E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

lunedì 6 ottobre 2008

È l'ingiustizia che crea violenza e aggressività
di Vera Slepoj
Il razzismo è una parola terminale, conclusiva, definitiva che stabil isce i territori privi di mediazione, sono i comportamenti declinati del pregiudizio, la forma convessa dell'interpretazione distorta delle differenze.In realtà il razzismo è la conseguenza di una infinità di cattive interpretazioni della diversità e dentro la banalizzazione di aspetti evidenti di un comportamento, una razza, una religione, un'ideologia politica,

Che si trasformano in rifiuto, rigetto ed estremizzazione della lettura difensiva della coabitazione e della condivisione delle diversità. Oggi si riparla di razzismo perché c'è un uso della violenza verso fasce della popolazione emarginata, emarginabile, debole, non ben inserita, almeno culturalmente, negli equilibri di un tessuto sociale fragile e precario. Il pregiudizio stabilisce e interpreta i paradigmi su cui si fondano le idee o i principi di aspetti dell'individuo negandone altri, una sorta di parcellizzazione delle caratteristiche di un'identità. Pregiudizio è quello di ritenere una razza inferiore all'altra, una religione inferiore o peggiore di un'altra, un'idea politica migliore o peggiore di un'altra, come si vede è sempre una forma negativa e controproducente che tende a banalizzarne alcune caratteristiche. Diventa una forma emarginata o foriera di pregiudizio che può trasformarsi in razzismo anche denunciare o stigmatizzare comportamenti individuali declinandoli in comportamenti generalizzati. Non si può dire che un Paese è razzista se ci sono comportamenti individuali di intolleranza, così come c'è la tendenza di definire razzista il bianco verso il nero, il musulmano verso il cattolico, la sinistra verso la destra, la destra verso la sinistra. In sintesi, è pericoloso banalizzare i fenomeni di intolleranza perché sono il risultato dell'incapacità o l'impossibilità di avere una giusta tutela e una giusta interpretazione su comportamenti socialmente rilevanti. Il senso di insicurezza, la sensazione che i cittadini di altri Paesi siano favoriti rispetto a quelli, nativi, ad esempio in Italia, l'idea che l'ingiustizia sia nelle strisce della quotidianità portano l'individuo a scegliere le vie dell'aggressività, la violenza e la perdita della capacità di mediare. La nevrosi di denigrare il proprio Paese, di denunciarlo e farlo sembrare negativo non è certamente un modo adeguato per creare quelle forme di equilibrio necessarie per far stare tutti in una casa oramai stretta e poco protagonista del suo futuro. Oggi il razzismo è in ogni angolo dell'animo umano, bianco o nero, perché guarda il mondo con sospetto e alterigia.

Vera Slepoj

Fonte: Il Gazzettino

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