Mai come oggi occorre che il maestro o l'insegnante si approprino della loro funzione pedagogica
Occorre un nuovo modo di essere educatori, lo esigono i nostri ragazzi; ma attenti a non lasciarsi a nostra volta condizionare. Oggi i bambini arrivano a scuola sollecitati da un sacco di informazioni, ricevute soprattutto dalla scuola parallela che è la TV, col pericolo che non abbiano la possibilità di costruirsi un mondo a misura di bambino.
La TV ha spento il mondo dell'infanzia, costruendo falsi miti e realtà fittizie. Quelli di oggi sembrano bambini senza infanzia poiché quella che il mondo adulto propina loro è una realtà nuda e inquietante. Ci sono bambini che, vedendo dei loro coetanei morire nei paesi dove è in atto una guerra, chiedono se ciò potrà capitare anche a loro, se quindi si può morire anche da bambini! E' una realtà cruda e pedagogicamente negativa.
E' bene che ci si chieda come ciò possa influire sulla psiche del bambino, poiché una delle cause dello loro fragilità emotiva sembra proprio dovuta a queste sollecitazioni caotiche e non mediate dal buon senso. La TV, che si voglia o no, è una vera e propria scuola parallela, ma non sempre idonea poiché propina informazioni ma non permette la formazione di una struttura capace di elaborare autonomamente ciò che riceve. Il bambino si avvicina alla realtà in modo troppo rapido per poterla assimilare ed elaborare attraverso il dono più bello che un piccolo possiede: la sua fantasia.
La ricchezza dell'immaginazione e della creatività istintiva viene penalizzata da costrizioni, impedimenti, coartazioni e quanto altro va a bloccare l'espressione spontanea dei bimbi. Come sempre la virtù sta nel mezzo, quindi se il genitore saprà dosare i tempi e sceglierà programmi idonei per il piccolo egli potrà godere anche dei vantaggi del piccolo schermo per allargare la mentalità, esplorare spazi nuovi e gustare la visioni di animali, città e culture diverse. E' anche questo un modo per prepararli ad accettare il diverso, avendo la percezione di essere compartecipe di ciò che vede, come non accadeva nel passato.
Occorre quindi che l'educatore si informi di cosa questa scuola parallela sa dare al bambino, aiutandolo a discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Indispensabile diventa la figura del buon educatore, che il bambino può prendere come punto di riferimento e come modello da amare e rispettare. E' questo un punto importante non solo nell'infanzia, ma anche quando il bimbo inizia la scuola primaria: egli ha infatti bisogno di traslare l'affetto della sua mamma in qualcuno che perpetui tale dimensione affettiva.
Un altro elemento importante per sviluppare le potenzialità del bambino in modo attivo e non passivo come fa la TV, è l'amore per la lettura. Leggendo il bambino apprende in modo consono alla sua età. Occorre però che ciò non sia imposto, ma che garantisca una sorta di piacere. Se un educatore riesce a far amare la lettura, in modo da favorire un pensiero sviluppato e corretto, sarà più facile per il minore vivere l'emozione degli affetti.
Mai come oggi occorre che il maestro o l'insegnante si approprino della loro funzione pedagogica e, come dice il cardinal Martini, "non basta fornire al bambino nozioni tecniche per imparare a leggere e a scrivere ma è indispensabile ed essenziale avere un occhio attento e vigile sull'intera crescita della personalità". Su questo terreno etico la figura dell'insegnante acquista autorevolezza e così potremmo forse riuscire a debellare il bullismo, la violenza, la noia che attanaglia tanti nostri ragazzi.
E' sui banchi di scuola che può nascere la visione di un nuovo mondo infantile dove insieme al genitore debbono esserci figli che ne seguano l'esempio. Essi devono capire che l'amore non ha subito cambiamenti e che i valori della tolleranza, della comprensione e dell'accettazione dell'altro sono immutabili. E così il connubio tra il senso etico che ognuno porta dentro di sé e quello che viene loro trasmesso dai genitori e dagli insegnanti diventa un tutt'uno che rappresenta la vera "scuola di vita".
Evi Crotti
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