La ragazza che si negò a Sinatra, Fellini, Pavarotti, e poi al pubblico senza mai tradire l'amore per la canzone |
di Giò Alajmo La festeggeranno in contumacia, perchè Mina è un po' "l'isola che non c'è" della canzone italiana. Come Lucio Battisti a suo tempo, Mina ha scelto la via dell'isolamento, un'assenza-presenza che stacca nettamente la vita privata da quella pubblica. Da quando i suoi affetti, le scelte personali, la gravidanza "scandalosa" per l'epoca, hanno interferito nel suo lavoro, negandole la presenza in video e perfino censurandone spot pubblicitari, la voce straordinaria che rifiutò di collaborare con Frank Sinatra e ha detto sempre di no a Pavarotti, e perfno a Federico Fellini, ha scelto di negarsi al pubblico: prendano la mia musica, comprino i miei dischi, ma non mi scoccino, era in sintesi il messaggio. Poi col tempo l'assenza è diventata abitudine, quasi un gioco. da anni c'è chi prospetta folli offerte pur di rivederla in scena, un'ultima volta, su qualsiasi palcoscenico. Non succederà ma c'è chi spera ancora, perchè sarebbe un colossale affare, perchè in fondo la signora invisibile si è già offerta in immagine nel 2001, aprendo alla pubblicità e al pubblico il suo studio per un video che resta l'ultima immagine effettiva dell'artista in azione. Ieri Mina si è concessa per iscritto, una breve memoria in terza persona su "La Stampa" di Torino in cui ricordava i suoi esordi giovanili, una "lungagnona" che cantava per se stessa e non per la gente. Che fastidio quegli applausi. E che amore e che rispetto invece per le canzoni dal loro "meccanismo misterioso". Mina è stata la prima grande ribelle dell'Italia del boom. Era una ragazza borghese anticonformista, libera e non convenzionale. E poi aveva la voce. Esplose l'anno dopo la rivoluzione canora di Modugno e di "Volare", inneggiando alle ragazze che adorano la "tintarella di luna". Era una ragazza rock'n'roll, che si agitava e vestiva i pantaloni. Ma quando nel pieno del successo si presentò a Sanremo con una surreale canzone di Carlo Alberto Rossi, "Le mille bolle blu" e fu bocciata se la legò al dito e disse definitivamente addio al Festival. Nella sua casa-ufficio-studio di Lugano, ai piani alti di un grande palazzo dove accedono regolarmente solo gli amici e i musicisti invitati, oggi la sua voce continua a essere incisa con l'aiuto del figlio Massimiliano che si diverte a dare forme diverse a canzoni e stili. Escono due o tre album l'anno tra collection, inediti e raccolte a tema. Il suo amore per la canzone è testimoniato dall'instancabile ricerca di materiale nuovo, dal continuo ascolto di demo e nastri inviati da giovani e sconosciuti autori a cui lei regala qualche sprazzo di notorietà incidendone i brani. Mina ha 68 anni. È brava. E per dire quanto, provate voi a cantare "Brava" come lei. Peccato che sia ancora convinta, come agli esordi, che si possa cantare solo per se stessi e non confrontandosi con la gente. Anche se la gente in fondo non è granché... Fonte: IL Gazzettino |
martedì 23 settembre 2008
Mina
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