora peggiore che nel resto d’Italia.
Un Veneto su tre quando le temperature cominciano a salire deve ricorrere a vaccini o farmaci specifici per evitare di andare incontro a crisi di starnuti e occhi arrossati, raffreddori, malesseri generalizzati. Uno su venti soffre addirittura di asma: negli ultimi dieci anni nel Nordest il numero degli asmatici è aumentato del 60 per cento.
Solo qualche dato per giustificare l’allarme che accompagna l’arrivo dei pollini: in termini economici, l’asma incide più della tubercolosi e dell’Hiv combinati, ha un costo in farmaci superiore all’influenza. I bambini asmatici perdono il doppio dei giorni di scuola rispetto a quelli non asmatici e l’asma è un fattore determinante sia dell’assenza dal lavoro sia nella scelta di un lavoro rispetto a un altro. In più l’apprendimento e le opportunità di socializzazione, legate anche alle attività fisiche, sono fortemente limitate nei bambini più giovani che soffrono di asma.
Ad aggravare il quadro c’è un dato: a Nordest solo 50 pazienti su 1000 che soffrono di allergia si affida alle cure di un medico specialista, contribuendo a peggiorare la propria situazione.
Insomma, con il polline non si scherza. E quanto questa infinitesima particella possa essere fastidiosa lo testimonia il fiorire sul territorio regionale di centraline "capta-spore" (dieci dell’Arpav più altrettante delle Asl) che si trovano dislocate nei punti strategici e sono in grado di avvisare gli allergici di tutta la regione quando la situazione comincia a diventare pericolosa.
I dati sono espressi in granuli di polline, o numero di spore fungine, per metro cubo di aria. La concentrazione di pollini-spore presenti nell’aria è rilevata con frequenza giornaliera dalle stazioni meccaniche. Ogni settimana vengono emessi bollettini integrati dal commento del medico allergologo, in modo che la persona allergica sia informata dove si trovano le zone a rischio e possa evitarle.
A questa rete va aggiunta quella nazionale, circa 90 stazioni di campionamento presenti sul territorio nazionale collegate alla rete europea. Proprio grazie a questa rete è stato possibile identificare una serie di allergie che non erano conosciute, come quella da cipresso che negli ultimi anni si sta dimostrando piuttosto significativa. Una task force che non esiste per nessuna altra patologia.
Ancora non siamo in primavera e già un paio di province hanno lanciato l’allarme: Treviso, e più precisamente Conegliano, Vicenza e Verona. Quest’anno la stagione è iniziata un po’ in anticipo. Ad esempio sta "fiorendo" il problema della parietaria. Le zone più interessate da questo problema sono quelle della Pianura Padana, dove i pollini della parietaria colonizzano i muri delle città e quindi rimangono intrappolati proprio a contatto con la popolazione.
Quest’anno si è osservata una presenza eccezionale del polline da cupressaceae, che proprio in questo periodo sta avendo il suo picco e in quantità notevolmente più consistenti rispetto agli altri anni. Concentrazioni tali da richiedere una attenzione maggiore a Padova (ma non sui Colli Euganei), Treviso, Verona e vero e proprio "allarme asmatici" a Vicenza dove anche le concentrazioni di pollini di nocciolo e di carpino cominciano ad impensierire.
A Conegliano in questi giorni si sono cominciati a registrare picchi per quanto riguarda l’olmo, nocciolo e carpino. Da Rovigo devono stare lontani gli allergici a frassini, olivi, pioppi. Nel Veronese imperversa il cipresso, come nel Veneziano, con punte di pollini di salice e olmo a Jesolo. «Quest’anno si preannuncia un’annata difficile - sottolinea la dottoressa Rosalba Marino - Ai vecchi allergici si aggiungono i nuovi che stanno diventando sempre di più. Un bambino su 14 è allergico, anche allergie che possono mettere in pericolo la loro vita».
Le centraline aiutano comunque moltissimo gli allergici, sia perchè consentono in tempo reale di sapere quali siano le concentrazioni maggiori, ma soprattutto perchè forniscono una vera e propria mappa territoriale del rischio.
Daniela Boresi
Fonte
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