E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

mercoledì 10 settembre 2008

Droga,la repressione non basta di Silvio Garattini

Si attendeva con timore l'epidemia dell'influenza aviaria, è arrivata fra l'indifferenza generale l'epidemia delle droghe che includono anche l'alcool. I dati sono preoccupanti: a Milano ogni giorno si consumano secondo i dati dell'Istituto Mario Negri almeno 10.000 dosi di cocaina al giorno che aumentano del 50 per cento durante il fine settimana. Una persona su tre ha avuto contatti con la droga, oltre alla cocaina, anfetamine di varia struttura chimica, cannabis ed eroina.Le conseguenze sono evidenti a tutti: incidenti stradali, anche con la complicità dell'alcol, violenze, madri che si gettano con il figlio dalla finestra o dalla barca, solo per registrare alcune tragedie riportate con più evidenza dai mass-media.Cosa sta succedendo? È molto difficile fare analisi, ma la diffusione della droga a tutti i ceti e a tutte le classi d'età esclude che alla base si debba considerare solo uno stato di disagio psichico o una forma di malattia come da qualche parte si ipotizzava in passato. La epidemia sembra essere dovuta ad una forma di contagio che si propaga in parte perché è diventata una specie di moda incosciente, una forma di imitazione dovuta al così fan tutti che spesso trova riferimento nel mondo dell'arte, della canzone o dei personaggi idolo che rappresentano per i soggetti più fragili pericolosi punti di riferimento.Una società opulenta che ha risolto i principali problemi materiali della vita quotidiana sembra voler evitare la noia del benessere cercando nuove emozioni, nuove sensazioni, nuove trasgressioni. Una volta la trasgressione giovanile era rappresentata dal sesso che oggi è diventato meno attraente data la disponibilità dovuta ad una crescente offerta. Per molti la droga sembra essere diventata una necessità dovuta alla difficoltà ed alle insoddisfazioni della vita. Lo stress sempre invocato quando non si hanno altri termini, la fatica del lavoro che si prolunga oltre i normali orari, la necessità di resistere alle lunghe notti delle discoteche o delle feste sono spesso la meravigliata giustificazione che viene data alle richieste dei sondaggi. Tutto ciò è naturalmente facilitato dalla grande disponibilità di droghe, acquistabili a tutti gli angoli delle strade e ottenibili anche solo con un ordine telefonico. Il consumatore ed il venditore spesso si confondono nella stessa persona anche fra gente insospettabile. L'abbassamento dei prezzi alla portata di tutti è un altro elemento che facilità l'impiego e la diffusione delle droghe. I danni indotti da questi prodotti anche di quelli chiamati leggeri sono alla portata di tutti e diventa ormai quasi noioso e banale continuare a ripeterli. Sono danni alla salute, alla vita familiare, all'attività sociale che non sono percepiti come tali probabilmente per una completa mancanza di fiducia nei confronti delle fonti che cercano di dare informazioni. Di fronte a questi indiscutibili danni indotti dalla droga sembra che gli stessi antiproibizionisti abbiano perso forza nel sostenere proposte di liberalizzazione o di legalizzazione. Non si otterrebbe altro risultato che aumentare il numero dei consumatori con le evidenti conseguenze. Anche l'idea che in fondo questi sono comportamenti personali su cui la società e tanto meno lo Stato hanno il diritto di intervenire sembra perdere di peso.

Chi vorrebbe che molti degli automobilisti che stanno avanti o dietro alla propria vettura fossero dei drogati? Chi accetterebbe che il tassista, il macchinista o il pilota a cui si rivolge per essere trasportato, fosse dedito all'uso della droga o dell'alcool? E ancora chi avrebbe piacere di sapere che prima di un intervento chirurgico il medico per tenersi in forma ha dato una sniffata? Il drogarsi non può essere considerato un comportamento individuale perché ha forti ripercussioni sul benessere sociale. Le droghe danno dipendenza oltre che generare malattie cardiovascolari e mentali, per citare le maggiori, e ciò si traduce in un considerevole peso economico per il Servizio sanitario nazionale che deve spendere risorse per situazioni patologiche che sarebbero evitabili. Recentemente l'attenzione è stata attratta dal problema degli incidenti stradali con la proposta di esercitare adeguati controlli.Immediatamente sono scattati i soliti garantisti a sostenere che si tratta di una attentato alla libertà personale. Ci si dovrebbe sempre ricordare che la libertà individuale deve arrestarsi dove inizia la libertà degli altri. È giusto perciò eseguire controlli anche se non potranno essere generalizzati, ma legati a particolari situazioni scegliendo luoghi e orari più a rischio. Ciò comporterà certamente delle spese addizionali che dovranno essere sostenute da chi verrà ritrovato positivo a droghe o ad alcool attraverso multe esemplari che servano da deterrenti. È giusto che la società si difenda da questa nuova epidemia, anche se desta meraviglia la grande indifferenza di gran parte della popolazione, soprattutto della parte che ha un ruolo educativo. Genitori, insegnanti, medici, sacerdoti, sociologi, opinionisti anziché sollevare una riprovazione morale sembrano essere paralizzati, incapaci di reagire, quasi rassegnati alla diffusione dell'epidemia. Occorre ricordare che gli interventi repressivi sono necessari, ma non possono essere risolutori.È necessario ed urgente lavorare in senso preventivo non solo per sottolineare i danni, ma per sostituire la droga con i valori dello studio, dello sport, dell'arte, della solidarietà. Deve essere un impegno per tutti coloro che credono nei giovani come forza essenziale per il futuro della società.

Silvio Garattini

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