lunedì 21 giugno 2010
IL COLORE DEI DENTI e RIMEDI NATURALI
Il colore dei propri denti è geneticamente determinato, assegnato da madre natura fin dalla nascita.
Esso è personale, un po’ come il colore della propria pelle e dei capelli. Ognuno ha il suo. Mentre con il passare degli anni, i capelli diventano sempre più bianchi, il colore dei denti diventa giallo e sempre più scuro.
Il colore dei nostri denti è generato dalla dentina, che è una parte del dente ed è situata proprio al di sotto dello smalto
Non è, quindi, lo smalto a determinare il colore dei nostri denti. Esso non ha un colore proprio, è traslucido: dalla sua superficie traspare il colore della dentina sottostante.
Lo smalto non è una barriera impenetrabile tra il cavo orale e la dentina, ha vari pori che fanno penetrare sostanze, particelle, capaci di cambiare il colore alla dentina e allo stesso smalto.
Inoltre sulla superficie dentale, si può formare placca batterica e tartaro. Le varie particelle colorate introdotte con alimenti, bevande, fumo (catrame e nicotina), possono aderire alla placca o al tartaro e rimanervi adese, causando un cambio del colore dei denti.
Cosicché nel corso degli anni, lo smalto e la sottostante dentina, assumono particelle colorate, responsabili della variazione del colore dei denti.
Anche la luce solare causa denti più gialli e più scuri.
Inoltre con il passare dell’età, lo smalto si assottiglia a causa del logorio naturale. Ciò fa trasparire maggiormente il colore degli strati sottostanti della dentina, sempre più scura!
COSMESI DEL SORRISO
Per recuperare, migliorare il colore dei propri denti, si può fare il cosiddetto “sbiancamento” dentale.
I denti possono essere sbiancati in due modi:
Il primo: è un metodo meccanico per l’azione fisica di erbe, piante, sostanze abrasive capaci di rimuovere placca dentale, tartaro adeso sulla superficie dei denti, dove sono bloccate e incorporate particelle colorate date da alimenti, bevande, alcool e tabagismo.
Sono rimosse macchie formatesi sulla superficie dei denti, esterne dei denti.
Il secondo:metodo chimico - professionale, usando sostanze decoloranti capaci di rimuovere macchie interne al dente, “intrinseche” poste nella dentina, cioè al di sotto dello smalto superficiale dei denti.
Questo metodo può essere effettuato da medici odontoiatri.
Le scelte che possono essere fatte al proprio domicilio usando rimedi naturali in grado di rimuovere placca batterica e tartaro responsabili del cambio del colore dei propri denti sono :
1 – SALVIA ( usare foglie fresche passandole sopra superficie denti)
2 – MELA FRESCA ( usare polpa)
3 – FRAGOLA (usare polpa)
4 – LIMONE (buccia – succo fresco)
5 – ALOE VERA (gel applicazioni locali)
6 – BICARBONATO Di SODIO (attenzione ! Non più di una volta mese)
7 – DENTIFRICIO SBIANCANTE
8 – SOSPENSIONE FUMO
9 – CAROTA E SEDANO CRUDI ( loro inserimento al termine dei pasti)
10 – MASTICAZIONE SEMI di FINOCCHIO o di ANICE VERDE
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sabato 19 giugno 2010
venerdì 18 giugno 2010
giovedì 17 giugno 2010
Quartetto per pianoforte
Una musica che affascina e fa bene all'anima? Questa di Mahler che la compose all'età di sedici anni !
venerdì 11 giugno 2010
Rompiscatole!
La classifica di Greenpeace dei produttori di tonno più sostenibili
Greenpeace Italia ha avviato un confronto con le aziende inscatolatrici di tonno sulla sostenibilità della loro produzione. Nel sito http://www.greenpeace.it/tonnointrappola/ è possibile vedere la classifica "Rompiscatole!" dove è valutata la sostenibilità dei comportamenti delle aziende che pescano ed inscatolano i tonni.Come si può leggere nel rapporto "Tonno in trappola" la pesca al tonno minaccia le risorse sovrasfruttando gli stock di tonno e catturando esemplari immaturi e danneggia l'ecosistema marino causando ogni anno la morte di migliaia di squali, tartarughe marine e altre specie.
L'Italia è uno dei più importanti mercati mondiali per il tonno in scatola e il secondo più grande produttore in Europa.
