.............I maestri del Prado raccolti in un tour virtuale e con dettagli che non si vedono ad occhio nudo..... La pinacoteca di Madrid è la prima al mondo a tentare questo esperimento...... La copia è meglio dell'originale. La riproduzione ha vinto sull'opera dentro la teca........quadri tradotti in miliardi di pixel....Google ha lanciato un nuovo layer di Google Earth che permette di osservare fin nei minimi dettagli 14 capolavori del Museo del Prado; questo layer comprende inoltre modelli in 3D che consentono di muoversi per le stanze del Museo come se ci si trovasse davvero all'interno.........
"E ora, ecco la sensazionale offerta del Prado di poter vedere da vicino quei capolavori che in un museo si vedono con difficoltà, per la presenza di visitatori fastidiosi e per l’impossibilità materiale di vedere le opere da vicino nella condizione ideale di un restauratore, con solitudine e concentrazione, lenti ed altri strumenti. Per Velázquez, Rubens, Goya, El Greco, Rembrandt, Bosch, Dürer, Van der Weyden, la visione su Internet consente non solo la fedeltà della riproduzione del dipinto, di cui peraltro non è facile percepire le dimensioni originali in assenza dello spazio fisico, ma, appena superato questo limite (e certamente fra breve ci verrà data anche l’illusione dello spazio), all’occhio è consentito avvicinarsi ai particolari dei dipinti fino a vedere dettagli impercettibili e con straordinaria fedeltà e amplificazione.
Il procedimento elettronico ti assolve dalla visita al museo e non ti garantisce una percezione analoga ma inferiore rispetto alla realtà, bensì identica e superiore. La finzione ha superato la realtà. Il teorema di Benjamin si è compiuto, togliendo all’opera d’arte la sua unicità che rimarrà piacere inestinguibile degli amatori, ma non sarà più sufficiente a una conoscenza compiuta senza l’integrazione del duplicato. È un concetto che va oltre anche il clone perché offre, come furono per gli uomini e per le opere d’arte i raggi X, strumenti nuovi di conoscenza. Insomma, la fine di una civiltà e la maturazione estrema dell’invenzione rivoluzionaria della fotografia. Si può abbandonare la realtà e vivere nella finzione. D’altra parte i pittori lo avevano capito: Vittore Carpaccio firmava non «Carpatius pinxit», ma «Carpatius finxit», Carpaccio non dipinse, ma finse, tanto era simile al vero. E oggi le fiction hanno sostituito la vita."
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