lunedì 9 febbraio 2009
C'è la crisi, non per il caffè
Tutti pazzi per il caffè? Così sembra, quando si osservi la crescita internazionale, veloce ed entusiasta, dell’uso di questa bevanda, nell’italianissima versione del caffè espresso o del cappuccino, in netta controtendenza rispetto alla contrazione generale dei consumi anche alimentari.
Aumentano i caffè come luogo di incontro alla moda, ma anche i consumi domestici in cui il caffè condiviso sta ritrovando una nuova stagione del gusto. Solo una moda? Non solo. Le passioni piccole o grandi, quando diventano trasversali, interessando tutti gli strati sociali, e multiculturali (il caffè italiano sta conquistando anche la Cina e l’India) soddisfano evidentemente bisogni specifici. Quali? Innanzitutto, il gusto di assaporare un caffè nasce dalla felice sinergia tra gratificazione fisica, per l’effetto eccitante e stimolante sulla performance cerebrale e sul tono fisico, ed emotiva. E’ questa combinazione che rinforza l’abitudine grazie all’attivazione del meccanismo di ricompensa. Tendiamo infatti a ripetere quei comportamenti che ci danno una gratificazione fisica e/o emotiva, soprattutto se potenziata da una pausa di benessere condivisa, ancora più gradita e necessaria in contesti urbani e professionali dai tempi accelerati e concitati. A questi fattori biopsichici si aggiunge il potente effetto amplificante culturale, quando un comportamento è associato a stili di vita privilegiati, a momenti di pausa, a liturgie sociali gratificanti, a luoghi alla moda.
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