E' ARRIVATO L'INVERNO!!...

lunedì 27 dicembre 2010

Un nuovo anno per ricominciare con amore per la vita


Non posso non riportare le parole di Alessandra Graziottin, che mi hanno fatto riflettere e che io condivido pienamente, sul bilancio dell'anno che sta finendo e sulle speranze ed i propositi per l'anno che sta per iniziare. Spero che queste riflessioni giovino anche a chi passa per il mio blog.
Eccole:

Pochi giorni ancora e un altro anno ci dirà addio. Lo lasceremo andare: ciascuno con un sentimento dominante, con un’emozione più forte delle altre. Con rabbia, con nostalgia, con sollievo, con un’eco di gioia e gratitudine. O un sottile rimpianto. Qualcuno finisce l’anno con un’impennata di energia festosa, che gli/le fa guardare al futuro con grinta ed entusiasmo. E sono gli innamorati felici, quelli che anche in quest’inverno inzuppato d’uggia e di pioggia hanno il sole dentro. Innamorati perché benedetti da un incontro d’amore, o perché, più fortunati, cromosomicamente innamorati della vita. E son quelli che in qualsiasi disastro – di salute, d’affetti o di lavoro – toccano il fondo, si sentono morire, travolti e percossi dalle onde come un uomo su una nave che affonda. Sopravvivono con la forza della disperazione, o - che è lo stesso - per un caparbio amore per la vita. E, finito lo sconquasso, appesi a una trave nell’immenso mare, mentre il cielo si rasserena e vedono terra da lontano, hanno d’improvviso un’impennata di felicità, quell’allegria del naufrago, che fa dire: ”Ho perso tutto ma sono ancora vivo! E posso ricominciare”. Più forte, più calmo: nulla aumenta la consapevolezza di sé e il senso grande del valore della vita, ma anche il distacco dalle cose e dalle miserie umane, come guardare in faccia la morte. Reale o simbolica. E nulla ci rende liberi interiormente come il rischiare di perdere tutto: certo, se si sa mettersi in discussione, riconoscendo i propri errori, senza tentar di ripetere quello che è già stato. E chi ha fatto naufragio quest’anno, e sta tornando a riveder le stelle, non dice addio solo a un anno, ma a quella parte di sé che si è persa tra le onde. Magari preziosa, ma non essenziale. E da lì può ripartire, con uno slancio e una leggerezza nuovi. Una seconda nascita, più entusiasmante e consapevole della prima.
Tanti, i più, sono stanchi: l’anno è stato faticoso e duro, dal punto di vista affettivo ma anche economico. L’onda lunga della crisi morde con morso più duro chi già fa più fatica ad arrivare a fine mese, chi vede il lavoro incerto, chi non si aspetta un sorriso dall’anno che verrà. A ripensarci, per i più questo è stato un anno di guerra: dentro e fuori di sé, nella coppia, nella famiglia, nel lavoro (della guerra sociale e politica in corso, non parliamo nemmeno). E un bilancio diverso, che può spiegare tante stanchezze, è chiedersi: “Quanti giorni ho passato in pace? Quanti in assetto di guerra?” Nulla erode più l’energia vitale dello stato di guerra: e lo stress cronico altro che non è che l’allarme rosso che corpo e mente accendono quando siamo in tensione continua, quando l’adrenalina è a mille, quando il tempo ci divora, quando siamo sempre di corsa. Molti sono in stato di guerra permanente, e non se ne rendono nemmeno conto: eppure è proprio la stanchezza a dirlo, più di ogni parola.
Per tentare di cominciare un anno diverso, è essenziale chiedersi: ”Se i giorni di guerra sono stati più dei giorni di pace, quali sono i fronti su cui ho combattuto? Perché ero in guerra? Ho combattuto per qualcosa d’importante, o per ragioni che posso affrontare in altro modo, cercando una mediazione sensibile e intelligente? Se ho perso la guerra, ma sono vivo, come e dove posso ricominciare una vita migliore?”. E per i fortunati, che hanno avuto più giorni di pace, è essenziale capire che cosa li ha benedetti: un figlio desiderato, dopo tanto soffrire; un lavoro entusiasmante, dopo tanto studiare; la serenità di una vita in pensione, piena di interessi e di generosità, dopo tanto lavoro; un amore in cui riconoscersi, con una persona che abbia anima limpida, sentimenti e qualità morali, dopo tanta solitudine o amori ingannevoli; una ritrovata salute, dopo mesi di malattia. E’ essenziale capirlo, per saper restare in tempo di pace, per non sprecare questo stato di grazia. E per essere generosi dell’energia, della positività, della fiducia che i tempi di pace ci regalano. Ai miei affezionati lettori auguro di cuore un anno con più giorni di pace. E più energia, per riassaporare con entusiasmo e gioia la vita.
Alessandra Graziottin

domenica 19 dicembre 2010

Lavoro intenso, strutturalmente variopinto, immaginifico, dalle dinamiche suadenti, capace di rapire l’ascoltatore e accompagnarlo su sentieri orientali e orientaleggianti, quindi con una forza terapeutica per chiunque si lasci “dimenticare” sul filo dei colori e dei timbri orchestrali.( Pino Pignatta)

