lunedì 24 novembre 2008
Si avvicina il Natale Riflessione
Le favole della nostra infanzia ci hanno insegnato a immaginare la vita come una felice avventura in cui i buoni trionfano sempre, ma la vita ha troppo spesso smentito brutalmente le presunte verità e le incoraggianti certezze del fantastico paradiso infantile. Parole molto suggestive e allora anche molto convincenti hanno accompagnato i nostri primi incontri con Gesù dell'Eucarestia; ma quante volte poi abbiamo dovuto sperimentare una desolante impressione di insignificanza e di evanescenza. Pensiamo ancora allo sconvolgimento che ha subito la nostra visione della vita al momento del nostro ingresso nel mondo del lavoro, oppure al nostro passaggio alle scuole superiori. Le grandi società extrafamiliari in cui quasi all'improvviso ci siamo trovati a vivere, ci sono apparse complicate e disorientanti: esse mostravano di conoscere non una verità sola, ma tante verità contraddittorie. Nasceva il sospetto che nessuna verità fosse realmente tale. In questo senso, l'esperienza vissuta e magari sofferta da molti di noi è quella di essere stati abbandonati dalla verità, piuttosto che di abbandonare noi stessi deliberatamente e quindi consapevolmente ,la verità.
Il vero "uomo maggiorenne" è colui che non si affida all'opinione comune o alla semplice tradizione secolare come a una norma infallibile di verità, ma su tutto si interroga, ogni parola ascolta, nella ricerca attenta e appassionata d'ogni briciola di verità. La fede cristiana non è un'alternativa rispetto al programma esigente che si propone quest'uomo "maggiorenne"; al contrario, fa proprio quel programma. La fede cristiana è la scelta di chi ha già percorso un lungo cammino nella ricerca della verità; anche dopo la scelta, il cammino non s'interrompe, ma piuttosto si riapre, più impegnativo e insieme più promettente.
Per approfondire:http://www.cdascocco.altervista.org/religione2.htm
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