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mercoledì 9 giugno 2010
TORTINO DI UOVA E VERDURE ( consigliato per chi ha problemi di anemia, pelle secca e stipsi)
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
8 uova 1 zucchina 1 peperone rosso 1 melanzana rotonda 2 pomodori maturi Prezzemolo 1 cucchiaio di farina bianca 1 cucchiaio di pangrattato Olio Sale
Spuntate la zucchine, eliminate il picciolo ed i semi dal peperone e dalla melanzana e tagliate a dadini. In una larga padella scaldate l’olio con la cipollina e fate saltare le verdure per 5 minuti. Aggiungete i pomodori pelati, sale e prezzemolo. In una terrina sbattete le uova e salatele leggermente. Emulsionate con un cucchiaino d’olio e aggiungete, a pioggia, la farina e il pangrattato. Amalgamate bene e unite le verdure. Con una frusta montate a neve fermissima gli albumi e uniteli delicatamente al composto. Versate il tutto in una pirofila alta spennellata d’olio e passate in forno caldo a 180° per 20 minuti.
Questa preparazione coniuga la bontà, la versatilità e l'apporto nutritivo completo delle uova alla leggerezza delle verdure, ricche di fibre,vitamine e sali minerali. Nel tortino di uova la presenza delle fibre vegetali è molto importante perché queste ultime,limitando l'assorbimento dei grassi e del colesterolo, rendono salutare la ricetta. In più le uova contengono la lecitina, una sostanza che funziona come " ricostituente " del sistema nervoso, in particolare per la memoria. Peperoni e pomodori apportano un discreto quantitativo di caroteni utili, durante il periodo estivo, a proteggere la pella dal sole. Melanzane e zucchine, grazie al loro contenuto di acqua ,rendono più leggera e digeribile la pietanza.
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si apriranno tante strade e
non saprai quale prendere,
non imboccarne una a caso,
ma siediti e aspetta.
Respira con la profondità fiduciosa
con cui hai respirato il primo giorno
in cui sei venuta al mondo,
senza farti distrarre da nulla,
aspetta e aspetta ancora.
Stai ferma in silenzio e
ascolta il tuo cuore...
quando poi ti parla,
alzati e va
dove ti porta il cuore...
(Susanna Tamaro)
lunedì 7 giugno 2010
Riflessioni sulla famiglia
I BAMBINI IMPARANO CIO' CHE VIVONO (di Dorothy Law Nolte)
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domenica 6 giugno 2010
LA GRATITUDINE: un’onda che diffonde calore
Esprimere la gratitudine
Qualcuno dice di non essere capace di manifestare questo sentimento, qualcun altro si difende sostenendo
che si dimentica di esprimerlo.
Se vogliamo che il nostro spirito si avvantaggi di questo nutrimento è necessario abituarsi a tradurlo in
comportamento, cioè in azione oltre che a parole.
Può darsi che in principio serva un po’ di attenzione in più per vedere e apprezzare, ma spesso è una
questione di allenamento interiore che, se coltivato, ci porta a esprimere con naturalezza la gratitudine.
Se all’inizio della giornata ci abituiamo a cogliere i gesti, le facilitazioni, le cortesie di cui gli altri ci fanno dono e
in ogni occasione ci mostriamo grati, il nostro vivere quotidiano ci apparirà meno crudo di come a volte siamo
tentati di pensare.
Diffondere la gratitudine
Consapevoli di questo comportamento, gratificando chi dà, cerchiamo di cogliere tutte le occasioni per
comunicarlo: così facendo ci sarà possibile, in molti casi, “contagiare” le persone con cui entriamo in contatto
facendo loro apprezzare il piacere della gratitudine.
Soprattutto le persone in formazione, come bambini, ragazzi, giovani, trarranno soddisfazione e saranno
invogliati a continuare se risponderemo ai loro gesti di attenzione o cortesia con la nostra esplicita gratitudine.
Nella tendenza generale all’egoismo e all’indifferenza facciamoci promotori di cambiamento premiando,
magari anche solo con un grato sorriso, ogni più piccolo segnale di altruismo e di solidarietà
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mercoledì 2 giugno 2010
Et io pur vivo..
Questo meraviglioso sonetto fu scritto da Francesco Petrarca dopo la morte di Laura.
Riflette amaramente sulla caducità della vita e sulla morte come negazione radicale dell’amore e della bellezza.
Gli occhi di ch’io parlai sì caldamente,
e le braccia e le mani e i piedi e ’l viso,
che m’avean sì da me stesso diviso
e fatto singular da l’altra gente;
le crespe chiome d’òr puro lucente,
e ’l lampeggiar de l’angelico riso,
che solean fare in terra un paradiso,
poca polvere son che nulla sente.
Et io pur vivo; onde mi doglio e sdegno,
rimaso, senza ’l lume ch’amai tanto,
in gran fortuna e ’n disarmato legno.
Or sia qui fine al mio amoroso canto:
secca è la v’usato ingegno,
e la cètera mia rivolta in pianto.