NATALE DEI BAMBINI


C'era una volta un bambino di nome Valentino che teneva sempre chiuso il pugno della mano sinistra; anche quando era interrogato dalla maestra si alzava e rispondeva tenendo il pugno chiuso e così faceva anche quando scriveva con la mano destra. Un giorno la maestra chiese a Valentino il perché di questo atteggiamento; lui dapprima non volle rispondere. Poi, siccome la maestra ed anche i compagni insistevano, si decise a svelare il segreto.
" Il motivo-disse- è perché quando ogni mattina parto da casa per venire a scuola, mia mamma mi stampa sul palmo della mano sinistra un forte bacio e poi mi chiude la mano e mi dice:" Figlio mio, tieni sempre ben chiuso qui nella tua mano il bacio della tua mamma!" - E io, per avere il suo bacio sempre con me, per conservare il mio tesoro, tengo la mano sinistra sempre chiusa.-
Cari bambini, come Valentino, teniamoci il grande tesoro dell'amore della mamma, ma teniamoci stretti anche l'Amore di Gesù Bambino: conserviamolo gelosamente e non disperdiamolo tra i beni di consumo o fra le carte dei regali. Lui vale di più.
Don Marco

venerdì 17 dicembre 2010

La vera crescita interiore


Forse i malesseri e i disagi emotivi che si riscontrano nei ragazzi d'oggi sono dovuti alla maggiore importanza che si dà alla crescita fisica, dimenticandosi dell'anima

Forse i malesseri e i disagi emotivi che si riscontrano nei ragazzi d'oggi sono dovuti alla dimenticanza della crescita interiore; si dà, infatti, tanta importanza alla crescita fisica e ci si dimentica dell'anima. La famiglia e la scuola hanno un ruolo importante per lo sviluppo interiore del bambino. L'età evolutiva è un'età aperta ad assimilare i valori fondamentali che vengono trasmessi dal mondo adulto. I figli sono come carta assorbente per cui, se vogliamo che essi siano pronti ad affrontare la vita dobbiamo educarli alla verità, alla giustizia e all'amore.

I genitori e gli educatori devono aiutarli a coltivare le doti intellettive, spirituali, emotive e fisiche. Solo così essi sapranno usare al meglio e con consapevolezza le proprie risorse in modo corretto e senza sprechi. Come fare per trasmettere questi valori? Come parlare a questi ragazzi che sembrano così indifferenti a tutto? Col cuore, con il buon esempio, con la coerenza da parte di noi adulti. Un rapporto armonico con noi stessi è la premessa per costruire un mondo migliore.

Amare significa insegnare ai figli, sin da piccoli, ad osservare delle regole che si basano sul rispetto degli altri; per esempio devono sentirsi parte della propria famiglia rendendosi utili, dando un aiuto e non essere solo spettatori. Ciò significa costruire in loro il senso della generosità, della coscienza etica, della pazienza, dello sforzo gioioso, della capacità di concentrazione, così scarsa oggi, e del rispetto. Insegnare ciò significa mettere il seme dell'amore contrapponendolo alla noia che genera violenza, sempre all'interno dei cambiamenti culturali e sociali. Esistono nuovi simboli, miti e riti.

Il nucleo familiare è cambiato: entrambi i genitori lavorano, l'attenzione dedicata ai figli, per quantità e qualità di rapporto, è spesso carente o sbilanciata. I figli sempre più spesso "unici" vengono riempiti d'ogni possibile attenzione sotto forma di cose acquistate, ma non sotto forma di dialogo, attenzione, gioco comune, ascolto. Sono sorti nuovi fattori di rischio legati ai nuovi stili di vita, all'ambiente, all'emarginazione urbana, alla diversificazione culturale generata dall'immigrazione. Sono in aumento verticale la violenza minorile e gli incidenti ad essa legati. In aumento anche il suicidio in età adolescenziale, tra i tanti certamente il segno drammatico di un grave stato di malessere.

In questa breve nota percorriamo la strada che ha portato allo sviluppo del bambino tecnologico, una strada che evidentemente rischia di rendere meno efficace la nostra azione di genitori e di educatori se dimentica o trascura il bambino da amare. Solo così, infatti, gli operatori e gli educatori saranno in grado di garantire quell'armonia e unità d'intenti che produce la qualità dando significato alla parola amore. La vita di domani dipenderà dalla capacità che il bimbo ha di amare la vita oggi. I bambini di oggi sono più svegli, intuitivi, carichi di energia; aiutiamoli ad utilizzare tali risorse al meglio. Dobbiamo risvegliare la sensibilità, per favorire il bambino, ma anche per vivere meglio noi stessi nel giusto equilibrio tra progresso e tradizione.

Evi Crotti



mercoledì 8 dicembre 2010

8 dicembre , giorno dell'Immacolata

Ave, Signora, santa Regina,
santa Madre di Dio,Maria,
che sei vergine fatta Chiesa
ed eletta dal santissimo Padre celeste,
che ti ha consacrata
insieme col santissimo suo Figlio diletto
e con lo Spirito Santo Paraclito;
tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia
e ogni bene.
Ave, suo palazzo,
ave, suo tabernacolo,
ave, sua casa.
Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella,
ave, sua madre.

Francesco d'Assisi